All’insegna della tensione le elezioni legislative in Afghanistan. Ieri uccisi due
soldati della forza internazionale
Elezioni nel caos oggi in Afghanistan. Attentati, attacchi e altre violenze stanno
costellando le consultazioni odierne per il rinnovo del parlamento, una tappa considerata
fondamentale per la stabilizzazione del Paese. Due vittime ieri tra i militari della
forza internazionale, tra i quali un italiano. Da Kabul, il servizio di Barbara Schiavulli:
Una tornata
elettorale contrassegnata dalla tensione. Salvatore Sabatino ha raggiunto telefonicamente
nella capitale afghana, il collega Maurizio Salvi, al quale ha chiesto di raccontarci
qual è il clima che si respira in città:
R. – Prevedibilmente,
è abbastanza teso perché i talebani per la seconda volta in pochi giorni hanno avvertito
che hanno intenzione di mettere in atto un piano di cui non hanno indicato i particolari,
per sostenere il loro appello al boicottaggio del processo elettorale. Il sequestro
dei due candidati segue all’uccisione di altri quattro che era avvenuta nei giorni
scorsi e soprattutto, su tutto il territorio nazionale ci sono attentati diversi,
uccisioni e sono ricomparse ieri sera le famose “lettere notturne” che sono le minacce
che i talebani consegnano a domicilio agli elettori.
D. – Bisogna sottolineare
la presenza, tra i candidati, di molte donne finite sotto la lente d’ingrandimento
dei talebani: la loro presenza risulta comunque importante per la democratizzazione
del Paese …
R. – Assolutamente! Questo è uno dei fatti centrali e innovativi
di questo nuovo appuntamento elettorale, perché la legge elettorale prevede che dei
265 seggi della Camera Bassa, 68 siano obbligatoriamente destinati a donne e circa
280 donne si sono candidate per questi seggi e nessuna di esse, alla fine della campagna,
si è ritirata. Peraltro, bisogna dire che nessuna candidata è stata toccata da vicende
di violenza elettorale.
D. – Gli Stati Uniti si dicono certi che questa tornata
elettorale non sarà contrassegnata dai brogli così come avvenne per il ballottaggio
delle presidenziali, lo scorso anno. Quali sono i controlli, su questo fronte?
R.
– Ci sono molte novità. Nessuno pensa che i brogli non ci saranno perché il territorio,
la natura delle persone, la stessa tradizione delle procedure in questo tipo di appuntamenti
lasciano pensare che i brogli ci saranno. Si spera che siano minori e per questo l’ufficio
dell’Onu di Kabul è riuscito, d’intesa con la commissione elettorale indipendente,
ad introdurre una serie di nuove norme e procedure, per esempio, un nuovo tipo d’inchiostro
in cui l’elettore, una volta che avrà votato, dovrà intingere il dito; dall’altra,
una perquisizione fisica che avverrà all’ingresso dei seggi per evitare che ci siano
schede nelle tasche delle persone da introdurre nell’urna. Infine, la commissione
elettorale indipendente ha sostituito 6 mila addetti con nuove persone formate appositamente.