Giornata Mondiale contro l’Alzheimer: 20 milioni i malati nel mondo
Si svolge oggi la 17esima Giornata Mondiale contro l’Alzheimer. La malattia colpisce
circa 20 milioni di persone in tutto il mondo, mentre i casi in Italia sono 600mila.
Un dramma per le famiglie e un costo sociale stimato in 604 miliardi di dollari l’anno.
Michele Raviart ha sentito Gabriella Salvini Porro, presidente della
Federazione Alzheimer Italia, la maggiore organizzazione nazionale dedicata alla ricerca
medica e all’assistenza ai malati.
R. – E’ una
malattia molto democratica: colpisce tutti, indiscriminatamente, in ogni luogo. I
Paesi in via di sviluppo sono quelli che hanno minor numero di malati di Alzheimer.
La previsione è che nei prossimi anni aumenteranno sempre di più, perché anche lì
il tenore di vita sta migliorando, a poco a poco, per cui la vita si allunga e quindi
ci sono maggiori probabilità di ammalarsi di Alzheimer.
D. – A che punto
è la ricerca scientifica su questa malattia?
R. – La ricerca sta muovendosi
molto, però i fondi sull’Alzheimer dovrebbero essere aumentati di 15 volte per pareggiare
quelli delle malattie cardiologiche e 30 volte per essere pari a quelle contro il
cancro. E’ quindi quasi incomprensibile che si faccia poco – relativamente – per questa
malattia che colpisce tanta gente, e questo a livello mondiale.
D. –
C’è un coordinamento internazionale?
R. – C’è una Conferenza annuale
internazionale; in questa occasione, tutti i ricercatori si riuniscono – circa 3 mila
persone – e presentano tutti i dati. Il grosso del problema rimane sempre che non
da tutte le parti del mondo ci sono gli stessi standard, per cui ci sono delle difficoltà.
Ma in ogni caso, la ricerca sta andando avanti anche se, purtroppo, per il momento
non c’è ancora niente di risolutivo.
D. – Come è possibile prevenire
la malattia di Alzheimer?
R. – Si stanno facendo degli studi. Dato che
la malattia di Alzheimer è quasi sempre provocata dalle malattie cardiologiche, uno
stile di vita sano è quello che – presumibilmente – può servire più di altre cose.
Quello che fa bene al cuore, fa bene anche al cervello.
D. – L’assistenza
in Italia è sufficiente?
R. – Sono le note dolenti: l’assistenza non
è sufficiente in nessuna regione d’Italia. Noi presentiamo a Milano, in un convegno,
un nostro progetto che è stato il censimento e la valutazione di tutti i servizi e
di tutte le strutture per i malati di Alzheimer in Lombardia, perché vogliamo che
in tutta Italia venga fatto questo censimento. Questo è il primo bisogno che hanno
le famiglie: sapere almeno dove andare.