Vertice a New York: l'Onu fa il punto sugli obiettivi del Millennio
Verificare i progressi compiuti ed analizzare quanto resta ancora da risolvere. Questo
l’obiettivo della riunione plenaria delle Nazioni Unite sugli obiettivi di Sviluppo
del Millennio, indetta dall’Assemblea Generale dell’Onu, che aprirà i battenti oggi
a New York. Un appuntamento importante, alla presenza di oltre 100 tra capi di Stato
e di Governo, che cercherà di accelerare il progresso verso il raggiungimento degli
obiettivi entro il 2015. Ma quali sono i risultati finora raggiunti, e cosa resta
da fare? Salvatore Sabatino ha girato la domanda a Sergio Marelli, direttore
generale Volontari nel mondo – Focsiv:
R. – A due
terzi del percorso, cioè a dieci anni dell’assunzione degli obiettivi di Sviluppo
del Millennio e a cinque anni dalla loro scadenza, la sintesi potrebbe essere così
riassunta: alcuni progressi, pochi, ma soprattutto a macchia di leopardo. Ci sono
dei Paesi e delle realtà dove effettivamente sono stati conseguiti dei progressi,
per esempio pensiamo al campo dell’istruzione primaria che sicuramente ha segnato
i maggiori risultati in questa decade ultima passata, ma con delle zone del mondo
- a partire dall’Africa, il grande continente escluso da questi miglioramenti che
sono stati ottenuti - che restano ancora completamente al di fuori da questi primi
pochi insufficienti passi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio.
D. – Molti ravvisano delle responsabilità della comunità internazionale
nel non raggiungimento di questi obiettivi. Perchè questa situazione?
R.
– E’ fuor di dubbio che gli obiettivi di Sviluppo del Millennio devono e possono essere
raggiunti attraverso l’attivazione di tutti gli attori impegnati sullo sviluppo ma
è altrettanto vero che a questo percorso mancano soprattutto le risorse economiche
che i Paesi donatori e i Paesi ricchi avevano promesso nell’anno 2000, per aiutare
e sostenere lo sviluppo di quelli più arretrati.
D. – Durante il viaggio
apostolico di Benedetto XVI a Londra le delegazioni di Santa Sede e Gran Bretagna
hanno ribadito nel corso di un incontro il loro impegno finché si intensifichino gli
sforzi per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio. Questa presa di posizione
che tipo di influenza avrà sui lavori di New York?
R. – Abbiamo già
visto nel passato come quando alla vigilia di vertici importanti, il parere e i pronunciamenti
della Chiesa, del Santo Padre e della Santa Sede abbiano e svolgano un compito importante.
C’è questo ruolo di spinta, di pungolo, di persuasione a livello morale che ha un
impatto molto importante anche poi sulle decisioni autonome e laicamente assunte dagli
Stati e dai governi che voteranno nell’Assemblea generale. Penso che il fatto che
questo avvenga congiuntamente ad un Paese importante sullo chiacchiere internazionale
come la Gran Bretagna sia oltremodo un dato che lascia e apre ulteriori speranze che
questo Vertice serva davvero a un’inversione di rotta per consentire di recuperare
i ritardi accumulati dal 2000 ad oggi e farlo svoltare verso il bel tempo.