2010-09-14 15:33:36

250 anni fa nasceva Luigi Cherubini: oggi nella natia Firenze l'avvio delle celebrazioni. L'omaggio al maestro nella Sagra musicale umbra


Il 14 settembre di 250 anni fa nasceva a Firenze Luigi Cherubini tra maggiori esponenti del teatro musicale europeo di fine '700, ma anche autentico ed ispirato autore di musica sacra. L’apertura delle celebrazioni oggi nel capoluogo toscano, mentre una ricca antologia di lavori del maestro, tra cui molti inediti, è in programma alla Sagra musicale umbra in corso fino a domenica. L’appuntamento più importante, giovedì sera a Solomeo, con “Arie e ouverture da Firenze a Parigi nel 250.mo dalla nascita“: una preziosa selezione dalla produzione giovanile di Cherubini. A dirigere l’ensemble Auser Musici, il maestro Carlo Ipata. Gabriella Ceraso lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. - Noi lo ricorderemo focalizzando il nostro interesse sul repertorio che Cherubini ha prodotto prima di trasferirsi in Francia o comunque nei suoi primissimi anni francesi, perché Cherubini è poi diventato - vorrei dire quasi per ironia della sorte - uno dei compositori francesi più conosciuti o più importanti. Ha avuto una biografia chiaramente particolare, con alterne vicende, alti e bassi per il suo rapporto tormentato con le vicende francesi in particolare, ma europee in generale. È un uomo che ha vissuto sulla sua pelle gli sconvolgimenti che hanno interessato l’Europa a cavallo del Settecento e i primi anni dell’Ottocento.

D. - Quali sono i tratti fondamentali di questa produzione giovanile su cui voi vi concentrate?

R. - L’uso della voce innanzitutto, virtuosistica e direi quasi funambolica, e poi soprattutto l’aspetto dell’orchestra. L’orchestra ha un ruolo fondamentale: non solo di mero accompagnamento, ma è di continuo dialogo e sollecitazione, in questo caso, alla voce ad esprimere affetti.

D. - Quindi nella sua musica c’è il retaggio della Scuola operistica italiana, ma c’è già anche il seme di quello che sarà la musica del futuro…

R. - Ci sono tutte e due le cose. Si delinea già il Cherubini preromantico, che cerca di oltrepassare quella prevedibilità che tratteggia un certo repertorio di quel periodo.

D. - Nel vostro programma brani in gran parte inediti, ma non è soltanto questa l’originalità del vostro approccio…

R. - Eseguiamo tutto questo repertorio con gli strumenti storici, quindi con i fiati in legno, trombe naturali, le corde gli archi sono in budello. E questo permette di far ritornare la sonorità complessiva a quello che è sicuramente la sua dimensione più naturale. Questo dovrebbe essere un Cherubini completamente diverso.

D. - Lo abbiamo detto, Cherubini ha attraversato una delle epoche di grandi cambiamenti politici, sociali e musicali nell’Europea tra ‘700-‘800, ma come è riuscito a farsene perfetto interprete?

R. - Perché era un grande compositore. Aveva una grandissima religiosità, un grandissimo anelito verso il trascendente. Un compositore che vedeva la musica veramente in un senso già romantico, come espressione cioè di un qualcosa che non si può esprimere. I compositori importanti dell’epoca avevano capito che stava cambiando strada e poi dopo la hanno seguita.







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