Ue e Usa chiedono l'estensione dello stop agli insediamenti israeliani in Cisgiordania
Il Consiglio Europeo, riunito oggi a Bruxelles, si è occupato della situazione israelo-palestinese.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dei 27 ha chiesto un’estensione della moratoria
degli insediamenti ebraici in Cisgiordania, in scadenza il 26 settembre prossimo,
per consentire un buon esito dei colloqui diretti tra israeliani e palestinesi in
corso in questi giorni. Sulla stessa linea anche gli Stati Uniti, principali mediatori
in questi negoziati. Su questa fase del processo di pace in Medio Oriente, Giancarlo
La Vella ha intervistato Giorgio Bernardelli, esperto dell’area:
R. - Questo
è un negoziato pieno di insidie. E’ un conflitto complesso e pieno di punti che possono
creare attriti e tensioni. Io credo che, però, se si passerà questo primo scoglio,
questo negoziato durerà parecchio. Non penso che ci saranno ostacoli tali da far saltare
tutto all’inizio. Certo, non c'è garanzia del fatto che il negoziato poi porti a un
risultato positivo e a una risoluzione del conflitto. Tuttavia credo che si passerà
questo scoglio del 26 settembre. La cosa interessante è il modo in cui potrebbe essere
superato questo scoglio. Il ragionamento è: se noi definiamo nell’arco di pochi mesi
quella che potrebbe essere la mappa di questi due Stati, una volta per tutte, a quel
punto un problema come quello della costruzione degli insediamenti non esiste più.
Netanyahu non ci ha mai detto quali sono i confini di questo Stato palestinese che
lui ha in mente. Se davvero nel giro di tre mesi si arrivasse a questa mappa sarebbe
un passo in avanti molto importante.
D. - Credi che la comunità internazionale
imponga dei termini a questi negoziati affinché non vadano troppo in avanti ma per
arrivare a una soluzione quanto prima?
R. - Questo è un negoziato in
cui l’amministrazione americana si sta giocando moltissimo e i frutti si vedono anche
perché questo negoziato fino a pochi mesi fa era assolutamente impensabile. Io credo
che più che sui tempi le pressioni saranno sulla sostanza. Certo l’amministrazione
Obama non vuole un negoziato che vada avanti a tempo indeterminato. Poi c’è anche
un’urgenza dettata dal fatto che la situazione sul terreno richiede decisioni abbastanza
rapide.
Kashmir Proseguono le manifestazioni di protesta nel
Kashmir indiano, originate dalla vicenda del rogo del Corano negli Stati Uniti e degenerate
in scontri di stampo separatista. Nelle ultime 24 ore la polizia ha ucciso 5 persone,
durante le ultime dimostrazioni, mentre l’esercito ha annunciato che domani riprenderanno
i collegamenti aerei verso Srinagar, interrotti dopo la chiusura dell'aeroporto.
Afghanistan Le
violenze a sfondo anticristiano non hanno risparmiato neanche l’Afghanistan, dove
la popolazione ha protestato anche contro le elezioni legislative di dopodomani. Si
registra una vittima durante una manifestazione davanti ad una base della Nato nella
zona meridionale. I talebani hanno lanciato un nuovo appello al boicottaggio del voto,
annunciando attentati contro i seggi. Almeno 8 gli insorti uccisi dalle forze internazionali,
mentre diverse operazioni dei ribelli hanno provocato 11 morti.
Afghanistan-Pakistan Afghanistan
e Pakistan hanno deciso di rafforzare la collaborazione per eliminare le basi degli
estremisti islamici. Ieri ad Islamabad c’è stato un incontro tra il presidente pakistano
Zardari e quello Afghano Karzai, il quale ha ricordato l’esistenza di covi utilizzati
per l’addestramento di miliziani sia da Al Qaeda che dai Talebani. In questo quadro
non si arresta l’offensiva antiterrorismo da parte degli americani, che si concentra
sulle zone tribali del Pakistan. Due raid aerei nelle ultime 24 ore contro postazioni
degli estremisti hanno provocato almeno 17 vittime.
Pakistan alluvioni 451
milioni di dollari in favore del Pakistan devastato dalle inondazioni. E’ il versamento
di fondi di emergenza confermato dal Fondo Monetario Internazionale dopo l’impegno
annunciato in queste settimane dal direttore Strauss-Kahn. L’istituzione, in una nota,
ha spiegato che questi fondi serviranno “a finanziare le importazioni necessarie''.
Turchia
attentato Attentato stamattina in Turchia contro un minibus. Almeno 10 persone
hanno perso la vita per lo scoppio di un ordigno radiocomandato al passaggio del mezzo.
Le forze di sicurezza attribuiscono l’agguato ai ribelli separatisti del Partito del
Lavoratori del Kurdistan (Pkk)
Cambogia Quattro ex dirigenti del
partito comunista cambogiano dei Khmer rossi sono stati rinviati a giudizio, davanti
al tribunale di Phnom Penh istituito dalle Nazioni unite, per genocidio, crimini contro
l'umanità e crimini di guerra. Lo ha indicato la stessa Corte di giustizia.
Italia
Fiat In Italia via libera dell'assemblea degli azionisti della Fiat alla scissione
del gruppo in Fiat e Fiat Industrial. L’amministratore delegato del Lingotto Marchionne
ha difeso l’impegno della casa torinese confermando che nello stabilimento di Pomigliano
la produzione della Panda comincerà nel 2011.
Grecia disoccupazione Aumenta
la disoccupazione in Grecia. Ha raggiunto il massimo storico nel secondo trimestre
del 2010: 11 e 8 per cento a fronte dell’8 e 9 per cento registrato nello stesso periodo
dell’anno scorso. Intanto, mentre i camionisti hanno deciso di proseguire la loro
protesta contro il progetto di riforma del settore al vaglio del Parlamento, l’esecutivo
di Atene ha escluso l’ipotesi di ristrutturare il proprio debito. Il ministro delle
Finanze Papaconstantinou ha avvertito che la mossa comporterebbe gravi conseguenze
per tutta la zona euro.
Niger rapimento Rapito in Niger un gruppo
di 7 persone, tra cui cinque francesi, impiegati nel Paese africano nel settore energetico
e delle infrastrutture. E’ successo nella regione di Arlit. Parigi ha confermato la
notizia, diffusa dal quotidiano Le Monde. L’atto non è stato ancora rivendicato. Tuttavia
le autorità locali temono che sia opera del braccio maghrebino di al Qaeda.
Guinea
elezioni Rinviato il secondo turno delle elezioni presidenziali in Guinea,
previsto inizialmente per domenica prossima. La decisione della Commissione elettorale
nazionale indipendente scaturisce ufficialmente da problemi organizzativi. La situazione
nel Paese resta tesa dopo che sono state accertate frodi e irregolarità durante il
primo turno. Nei giorni scorsi erano scoppiati disordini, che nella capitale Conakry
avevano causato almeno un morto e una sessantina di feriti.
Spagna-Marocco Nuove
tensioni tra Spagna e Marocco in seguito all’odierna visita del capo dell’opposizione
spagnola, Rajoy, nell’enclave di Melilla, che assieme a Ceuta è rivendicata da Rabat.
Il primo ministro marocchino, Abas el Fasi, ha parlato di una “provocazione” mentre
attivisti marocchini hanno annunciato azioni di protesta alla frontiera. (Panoramica
internazionale a cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 259
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