Presentato a Ginevra il rapporto Onu sui bambini nei conflitti armati
Durante i lavori della quindicesima riunione del Consiglio dei diritti umani in corso
a Ginevra, è stato presentato dalla rappresentante speciale dell’Onu, Radhika Coomaraswamy,
il rapporto sui bambini nei conflitti armati. Dal documento, ripreso dall'agenzia
Misna, si evince che nonostante alcuni successi in Nepal, Sudan e Burundi, dove sono
stati siglati accordi tra gruppi armati e governo che hanno permesso il ritorno dei
bambini a una vita normale, la situazione rimane critica in numerosi conflitti africani.
È il caso della Repubblica Democratica del Congo, dove sono stati segnalati numerosi
casi di stupro a danno di donne e bambini. L’ultimo caso è stato riportato il 7 luglio
scorso, quando, nella cittadina di Luvungi, più di 200 donne sono state violentate
dalle Forze democratiche per la liberazione del Rwanda; dal barbaro atto non sono
stati risparmiati bambine e bambini. Il commissario speciale, riporta l’agenzia stampa
Misna, ha quindi puntato il dito sulla comunità internazionale, che non può e non
deve lasciare impuniti tali barbarie ma deve denunciare i colpevoli e portarli dinanzi
alla giustizia. Grande attenzione è stata poi data alle nuove forme di schiavitù minorile
definite dalla relatrice speciale sulla schiavitù, Gulnara Shahiniana, “una realtà
sconvolgente della nostra epoca”. Il rapporto si è poi concluso con l’invito a non
sottovalutare il ruolo dell’istruzione minorile come soluzione a lungo termine del
problema e con l’auspicio a introdurre una convenzione internazionale che regoli il
lavoro degli agenti di sicurezza privati, che, agendo molto spesso come mercenari,
agiscono indisturbati violando le norme di diritto internazionale. (M.O.)