Mons. Strange: da Newman metodo e ispirazione per dialogare con la società secolarizzata
La Beatificazione del cardinale Newman è stato il momento culminante della visita
pastorale di Benedetto XVI nel Regno Unito. Con il nuovo Beato, il Papa mette dunque
l’accento sulla possibilità di un dialogo fruttuoso tra fede e ragione. Un aspetto,
questo, su cui si sofferma mons. Roderick Strange, rettore del Pontificio
Collegio Beda e biografo di Newman. L’intervista è del nostro inviato, Alessandro
Gisotti:
R. – Questo
suo interesse per il rapporto tra fede e ragione è il fondamento del suo pensiero,
del suo istinto pastorale. Mi piace davvero molto una frase tratta dal libro “La grammatica
dell’assenso”, dove dice: “Non intendo lasciarmi convertire da un sillogismo elegante;
se mi si chiede di servirmene per convertire qualcun altro, rispondo che non tengo
a conquistare il suo raziocinio senza toccare il suo cuore”. Questo mi sembra un punto
fondamentale per Newman, è un punto molto attraente per la gente.
D.
– Il cuore è stato proprio il tema del viaggio di Benedetto XVI. “Cor ad cor loquitur”,
il cuore che parla al cuore…
R. – Sì. Per Newman c’era un’oggettività
della dottrina e per lui il ruolo del cuore è fare di questo insegnamento un insegnamento
oggettivo, una dottrina oggettiva. Dev’essere spiegato in un modo da toccare veramente
il cuore di una persona. Il senso del Mistero, allora, diviene una cosa molto reale
per le persone.
D. – Pensando anche al valore ecumenico di questo viaggio,
quanto questa Beatificazione aiuterà i cristiani - e quindi non solo i cattolici –
a testimoniare la propria fede nella società britannica?
R. – Noi cristiani
possiamo dialogare, particolarmente in una società oggi molto secolarizzata. Newman
ci dà argomenti, idee, approcci per un dialogo. Penso che possa dare molto frutto
in futuro.