2010-09-14 15:34:10

Festa dell'Esaltazione della Croce. Il commento di p. Francesco Cordeschi: la croce è la 'password' per entrare in un mondo nuovo


La Chiesa celebra oggi la festa dell’Esaltazione della Croce. Quello che un tempo era uno strumento di supplizio per i cristiani è l’albero della vita, perché è il segno della gloria di Cristo, che attraverso la sofferenza ha vinto la morte. Ma la Croce è da intendere anche come quel distacco dalla terra del peccato che consente di trascendere verso l’alto, di elevarsi a Dio; ed è inoltre espressione dell’amore di Dio per l’uomo, come spiega al microfono di Tiziana Campisi padre passionista Francesco Cordeschi:RealAudioMP3  

R. - E’ l’esaltazione dell’amore immenso di Gesù, che dà la vita per far conoscere l’amore misericordioso del Padre. La Croce è, quindi, espressione di Dio all’uomo. Non è soltanto sofferenza, è prendere coscienza che Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio per noi. C’è nel Vangelo di Giovanni, nel capitolo 12, il brano bellissimo che racconta del momento in cui Gesù, mentre pregava, si chiedeva come affrontare la sua ora e diceva: “Che devo fare? Accetto quest’ora o ci rinuncio?”. E dice poi al Padre: “Sia fatta la tua volontà”. Venne allora la voce dal cielo che disse: “L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò”. Quindi, l’esaltazione della Croce, la glorificazione della Croce, non è altro che prendere coscienza di un amore grande del Padre che si è donato all’uomo.

 

D. - Perché oggi c’è la tendenza, invece, a rifiutare la Croce, il dolore, la sofferenza?

 

R. - Perché purtroppo abbiamo fatto passare la Croce soltanto come sofferenza. La Croce non è altro, invece, che la volontà di Dio che viene proposta all’uomo. “Tu sarai felice, se farai la volontà del Padre”: è il Figlio di Dio che fa felice l’uomo. La Croce, quindi, non è soltanto sofferenza, ma è tutto il quotidiano accettato per amore del Signore. In altre parole, noi ci vantiamo della Croce del Signore - come dice San Paolo - perché la Croce è il metodo che Gesù ci ha insegnato. E’ il metodo, è la 'password' per entrare in un mondo nuovo. Oggi la cultura predominante ha ridotto la Croce soltanto a sofferenza, a dolore. La Croce è una cosa molto più ampia. Certo la vita è camminare in salita, ma è anche piena di tante gioie.

 

D. - Lei si occupa di pastorale giovanile. Come vedono oggi i giovani la Croce di Cristo?

 

R. - I giovani di oggi purtroppo non hanno il sentore che la vita sia camminare in salita. Io credo che il modo migliore sia quello di dargli un esempio continuo e concreto. Dobbiamo cominciare noi adulti a far vedere che la vita adulta e la vita matura è quando l’uomo è capace di generare, quando l’uomo è capace di perdere, per amore, se stesso.

 

D. - Ci vuole proporre una riflessione per questa giornata che ci invita a guardare alla Croce?

 

R. - Penso che la riflessione più bella sia l’immagine della Madonna che stava sotto la Croce. Stare sotto la Croce non vuol dire avere paura della Croce, ma avere la consapevolezza che abbracciare la volontà di Dio ogni giorno ci fa generare, ci fa portare in un mondo nuovo una speranza nuova. Invece di fuggire, bisogna stare con Maria nella Chiesa, in questa Chiesa, per testimoniare l’amore del Padre.








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