2010-09-18 15:34:23

L'arcivescovo di Canterbury: previsioni smentite, calda accoglienza per il Papa


Sulla celebrazione ecumenica e sulla visita del Papa, in generale, ascoltiamo il commento dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, al microfono della nostra inviata Philippa Hitchen:RealAudioMP3

R. – The main thing I want to say...
La cosa principale che voglio dire è che è stata un’occasione estremamente felice e l’accoglienza che il Papa ha avuto dai vescovi anglicani, dalla gente in strada e naturalmente a Westminster Hall è stata enormemente positiva. E certamente la preghiera ecumenica della sera nell’Abbazia è stata intensamente commovente per tutti i presenti.

D. – Questo viaggio ha superato le aspettative?

R. – I think one of the nice things…
Penso che una delle cose belle sia stata proprio la percezione che molte delle previsioni fatte siano risultate sbagliate. Nel senso che questa è stata un’occasione davvero benedetta e la gente è uscita per le strade per manifestare la sua fede.

D. – Può dirci nulla dell’incontro privato con il Papa, se avete discusso anche dei problemi nei rapporti tra anglicani e cattolici?

R. – Those are issues that get...
Quelle sono questioni che vengono discusse per consuetudine nei nostri dialoghi ufficiali e penso che sia un peccato dedicare il nostro tempo in privato parlando solo delle difficoltà. Quindi, abbiamo parlato dei cristiani in Terra Santa con un occhio al prossimo Sinodo. Abbiamo parlato di alcune delle grandi aree di conflitto dove stiamo cercando di lavorare insieme; di come le gerarchie anglicane e cattoliche abbiano lavorato insieme in Sudan, testimoni e portatori di pace, e di come sia urgente rafforzare tutto questo. Abbiamo parlato dell’argomento quindi di come impegnarsi in un dialogo razionale con il mondo laico.

D. – Sì, entrambi avete parlato del bisogno di una maggiore cooperazione, perché la percezione nella società rimane quella di grandi divisioni e punti di vista contrastanti tra le due Chiese. Deve rappresentare una grande preoccupazione per voi?

R. – Conflict always makes a better headline...
Il conflitto è sempre una storia migliore per un titolo di giornale che non l’armonia. Ma come molte persone mi hanno detto in questa occasione, quando si pensa a quanto questo sarebbe stato totalmente inimmaginabile 40 o 50 anni fa, anche agli inizi del Concilio Vaticano II, chiaramente qualcosa è accaduto - e parte di questo qualcosa è un ritorno alle radici, qualcosa di cui il Papa ed io abbiamo parlato in privato - sono alcuni dei nostri entusiasmi teologici in comune - l’eredità dei Padri e di nuovo il pregare insieme al sacrario di Edoardo il Confessore, guardando indietro all’epoca in cui i confini non erano quelli che ci sono ora tra i cristiani – e tutto questo è parte penso di un quadro molto positivo. E penso sia un peccato che il mondo veda solamente le liti o le piccole cose negative mentre l’immenso peso della preghiera quotidiana, della comprensione, dell’amore e dell’amicizia che c’è tra noi passa inosservato.

D. – La visita di Giovanni Paolo II nel 1982 è stata vista come un grande passo avanti verso la riconciliazione. Cosa auspica da questa visita a Lambeth?

R. – My prayer…
La mia preghiera e la mia speranza per questa visita è che aiuti a promuovere la fede in questo Paese e aiuti la gente a riconoscere le tante persone assolutamente comuni che credono in Dio, credono nella vita sacramentale della Chiesa e fondano la propria vita su tutto ciò.







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