Violenze alla vigilia delle elezioni in Afghanistan. Karzai chiede al Paese di recarsi
alle urne
In Afghanistan un militare della Nato ha perso la vita in un’imboscata dei ribelli
che sono entrati in azione anche a Farha provocando il ferimento di due militari italiani.
Il tutto alla vigilia delle elezioni legislative, segnate anche dal rapimento di 2
candidati e di 18 operatori da parte dei talebani che già nei giorni scorsi avevano
minacciato violenze. Il presidente Karzai, da parte sua, ha lanciato un appello affinché
tutti si rechino alle urne. Ma qual è il clima che si respira a Kabul? Salvatore
Sabatino lo ha chiesto al collega Maurizio Salvi, raggiunto telefonicamente
nella capitale afghana:
R. – Prevedibilmente,
è abbastanza teso perché i talebani per la seconda volta in pochi giorni hanno avvertito
che hanno intenzione di mettere in atto un piano di cui non hanno indicato i particolari,
per sostenere il loro appello al boicottaggio del processo elettorale. Il sequestro
dei due candidati segue all’uccisione di altri quattro che era avvenuta nei giorni
scorsi e soprattutto, su tutto il territorio nazionale ci sono attentati diversi,
uccisioni e sono ricomparse ieri sera le famose “lettere notturne” che sono le minacce
che i talebani consegnano a domicilio agli elettori.
D. – Bisogna sottolineare
la presenza, tra i candidati, di molte donne finite sotto la lente d’ingrandimento
dei talebani: la loro presenza risulta comunque importante per la democratizzazione
del Paese …
R. – Assolutamente! Questo è uno dei fatti centrali e innovativi
di questo nuovo appuntamento elettorale, perché la legge elettorale prevede che dei
265 seggi della Camera Bassa, 68 siano obbligatoriamente destinati a donne e circa
280 donne si sono candidate per questi seggi e nessuna di esse, alla fine della campagna,
si è ritirata. Peraltro, bisogna dire che nessuna candidata è stata toccata da vicende
di violenza elettorale.
D. – Gli Stati Uniti si dicono certi che questa
tornata elettorale non sarà contrassegnata dai brogli così come avvenne per il ballottaggio
delle presidenziali, lo scorso anno. Quali sono i controlli, su questo fronte?
R.
– Ci sono molte novità. Nessuno pensa che i brogli non ci saranno perché il territorio,
la natura delle persone, la stessa tradizione delle procedure in questo tipo di appuntamenti
lasciano pensare che i brogli ci saranno. Si spera che siano minori e per questo l’ufficio
dell’Onu di Kabul è riuscito, d’intesa con la commissione elettorale indipendente,
ad introdurre una serie di nuove norme e procedure, per esempio, un nuovo tipo d’inchiostro
in cui l’elettore, una volta che avrà votato, dovrà intingere il dito; dall’altra,
una perquisizione fisica che avverrà all’ingresso dei seggi per evitare che ci siano
schede nelle tasche delle persone da introdurre nell’urna. Infine, la commissione
elettorale indipendente ha sostituito 6 mila addetti con nuove persone formate appositamente.