Siria: cresce l'abbandono scolastico dei profughi iracheni
Cresce il numero dei figli dei rifugiati iracheni in Siria che abbandonano lo studio
per dedicarsi a un’occupazione, spesso sottopagata. È sempre più difficile per molti
contribuire al bilancio familiare restando al passo con le lezioni, così la soluzione
più semplice è quella di rinunciare alla scuola. Nell’anno scolastico 2007-2008 erano
iscritti in 49.132, riporta il sito www.terrasanta.net, mentre nel 2008-2009 sono
stati registrati 32.425 studenti. “L’educazione è centrale per il futuro di tutti
i bambini. Avere una generazione che non è in grado di partecipare alla vita economica
del proprio Paese non serve a nessuno” spiega Sherazade Boualia, responsabile dell’Unicef
in Siria. Il Paese ospita circa un milione e 200 mila iracheni scappati dal 2003 dalle
violenze della guerra. Pur avendo accesso al sistema scolastico siriano, molti sono
costretti a rinunciarvi poiché le strutture non sono in grado di accogliere tutti
gli iscritti. A Damasco, dove vive la maggior parte dei rifugiati, le scuole sono
al limite. Ma c’è anche chi abita troppo lontano e chi non può permettersi nemmeno
il contributo simbolico richiesto dalle autorità per frequentare la scuola. E alle
difficoltà economiche si legano quelle psicologiche dovute a traumi o a problemi di
adattamento. Per frenare l’abbandono scolastico l’Unicef ha stanziato 6 milioni di
dollari. Il progetto prevede la costruzione di scuole dove è più alto il numero dei
rifugiati, classi di recupero per chi è rimasto indietro negli studi e corsi serali
per chi lavora. Per gli insegnanti è prevista invece una formazione particolare sui
bisogni psicologici e sociali dei ragazzi, e ciò al fine di aiutare gli studenti ad
affrontare i problemi all’interno della famiglia. (T.C.)