2010-09-20 12:18:05

Padre Lombardi: popolo britannico attento al messaggio del Papa


Sul viaggio del Papa nel Regno Unito ascoltiamo il bilancio del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

D. - Padre Lombardi, un bilancio totalmente positivo per questo viaggio del Papa nel Regno Unito?

R. - Direi proprio di sì e direi che è positivo nella prospettiva che interessa al Papa e cioè il fatto di poter pronunciare un messaggio positivo in nome di Cristo, in nome della fede cristiana e sapere che questo messaggio arriva a delle orecchie pronte ad ascoltarlo. Al Papa non interessano tanto i grandi numeri, anche se questi ci sono stati. L’importante è ciò che questi possano manifestare e cioè l’ascolto, l’ascolto del messaggio. Noi possiamo essere molto tranquilli che effettivamente ciò che il Papa voleva dire in questo viaggio sia alla società, sia alla comunità cattolica, sia ai responsabili politici è stato ascoltato.

D. - Abbiamo notato, in particolare, un radicale cambiamento dei toni dei media. Qualcuno ha parlato di successo personale del Papa…

R. - Sì. Il Papa non vuole essere una star - e questo lo sappiamo benissimo - perché questo non corrisponde alla sua personalità, al suo ministero e al suo desiderio. E’, però, certamente contento di essere conosciuto e visto per quello che lui è veramente come servitore del Signore ed anche come persona, con il suo atteggiamento. Il Papa non è soltanto un grande maestro, un uomo di cultura come tutti sanno, ma è anche un uomo umile, gentile, sensibile, che desidera avvicinarsi agli altri con una profonda umanità. Ora questo durante il viaggio è stato capito da moltissimi. Superando quelli che potevano essere dei pregiudizi nei suoi confronti o una mancanza di conoscenza. Ora possiamo dire che i cattolici inglesi, ma anche la società inglese, conosce meglio il Papa per quello che è veramente e, quindi, lo conosce anche come un amico, come una persona che è venuta a portare un messaggio positivo. In questo voglio osservare che la televisione ha fatto un grande servizio e la televisione usata bene può fare dei grandi servizi. Noi spesso la critichiamo, a ragione, per tante cose che la televisione fa, ma in realtà può anche fare dei servizi meravigliosi come ha fatto proprio in questo viaggio. E non solo facendo vedere oggettivamente quante persone c’erano e, quindi, l’ascolto che il Papa incontrava, ma anche facendo vedere in modo ravvicinato il volto e la persona del Santo Padre con i suoi atteggiamenti. Io credo che questo sia uno dei grandi servizi che la televisione può e deve fare per far conoscere meglio la persona del Papa. Anche in passato io ho un po’ il ricordo che nel viaggio in Turchia, per quanto riguardava il mondo musulmano, proprio le riprese televisive del Papa - in particolare nella Moschea Blu - sono state risolutive per far capire il suo atteggiamento amichevole e rispettoso per il mondo musulmano. Negli Stati Uniti, le immagini televisive del Papa nella Quinta Strada, il suo sorriso, il suo affetto per le persone, la sua amabilità, hanno suscitato l’entusiasmo e - diciamo - l’amicizia e la cordialità del popolo americano. Così è stato anche qui, nel Regno Unito: le immagini della Bbc e del pool delle televisioni che riprendevano hanno aiutato la gente a capire e a cambiare spesso l’opinione che aveva preventivamente sul Papa e, quindi, possiamo dire ad amarlo e ad essere più pronti ad ascoltare correttamente il suo messaggio.

D. - Il premier Cameron, al congedo, ha detto una cosa significativa: il Papa ha sfidato il Paese a pensare…

R. - Direi che questa è veramente un’ottima conclusione del viaggio ed è molto vera ed è bene che sia stata detta proprio dal capo del Governo e, quindi, da una delle persone più autorevoli nella società e nella vita del Regno Unito. Il Papa viene con questo desiderio: non impone, ma propone. Propone il messaggio della fede come un qualche cosa di positivo e propone delle riflessioni per poter discernere, per poter capire la situazione in cui noi ci troviamo oggi storicamente come società, come mondo, di fronte alle grandi sfide dell’oggi e del futuro, a quali valori possiamo orientarci, ai rischi anche di perdere l’orientamento ai valori essenziali. Ecco questo è un aspetto su cui vorrei insistere un poco. Il Papa ha sempre una proposta che è fondamentalmente positiva, perché il Vangelo è una proposta di salvezza, di bene per l’umanità. C’è sempre, però, lealmente il richiamo ai rischi, il richiamo ai problemi che la nostra società e il nostro tempo vive, il rischio di perdere delle radici, di perdere dei punti di orientamento. Il positivo, quindi, ma anche l’ammonimento per il pericolo. Spesso questi ammonimenti sui pericoli vengono intesi in modo polemico, come qualcosa di aggressivo, mentre invece sono veramente il frutto di una profonda preoccupazione per il bene di tutte le persone, degli uomini e delle donne di oggi, della società e del mondo. Q uando Cameron dice “la nostra società, tutto il Regno Unito, è stato invitato e sfidato da lei a fermarsi e pensare” vuol dire che ha capito esattamente questo: il messaggio del Papa merita di essere preso molto sul serio per capire qual è il bene che noi dobbiamo cercare, la strada che noi dobbiamo cercare per il bene delle nostre società e dell’umanità e non solo della comunità credente, ma anche della società in generale. Ecco che il Regno Unito, che è una società che certamente nel mondo ha una grande autorità - e questo dal punto di vista storico, dal punto di vista culturale, dal punto di vista linguistico, perché l’inglese è una lingua di grande diffusione nel mondo - abbia dimostrato di saper cogliere così bene l’atteggiamento corretto che bisogna tenere di fronte al Papa che parla, mi sembra un segno di grandissima speranza.

D. - Padre Lombardi, un’immagine che le resta di questo viaggio…

R. – Ecco, mi collego a quello che abbiamo appena detto. La società del Regno Unito, nell’insieme, che si mette in ascolto davanti alla proposta discreta, ma molto chiara e profonda che il Papa fa: è l’immagine del discorso nella Westminster Hall, in cui avevamo l’attenzione e il silenzio di tutti i rappresentanti di questa società, di questo Paese, anche al più alto livello, che ascoltavano che cosa il Papa avesse da proporre loro come riflessione sul rapporto tra fede e ragione, sul ruolo e il contributo che la fede può dare nella società oggi per la responsabilità che tutti noi abbiamo per il futuro della nostra società. L’immagine di questa immensa audience in ascolto attento davanti alla parola del Papa nel Westminster Hall, luogo storico e dove nessun Papa aveva mai parlato, mi sembra che esprima bene uno dei punti chiave di questo viaggio.







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