La società britannica tra secolarizzazione e sete di Dio
Sulla società britannica, la sua religiosità e il processo di secolarizzazione, Alessandro
Gisotti ha raccolto a Edinburgo la testimonianza di uno scolastico gesuita, Samuel
Overloop:
R. – Non
credo che quella del Regno Unito si possa definire "tout court" una società secolarizzata.
Credo che la fede, qui in Inghilterra, sia molto importante e lo dico anche per esperienza
personale. Ho incontrato moltissime persone in parrocchia come altrove e per loro
Dio è importante. Scoprire questo è stata per me una grande gioia: la fede non è una
cosa marginalizzata. Credo che la sfida più importante sia quella di riuscire ad entrare
in dialogo con questo mondo secolarizzato che, comunque, esiste; un dialogo tra fede
e ragione. Una sfida, come sottolinea il Papa stesso, è quella di riscoprirci una
minoranza creativa: dobbiamo diventare di nuovo un piccola Chiesa, umile e mite, ma
con profonde radici nella fede e che non abbia paura di testimoniare. Il compito della
Chiesa, di noi religiosi e dei catechisti, è quello di formare delle persone che siano
profondamente radicate in Dio e, allo stesso tempo, però, persone profondamente inserite
nel mondo professionale. Dobbiamo creare delle comunità gioiose, perché è attraverso
queste comunità che i giovani tornato di nuovo alla Chiesa. La giustizia sociale rappresenta
certamente un’altra sfida, perché tanti politici si ispirano molto alla Dottrina sociale
della Chiesa e questa è una cosa che non deve essere nascosta, ma dobbiamo proclamarlo
dai tetti. Lasciamoci, quindi, sfidare dal mondo!