2010-09-16 14:43:13

Forte calo della mortalità materna nel mondo, ma dati ancora lontani dagli Obiettivi del Millennio


La mortalità materna nel mondo è calata di un terzo rispetto al numero di decessi del 1990. Del notevole progresso ne dà l'annuncio il nuovo rapporto "Trends in maternal mortality" realizzato da Oms, Unicef, Unfra e Banca Mondiale. Secondo la ricerca il numero di donne che muore per complicazioni legate alla gravidanza e al parto è diminuito del 34%, da un valore stimato di 546.000 decessi nel 1990 a 358.000 nel 2008. Tuttavia, come fanno notarer gli stessi autori del rapporto, c’è ancora molto da fare: il tasso di diminuzione è meno della metà di ciò che è necessario per conseguire l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio di ridurre il tasso di mortalità materna del 75% tra il 1990 e il 2015, che richiederà una diminuzione annua del 5,5%; il calo del 34% rispetto al 1990 equivale ad una diminuzione media annua di appena il 2,3%. "La riduzione dei tassi globali di mortalità materna è una notizia incoraggiante" afferma in una nota diffusa dall’Unicef, Margaret Chan, Direttore generale dell'OMS. “I Paesi in cui le donne corrono un alto rischio di morire durante la gravidanza o il parto stanno adottando misure che si stanno dimostrando efficaci; questi Paesi stanno formando più ostetriche, rafforzando gli ospedali e i centri sanitari per assistere le donne in gravidanza. Nessuna donna dovrebbe morire a causa di un accesso inadeguato alla gravidanza e all'assistenza al parto". Le donne in gravidanza continuano a morire per quattro cause principali: gravi emorragie dopo il parto, infezioni, crisi ipertensive e aborti effettuati in condizioni non sicure. Nel 2008 ogni giorno circa 1.000 donne sono morte a causa di queste complicazioni. Il 99% di tutti i decessi materni si è verificato nei Paesi in via di sviluppo. Su 1.000 donne: 570 vivevano nell'Africa sub-sahariana, 300 nell’Asia meridionale e solo 5 in Paesi ad alto reddito. Il documento sottolinea, infatti, che il rischio di una donna di un Paese in via di sviluppo di morire per una causa connessa alla gravidanza è circa 36 volte superiore rispetto ad una donna che vive in un Paese sviluppato. "Per raggiungere il nostro obiettivo mondiale di migliorare la salute materna e per salvare la vita delle donne dobbiamo fare di più per raggiungere coloro che sono più a rischio ", dice Anthony Lake, direttore generale dell'Unicef. "Ciò significa raggiungere le donne nelle zone rurali e le famiglie più povere, quelle appartenenti alle minoranze etniche e ai gruppi indigeni e le donne che vivono con HIV e nelle aree di conflitto". Le organizzazioni che hanno contribuito alla ricerca si stanno dunque focalizzando sui Paesi con i maggiori problemi e aiutano i governi a sviluppare e ad adeguare i propri piani sanitari nazionali per accelerare i progressi nella salute materna e neonatale. (M.G.)







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