Celebrato il 25.mo anniversario di fondazione della Fraternità Missionaria San Carlo
Borromeo
Ieri, 14 settembre, Festa dell'Esaltazione della Santa Croce, è stato celebrato a
Roma il 25.mo anniversario di fondazione della Fraternità Missionaria San Carlo Borromeo,
nata sul carisma di don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione.
Il servizio di Rosario Tronnolone:
“Una passione
per la gloria di Cristo e la vita come testimonianza di tale passione”. In questa
frase di don Giussani, don Massimo Camisasca vede racchiuso tutto l’intendimento della
Fraternità Missionaria San Carlo Borromeo, da lui fondata il 14 settembre del 1985.
In occasione del 25.mo anniversario di fondazione della Fraternità, don Massimo ha
celebrato una Messa presso la parrocchia di Santa Maria in Domnica alla Navicella,
a Roma, e ha detto, nell’omelia:
“Dio ha tanto amato il mondo da dare
il suo figlio unigenito. Se vogliamo capire qualcosa di questi 25 anni, dobbiamo sprofondare
il nostro sguardo e il nostro cuore in questo mistero per cui Dio dona il Suo Figlio
unigenito affinché gli uomini siano salvi. Se non entriamo in questa esperienza del
dono che Dio fa del Figlio per noi, non abbiamo le chiavi per entrare nelle ragioni
di questa nostra comunità. Essa nasce innanzitutto come misericordia di Dio per la
nostra vita. È un raggio della croce”.
La Fraternità, riconosciuta da
Giovanni Paolo II nel 1999, conta oggi 104 membri definitivi che conducono vita comune
ed è presente con più di venti missioni in Europa, Asia, Africa e America. Fedele
al carisma originario di don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione
e Liberazione, la Fraternità San Carlo Borromeo ha come fine l’evangelizzazione e
l’educazione alla fede attraverso l’esercizio del ministero sacerdotale. Ascoltiamo
ancora don Massimo Camisasca:
“La Fraternità in questi 25 anni è stata
per me una scuola per imparare a non vivere per me stesso e a non morire per me stesso.
Spero che per tutto il tempo che mi resta da vivere, questa scuola possa continuare
per me, ma anche per ciascuno di voi”.