Sciopero degli indios mapuche in Cile: i vescovi per la mediazione e il dialogo
La presidenza della Conferenza episcopale cilena ha espresso ieri un ampio e forte
sostegno all’opera di mediazione tra le autorità del Paese e i 34 aborigeni mapuches
in sciopero della fame da 66 giorni; al tempo stesso, i presuli, hanno dichiarato
il medesimo appoggio al dialogo quale metodo adeguato per risolvere i conflitti sociali.
“Abbiamo ricevuto con grande speranza la disponibilità di diversi attori politici,
scrivono i vescovi, del governo e della società civile, per stabilire un tavolo di
dialogo che consenta di risolvere il più presto possibile la situazione dei ‘comuneros
mapuches’ che sono in sciopero della fame molto prolungato”. “Noi - sottolineano i
vescovi - esprimiamo un pieno sostegno alle gestione della trattativa che, a richiesta
del potere esecutivo, porta avanti l’arcivescovo di Concepción, mons. Ricardo Ezzati,
in collaborazione con il vescovo di Temuco mons. Manuel Camilo Vial, come un servizio
per facilitare presto il ristabilimento del dialogo tra le parti coinvolte e si metta
fine allo sciopero della fame”. I presuli d’altra parte, ricordando precedenti prese
di posizione dell’episcopato sulla situazione del Paese, ricordano che “questo impegno
non si può limitare alla sola soluzione dei problemi, o a un conflitto in particolare”
e che invece occorre “puntare sui temi di fondo per fare passi significativi nella
convivenza fraterna, giusta e pacifica tra tutti coloro che vivono nel nostro caro
Cile”. Infine, evocando le celebrazioni del Bicentenario i vescovi rinnovano il loro
appello in favore della vita e del dialogo poiché, scrivono, “sono i fondamenti della
convivenza. Nulla si guadagna quando si rinvia o ostacola il dialogo poiché in una
società organizzata le persone desiderano essere ascoltate per comprendersi meglio”.
(A cura di Luis Badilla)