2010-09-19 14:55:00

La visita privata nell’Oratorio di San Filippo Neri fondato dal cardinale Newman


Dopo la Messa di Beatificazione, il Papa si è recato nell’Oratorio di San Filippo Neri fondato da John Henry Newman. Il tragitto in papamobile è stato seguito da due ali di folla festante. Benedetto XVI ha offerto un nuovo fuori programma per rispondere a tanto affetto, andando a salutare personalmente i tanti, soprattutto giovani, giunti per vederlo, e benedicendo dei bambini. La visita nell'Oratorio ha avuto carattere privato, ma nondimeno è stata di grande significato. Quando si convertì al cattolicesimo nel 1845, infatti, il nuovo Beato scelse proprio la famiglia degli oratoriani. Oggi, è dunque un giorno di grande gioia per tutti i seguaci di San Filippo Neri. Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza di padre Edoardo Aldo Cerrato, procuratore generale degli Oratoriani:RealAudioMP3

R. – Per noi oratoriani la Beatificazione di Newman, prima di ogni altra cosa, è un richiamo alla vocazione alla santità sulla via tracciata da San Filippo. Naturalmente questa Beatificazione per noi è motivo di gioia speciale. Newman è uno della famiglia.

D. – “Dalle ombre e dalle immagini alla verità”. Sono le parole che John Henry Newman fece dettare per la sua tomba. Questa ricerca della verità è stata in fondo il tratto fondamentale di tutta la sua vita...

R. – “Ex umbra et imaginibus ad veritatem” è la cifra della intera visione che Newman ha del mondo: esprime la destinazione reale della nostra intelligenza la quale abitando nella sfera della manifestazione - “imago” - e della parvenza - “umbra” - deve volere e cercare con tutta se stessa una certezza legittimata dalla verità. Di questa certezza Newman ha pensato le condizioni nell’epoca moderna senza cedere in nulla a quella che egli chiamava l’ “apostasia dei nostri tempi”, cioè la persuasione diffusa che dove è in gioco il nostro rapporto con l’Assoluto possiamo pervenire soltanto a posizioni opinabili senza poter affermare niente di stabile e, quindi, nulla che meriti di essere posto a fondamento della propria vita.

D. – Quanto una figura come Newman che seppe coniugare efficacemente fede e ragione può aiutare oggi la testimonianza cristiana in un mondo che, come più volte ha avvertito Benedetto XVI, vive come se Dio non esistesse?

R. – L’esperienza di Newman è esperienza di fede vagliata alla luce della ragione. Il cristiano è chiamato ad essere libero ma non indipendente, tanto più in un momento storico e culturale come quello che stiamo vivendo nel quale si assiste ad un capovolgimento di categorie per cui l’indipendenza personale sembra più importante della verità al punto che per la cultura avere un legame con la verità, con il bene, sembra essere un fatto negativo.

D. – Di Newman si conosce soprattutto il tratto intellettuale, il suo pensiero. Può soffermarsi sulla sua spiritualità, dove certo ritroviamo l’influsso dell’Oratorio di San Filippo Neri?

R. – Nella spiritualità di Newman risuona profondamente la spiritualità dell’oratorio filippino. La vocazione oratoriana ha segnato la vita e l’opera di Newman, la sua appartenenza all’oratorio ha caratterizzato metà della sua vita, quella vissuta nella Chiesa cattolica. Si può dire che il suo cammino di conversione è fotografato anche dal motto che Newman scelse per il sostegno cardinalizio: “Cor ad cor loquitur”. “Cor ad cor loquitur”, direi, esprime il principio fondamentale della vocazione cristiana, una chiamata all’incontro personale con Dio in Cristo.







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