Padre Lombardi: popolo britannico attento al messaggio del Papa
Sul viaggio del Papa nel Regno Unito ascoltiamo il bilancio del direttore della Sala
Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:
D. - Padre
Lombardi, un bilancio totalmente positivo per questo viaggio del Papa nel Regno Unito?
R.
- Direi proprio di sì e direi che è positivo nella prospettiva che interessa al Papa
e cioè il fatto di poter pronunciare un messaggio positivo in nome di Cristo, in nome
della fede cristiana e sapere che questo messaggio arriva a delle orecchie pronte
ad ascoltarlo. Al Papa non interessano tanto i grandi numeri, anche se questi ci sono
stati. L’importante è ciò che questi possano manifestare e cioè l’ascolto, l’ascolto
del messaggio. Noi possiamo essere molto tranquilli che effettivamente ciò che il
Papa voleva dire in questo viaggio sia alla società, sia alla comunità cattolica,
sia ai responsabili politici è stato ascoltato.
D. - Abbiamo notato,
in particolare, un radicale cambiamento dei toni dei media. Qualcuno ha parlato di
successo personale del Papa…
R. - Sì. Il Papa non vuole essere una star
- e questo lo sappiamo benissimo - perché questo non corrisponde alla sua personalità,
al suo ministero e al suo desiderio. E’, però, certamente contento di essere conosciuto
e visto per quello che lui è veramente come servitore del Signore ed anche come persona,
con il suo atteggiamento. Il Papa non è soltanto un grande maestro, un uomo di cultura
come tutti sanno, ma è anche un uomo umile, gentile, sensibile, che desidera avvicinarsi
agli altri con una profonda umanità. Ora questo durante il viaggio è stato capito
da moltissimi. Superando quelli che potevano essere dei pregiudizi nei suoi confronti
o una mancanza di conoscenza. Ora possiamo dire che i cattolici inglesi, ma anche
la società inglese, conosce meglio il Papa per quello che è veramente e, quindi, lo
conosce anche come un amico, come una persona che è venuta a portare un messaggio
positivo. In questo voglio osservare che la televisione ha fatto un grande servizio
e la televisione usata bene può fare dei grandi servizi. Noi spesso la critichiamo,
a ragione, per tante cose che la televisione fa, ma in realtà può anche fare dei servizi
meravigliosi come ha fatto proprio in questo viaggio. E non solo facendo vedere oggettivamente
quante persone c’erano e, quindi, l’ascolto che il Papa incontrava, ma anche facendo
vedere in modo ravvicinato il volto e la persona del Santo Padre con i suoi atteggiamenti.
Io credo che questo sia uno dei grandi servizi che la televisione può e deve fare
per far conoscere meglio la persona del Papa. Anche in passato io ho un po’ il ricordo
che nel viaggio in Turchia, per quanto riguardava il mondo musulmano, proprio le riprese
televisive del Papa - in particolare nella Moschea Blu - sono state risolutive per
far capire il suo atteggiamento amichevole e rispettoso per il mondo musulmano. Negli
Stati Uniti, le immagini televisive del Papa nella Quinta Strada, il suo sorriso,
il suo affetto per le persone, la sua amabilità, hanno suscitato l’entusiasmo e -
diciamo - l’amicizia e la cordialità del popolo americano. Così è stato anche qui,
nel Regno Unito: le immagini della Bbc e del pool delle televisioni che riprendevano
hanno aiutato la gente a capire e a cambiare spesso l’opinione che aveva preventivamente
sul Papa e, quindi, possiamo dire ad amarlo e ad essere più pronti ad ascoltare correttamente
il suo messaggio.
D. - Il premier Cameron, al congedo, ha detto una
cosa significativa: il Papa ha sfidato il Paese a pensare…
R. - Direi
che questa è veramente un’ottima conclusione del viaggio ed è molto vera ed è bene
che sia stata detta proprio dal capo del Governo e, quindi, da una delle persone più
autorevoli nella società e nella vita del Regno Unito. Il Papa viene con questo desiderio:
non impone, ma propone. Propone il messaggio della fede come un qualche cosa di positivo
e propone delle riflessioni per poter discernere, per poter capire la situazione in
cui noi ci troviamo oggi storicamente come società, come mondo, di fronte alle grandi
sfide dell’oggi e del futuro, a quali valori possiamo orientarci, ai rischi anche
di perdere l’orientamento ai valori essenziali. Ecco questo è un aspetto su cui vorrei
insistere un poco. Il Papa ha sempre una proposta che è fondamentalmente positiva,
perché il Vangelo è una proposta di salvezza, di bene per l’umanità. C’è sempre, però,
lealmente il richiamo ai rischi, il richiamo ai problemi che la nostra società e il
nostro tempo vive, il rischio di perdere delle radici, di perdere dei punti di orientamento.
Il positivo, quindi, ma anche l’ammonimento per il pericolo. Spesso questi ammonimenti
sui pericoli vengono intesi in modo polemico, come qualcosa di aggressivo, mentre
invece sono veramente il frutto di una profonda preoccupazione per il bene di tutte
le persone, degli uomini e delle donne di oggi, della società e del mondo. Q uando
Cameron dice “la nostra società, tutto il Regno Unito, è stato invitato e sfidato
da lei a fermarsi e pensare” vuol dire che ha capito esattamente questo: il messaggio
del Papa merita di essere preso molto sul serio per capire qual è il bene che noi
dobbiamo cercare, la strada che noi dobbiamo cercare per il bene delle nostre società
e dell’umanità e non solo della comunità credente, ma anche della società in generale.
Ecco che il Regno Unito, che è una società che certamente nel mondo ha una grande
autorità - e questo dal punto di vista storico, dal punto di vista culturale, dal
punto di vista linguistico, perché l’inglese è una lingua di grande diffusione nel
mondo - abbia dimostrato di saper cogliere così bene l’atteggiamento corretto che
bisogna tenere di fronte al Papa che parla, mi sembra un segno di grandissima speranza.
D. - Padre Lombardi, un’immagine che le resta di questo viaggio…
R.
– Ecco, mi collego a quello che abbiamo appena detto. La società del Regno Unito,
nell’insieme, che si mette in ascolto davanti alla proposta discreta, ma molto chiara
e profonda che il Papa fa: è l’immagine del discorso nella Westminster Hall, in cui
avevamo l’attenzione e il silenzio di tutti i rappresentanti di questa società, di
questo Paese, anche al più alto livello, che ascoltavano che cosa il Papa avesse da
proporre loro come riflessione sul rapporto tra fede e ragione, sul ruolo e il contributo
che la fede può dare nella società oggi per la responsabilità che tutti noi abbiamo
per il futuro della nostra società. L’immagine di questa immensa audience in ascolto
attento davanti alla parola del Papa nel Westminster Hall, luogo storico e dove nessun
Papa aveva mai parlato, mi sembra che esprima bene uno dei punti chiave di questo
viaggio.