2010-09-19 16:13:56

Elezioni in Afghanistan. Violenze e irregolarità: sei bambini tra le vittime


Le elezioni legislative di ieri in Afghanistan sono state caratterizzate da numerosi episodi di violenza: centinaia gli attacchi ai seggi, che hanno causato la morte di oltre 20 persone. I risultati ufficiali della tornata non saranno diffusi prima del 31 ottobre, ma a minare il successo dell’appuntamento elettorale ci sono anche le diffuse irregolarità denunciate nelle ultime ore. Ce ne parla Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

Dubbi e serie preoccupazioni riguardo alla qualità del voto. Così si sono espressi gli osservatori della Fondazione afghana per elezioni libere e trasparenti, che hanno lanciato un appello alla Commissione elettorale indipendente per assicurare la correttezza dello spoglio delle schede. Centinaia le denunce presentate finora, che segnalano schede false nelle urne e violenze ed intimidazioni da parte di candidati. Quasi 400 gli incidenti seri: alcuni seggi sono stati fatti saltare in aria ed altri sono stati occupati dai talebani. Oggi sono stati trovati i corpi di tre scrutatori rapiti ieri. Atre tre vittime che allungano la scia di sangue che ha segnato la tornata elettorale. “Coraggiosi - ha detto Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu - gli oltre 3 milioni e mezzo di afghani che si sono recati alle urne”. L’affluenza è stata del 40 per cento. Soddisfazione è stata espressa dalla diplomazia statunitense, che ha sottolineato l’importanza delle prime elezioni gestite interamente dagli afghani. Sul terreno, intanto, ancora violenze. In mattinata sei bambini hanno perso la vita per l’esplosione di un ordigno nel nord del Paese e i guerriglieri continuano a colpire le forze di sicurezza internazionali: sono 8 i soldati dell’Isaf uccisi negli ultimi due giorni, 25 dall’inizio di settembre. Tra di loro anche il tenente italiano Alessandro Romani. Oggi a Roma l’arrivo della salma, dove domani saranno celebrati i funerali.

Iraq-violenze
La guerriglia continua a colpire anche in Iraq. A Baghdad è salito ad almeno 31 vittime e oltre cento feriti il bilancio di due autobombe, esplose quasi simultaneamente, questa mattina, in due diverse zone del centro della capitale irachena. Lo ha riferito il Ministero dell’Interno.

Medio Oriente
La moratoria dell’espansione degli insediamenti ebraici in Cisgiordania al centro della missione negli Usa del ministro della Difesa israeliano Barak, che nei prossimi giorni incontrerà i vertici statunitensi. L’amministrazione Obama preme per uno stop di almeno 3 mesi in vista della scadenza di fine mese, ma Israele finora non ha assunto alcun impegno. Dal canto suo l’Autorità Nazionale Palestinese ha ribadito che la questione inciderà sulla prosecuzione dei negoziati diretti avviati all’inizio di settembre. Intanto, in caso di fallimento dei colloqui, il presidente Abu Mazen ha fatto sapere che non esclude l’ipotesi di dimissioni.

Dalla Russia missili alla Siria
Cresce la preoccupazione in Israele per la decisione della Russia di dotare la Siria di missili P-800 Yakont, che hanno una gittata di 300 chilometri e che sono difficilmente intercettabili. Secondo la stampa locale, i vertici militari israeliani temono che queste armi possano finire nelle mani degli Hezbollah libanesi. Israele, invece, sostiene il progetto dell’amministrazione Obama di vendere jet militari all’Arabia Saudita per contrastare la minaccia iraniana. Il Washington Post – che cita il Pentagono e fonti della Casa Bianca - ritiene che si stia attendendo il pronunciamento del Congresso per dare così il via libera all’operazione da 60 miliardi di dollari.

India
Stato di massima allerta in India, dopo la sparatoria avvenuta oggi nei pressi della principale moschea di Nuova Delhi, nella quale due turisti stranieri sono rimasti feriti. L’episodio avviene nel pieno delle tensioni scoppiate nel Kashmir indiano per le proteste separatiste represse dalla polizia. Si segnalano anche nuovi disordini nello Stato di Jammu, in seguito alla morte di tre manifestanti rimasti feriti nei giorni scorsi durante scontri con gli agenti. Sale così a 34 il numero delle vittime nell’ultima settimana. Le autorità indiane, ieri, hanno parzialmente sospeso il coprifuoco imposto nella regione.

Iran-Ahmadinejad
Il presidente iraniano Ahmadinejad ha smentito che le autorità di Teheran abbiano condannato a morte per lapidazione Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna accusata in Iran di adulterio e di complicità per l’assassinio del marito. Il leader della Repubblica, giunto a New York per la per l'Assemblea generale dell'Onu, in un’intervista alla tv Abc, ha chiesto agli Stati Uniti di rilasciare otto cittadini iraniani “arrestati e detenuti illegalmente”.

Elezioni in Svezia
Urne aperte stamattina in Svezia per le legislative. Si attende una forte partecipazione. I seggi chiuderanno alle 20.00. I sondaggi prevedono una riconferma dell’attuale governo di centrodestra e l’ingresso in Parlamento, per la prima volta, dell’estrema destra. Le ultime rilevazioni danno in leggera rimonta i socialdemocratici, che hanno dominato la scena politica del Paese negli ultimi 80 anni.

Grecia
Prosegue in Grecia lo sciopero dei camionisti contro il progetto di liberalizzazione del settore del governo. Centinaia i camion che, da questa mattina, assediano la periferia di Atene. Gli autotrasportatori, in rivolta ormai da una settimana, minacciano di entrare nella capitale nonostante il divieto del governo. Al momento non è stato registrato alcun incidente, ma la protesta rischia di inasprirsi in vista del voto parlamentare sulla legge previsto per il prossimo martedì.

Germania-nucleare
In Germania protesta contro il rilancio del nucleare deciso dal governo. Circa 100mila persone – 37mila secondo la polizia - sono scese in piazza a Berlino contro la decisione dell’esecutivo di Angela Merkel di prolungare di altri 12 anni l’utilizzo di alcune centrali nucleari nel Paese.

Cina-Giappone
La Cina ha bloccato i negoziati con il Giappone per aumentare i voli tra i due Paesi, annunciando in futuro altre “forti contromisure”. La decisione di Pechino segue quella di Tokyo di prolungare di altri 10 giorni la detenzione del capitano dell’imbarcazione cinese arrestato lo scorso 8 settembre in una zona di mare contesa fra le due nazioni.

Thailandia
In Thailandia tornano in piazza le “camicie rosse”, sostenitori dell’ex premier Shinawatra. Nonostante lo stato d’emergenza, che impedisce gli assembramenti, in migliaia si sono ritrovati oggi nel centro della capitale Bangkok per ricordare pacificamente il IV anniversario del golpe contro Shinawatra, dopo le proteste antigovernative conclusesi lo scorso mese di maggio con un bilancio di 91 morti. Centinaia di poliziotti, alcuni dei quali in assetto antisommossa, vigilano la zona. Si teme che i manifestanti possano occupare la piazza. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 262

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