Pakistan: le Ong denunciano il traffico di donne e bambini fra gli alluvionati
E’ un fenomeno in crescita, rilevato dagli operatori delle Ong locali: fra i profughi
delle alluvioni crescono i casi di rapimenti e sparizione di donne e bambini, che
sono vittime dei trafficanti di esseri umani. L’allarme, già lanciato nelle settimane
scorse dall’agenzia Fides inizia oggi a ricevere, con fatica, consistenza di dati,
testimonianze e cifre. Secondo dati della “National Disaster Management Authority”,
diffusi dalla Ong “Roshni Missing Children Helpline”, sono stati registrati nell’ultimo
mese 400 casi di bambini scomparsi. I volontari della “Roshni Missing Children Helpline”,
Ong con sede a Karachi, hanno visitato diversi campi profughi a Karachi, Thatta, Dadu
e Sukkur, svolgendo una specifica indagine sul traffico di bambini. Hanno rilevato
23 casi di bambini e ragazzi scomparsi, fra i 5 e i 17 anni. “Raccogliamo continue
segnalazioni da organizzazioni impegnate sul terreno. Ma il governo e le agenzie internazionali
delle Nazioni Unite non vogliono prendere in seria considerazione questo fenomeno.
Solo le Ong locali se ne stanno occupando, perché ricevono disperate lamentele delle
famiglie colpite”, afferma Tahira Abdullah, musulmana, attivista per i diritti umani,
coinvolta in diverse organizzazioni nazionali. “Non esistono dati ufficiali poichè
le istituzioni non se ne occupano, dunque è impossibile poterlo adeguatamente quantificare”,
nota. Per questo, numerose Ong locali si stanno organizzando per raccogliere dati
e storie, soprattutto nelle aree interne del Sindh e del Punjab. Ecco una delle segnalazioni
giunte a Fides: una famiglia allargata di sfollati, composta da diversi nuclei familiari,
ha trovato asilo in un campo nell’area di Muzaffargarh, in Punjab. Alcuni uomini hanno
portato ai profughi del cibo e tutti si sono sfamati. Sono poi caduti in un sonno
profondo, in quanto il cibo era stato drogato. Al mattino si sono accorti che tutte
le ragazze della famiglia, fra i 14 e i 18 anni erano scomparse. “Si tratta di bande
criminali che si infiltrano nelle tendopoli. In questi casi, probabilmente, le ragazze
saranno avviate alla prostituzione”, nota Tahira Abdullah. Per i bambini invece, il
destino è il racket organizzato dei mendicanti, del lavoro domestico, il lavoro forzato,
lo spaccio di droga o anche il trapianto di organi, notano i volontari. Haider Yaqub,
direttore del Pakstan per l’Ong “Plan International”, impegnata nella protezione dei
minori, spiega a Fides: “Sappiamo, avendo lavorato dopo catastrofi come lo tsunami
o il terremoto in Kashmir, che i trafficanti cercano di trarre vantaggio da tali situazioni
di sfollamento e miseria. Attualmente operiamo in 3 distretti del Sindh e 3 nel Sud
Punjab, e non abbiamo individuato casi gravi di rapimenti di bambini, ma solo casi
di bambini dispersi, che cerchiamo di ricongiungere al nucleo familiare. Ma temo che
il fenomeno sia in crescita. Stiamo realizzando un ricerca per raccogliere dati e
casi”. Dal canto suo l’Asian Human Rights Commission, invitando le istituzioni pakistane
a prendere adeguati provvedimenti, afferma: “In questo disastro delle alluvioni, mancano
programmazione, coordinamento e misure concrete per sottrarre donne e bambini alla
sorte della violenza, inclusa quella dei trafficanti di esseri umani”. (R.P.)