Benedetto XVI proclama Beato Newman: accogliere il suo appello per un laicato che
sa cosa credere
Benedetto XVI ha celebrato al Cofton Park di Birmingham la Messa di Beatificazione
del cardinale John Henry Newman, momento culminante del viaggio apostolico nel Regno
Unito. Davanti a decine di migliaia di fedeli, il Papa ha rinnovato l’appello del
nuovo Beato per un laicato intelligente e non arrogante, che sappia ciò in cui crede.
Da Benedetto XVI anche un elogio al coraggio del popolo britannico, nel 70.mo anniversario
della “Battaglia d’Inghilterra” contro il regime nazista. All’Angelus, il Papa ha
ricordato la particolare devozione del Beato Newman per Maria. Da Londra, il servizio
di Alessandro Gisotti:
(canto)
Una
giornata di festa, un momento di gioia corale al culmine di un viaggio memorabile:
Benedetto XVI ha celebrato al Cofton Park di Birmingham la Messa di Beatificazione
di John Henry Newman, uno dei figli più illustri della nazione britannica:
“We
declare that the venerable Servant of God John Henry, cardinal Newman…” Davanti
a 60 mila fedeli giunti dall’Inghilterra e dall’Irlanda, il Papa ha letto la dichiarazione
di Beatificazione, annunciando che la festa del Beato John Henry Newman sarà celebrata
il 9 ottobre. Quindi, è stato svelato il ritratto del nuovo Beato, accolto da uno
scrosciante applauso dei fedeli:
(Applausi)
Nella sua
omelia, Benedetto XVI ha sottolineato che in Newman possiamo riconoscere “la santità
di un confessore” che ha dato “testimonianza eloquente” nel suo ministero sacerdotale
attraverso la predicazione, gli insegnamenti e gli scritti. Nel nuovo Beato, ha detto,
ritroviamo quella gentile tradizione britannica di “insegnamento, di profonda saggezza
umana e di intenso amore per il Signore” che ha fatto emergere abbondanti doni di
santità:
“Cardinal Newman’s motto, Cor ad cor loquitur…” “Il
motto del cardinale Newman, Cor ad cor loquitur, ‘il cuore parla al cuore’ – ha poi
osservato – ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana
come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano
di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio”. Egli, ha soggiunto, ci rammenta
che “la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina”.
L’insegnamento
di Newman, dunque, “spiega come il fedele cristiano si sia posto in maniera definitiva
al servizio dell’unico vero Maestro”, che ha “assegnato un compito specifico a ciascuno
di noi”. Benedetto XVI ha quindi rivolto l’attenzione alla grande opera intellettuale
di Newman:
“His insights into the relationship between faith and
reason…” “Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo
spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata”, ha spiegato, “non
furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano
ancora oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo”.
Il
Papa ha così reso onore alla visione dell’educazione di Newman alla base delle scuole
e degli istituti universitari cattolici di oggi:
“Firmly opposed
to any reductive or utilitarian approach…” “Fermamente contrario ad
ogni approccio riduttivo o utilitaristico – ha rammentato – egli cercò di
raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina
morale e l’impegno religioso procedessero assieme”. Ed ha richiamato il famoso appello
del nuovo Beato per un laicato intelligente e ben istruito, “un laicato non arrogante,
non precipitoso nei discorsi, non polemico”, che sa bene cosa credere e cosa non credere.
Una visione, ha auspicato, che possa ispirare quanti oggi sono impegnati nel compito
dell’insegnamento e della catechesi.
Il Santo Padre non ha poi mancato
di soffermarsi sulla dimensione pastorale della vita e dell’opera di Newman, ricordandone
in particolare “il calore e l’umanità”:
“He lived out that profoundly
human vision of priestly…” “Egli - ha ricordato – visse quella visione
profondamente umana del ministero sacerdotale” durante gli anni spesi nell’Oratorio
da lui fondato a Birmingham, in particolare “visitando i malati ed i poveri” e “prendendosi
cura di quanti erano in prigione”. Alla sua morte, ha detto, “molte migliaia di persone
si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla
sepoltura a mezzo miglio da qui”. E’ bello allora, centoventi anni dopo, vedere “grandi
folle” nuovamente riunirsi qui per il riconoscimento di santità di “questo amatissimo
padre di anime”.
Il Papa non ha poi mancato di ricordare che oggi nel
Regno Unito si commemora il 70.mo anniversario della “Battaglia d’Inghilterra”:
“For
me as one who lived and suffered through the dark…” “Per me, che ho
vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania – ha confidato
il Papa – è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare
quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente
alle forze di quella ideologia maligna”.
Il mio pensiero - ha soggiunto
- “va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento
e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940”:
“Seventy
years later, we recall with shame and horror…” “Settant’anni dopo –
ha affermato – ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e
distruzione che la guerra porta con sé”. Ha così rinnovato il “proposito di agire
per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti”.
Prima della recita dell’Angelus, il Papa ha salutato i fedeli di Siviglia, dove ieri
è stata beatificata Madre Maria Purisma de la Cruz. Che la nuova Beata, ha detto,
sia “di ispirazione per le giovani donne a seguire il suo esempio di amore totale
a Dio e al prossimo”.