L'arcivescovo di Canterbury: previsioni smentite, calda accoglienza per il Papa
Sulla celebrazione ecumenica e sulla visita del Papa, in generale, ascoltiamo il commento
dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, al microfono della nostra inviata
Philippa Hitchen:
R. – The
main thing I want to say... La cosa principale che voglio dire è che è stata
un’occasione estremamente felice e l’accoglienza che il Papa ha avuto dai vescovi
anglicani, dalla gente in strada e naturalmente a Westminster Hall è stata enormemente
positiva. E certamente la preghiera ecumenica della sera nell’Abbazia è stata intensamente
commovente per tutti i presenti.
D. – Questo viaggio ha superato le
aspettative?
R. – I think one of the nice things… Penso che
una delle cose belle sia stata proprio la percezione che molte delle previsioni fatte
siano risultate sbagliate. Nel senso che questa è stata un’occasione davvero benedetta
e la gente è uscita per le strade per manifestare la sua fede.
D. –
Può dirci nulla dell’incontro privato con il Papa, se avete discusso anche dei problemi
nei rapporti tra anglicani e cattolici?
R. – Those are issues that get... Quelle
sono questioni che vengono discusse per consuetudine nei nostri dialoghi ufficiali
e penso che sia un peccato dedicare il nostro tempo in privato parlando solo delle
difficoltà. Quindi, abbiamo parlato dei cristiani in Terra Santa con un occhio al
prossimo Sinodo. Abbiamo parlato di alcune delle grandi aree di conflitto dove stiamo
cercando di lavorare insieme; di come le gerarchie anglicane e cattoliche abbiano
lavorato insieme in Sudan, testimoni e portatori di pace, e di come sia urgente rafforzare
tutto questo. Abbiamo parlato dell’argomento quindi di come impegnarsi in un dialogo
razionale con il mondo laico.
D. – Sì, entrambi avete parlato del bisogno
di una maggiore cooperazione, perché la percezione nella società rimane quella di
grandi divisioni e punti di vista contrastanti tra le due Chiese. Deve rappresentare
una grande preoccupazione per voi?
R. – Conflict always makes a better
headline... Il conflitto è sempre una storia migliore per un titolo di giornale
che non l’armonia. Ma come molte persone mi hanno detto in questa occasione, quando
si pensa a quanto questo sarebbe stato totalmente inimmaginabile 40 o 50 anni fa,
anche agli inizi del Concilio Vaticano II, chiaramente qualcosa è accaduto - e parte
di questo qualcosa è un ritorno alle radici, qualcosa di cui il Papa ed io abbiamo
parlato in privato - sono alcuni dei nostri entusiasmi teologici in comune - l’eredità
dei Padri e di nuovo il pregare insieme al sacrario di Edoardo il Confessore, guardando
indietro all’epoca in cui i confini non erano quelli che ci sono ora tra i cristiani
– e tutto questo è parte penso di un quadro molto positivo. E penso sia un peccato
che il mondo veda solamente le liti o le piccole cose negative mentre l’immenso peso
della preghiera quotidiana, della comprensione, dell’amore e dell’amicizia che c’è
tra noi passa inosservato.
D. – La visita di Giovanni Paolo II nel 1982
è stata vista come un grande passo avanti verso la riconciliazione. Cosa auspica da
questa visita a Lambeth?
R. – My prayer… La mia preghiera
e la mia speranza per questa visita è che aiuti a promuovere la fede in questo Paese
e aiuti la gente a riconoscere le tante persone assolutamente comuni che credono in
Dio, credono nella vita sacramentale della Chiesa e fondano la propria vita su tutto
ciò.