250 anni fa nasceva Luigi Cherubini: oggi nella natia Firenze l'avvio delle celebrazioni.
L'omaggio al maestro nella Sagra musicale umbra
Il 14 settembre di 250 anni fa nasceva a Firenze Luigi Cherubini tra maggiori esponenti
del teatro musicale europeo di fine '700, ma anche autentico ed ispirato autore di
musica sacra. L’apertura delle celebrazioni oggi nel capoluogo toscano, mentre una
ricca antologia di lavori del maestro, tra cui molti inediti, è in programma alla
Sagra musicale umbra in corso fino a domenica. L’appuntamento più importante, giovedì
sera a Solomeo, con “Arie e ouverture da Firenze a Parigi nel 250.mo dalla nascita“:
una preziosa selezione dalla produzione giovanile di Cherubini. A dirigere l’ensemble
Auser Musici, il maestro Carlo Ipata. Gabriella Ceraso lo ha intervistato:
R. - Noi
lo ricorderemo focalizzando il nostro interesse sul repertorio che Cherubini ha prodotto
prima di trasferirsi in Francia o comunque nei suoi primissimi anni francesi, perché
Cherubini è poi diventato - vorrei dire quasi per ironia della sorte - uno dei compositori
francesi più conosciuti o più importanti. Ha avuto una biografia chiaramente particolare,
con alterne vicende, alti e bassi per il suo rapporto tormentato con le vicende francesi
in particolare, ma europee in generale. È un uomo che ha vissuto sulla sua pelle gli
sconvolgimenti che hanno interessato l’Europa a cavallo del Settecento e i primi anni
dell’Ottocento.
D. - Quali sono i tratti fondamentali di questa produzione
giovanile su cui voi vi concentrate?
R. - L’uso della voce innanzitutto,
virtuosistica e direi quasi funambolica, e poi soprattutto l’aspetto dell’orchestra.
L’orchestra ha un ruolo fondamentale: non solo di mero accompagnamento, ma è di continuo
dialogo e sollecitazione, in questo caso, alla voce ad esprimere affetti.
D.
- Quindi nella sua musica c’è il retaggio della Scuola operistica italiana, ma c’è
già anche il seme di quello che sarà la musica del futuro…
R. - Ci sono
tutte e due le cose. Si delinea già il Cherubini preromantico, che cerca di oltrepassare
quella prevedibilità che tratteggia un certo repertorio di quel periodo.
D.
- Nel vostro programma brani in gran parte inediti, ma non è soltanto questa l’originalità
del vostro approccio…
R. - Eseguiamo tutto questo repertorio con gli
strumenti storici, quindi con i fiati in legno, trombe naturali, le corde gli archi
sono in budello. E questo permette di far ritornare la sonorità complessiva a quello
che è sicuramente la sua dimensione più naturale. Questo dovrebbe essere un Cherubini
completamente diverso.
D. - Lo abbiamo detto, Cherubini ha attraversato
una delle epoche di grandi cambiamenti politici, sociali e musicali nell’Europea tra
‘700-‘800, ma come è riuscito a farsene perfetto interprete?
R. - Perché
era un grande compositore. Aveva una grandissima religiosità, un grandissimo anelito
verso il trascendente. Un compositore che vedeva la musica veramente in un senso già
romantico, come espressione cioè di un qualcosa che non si può esprimere. I compositori
importanti dell’epoca avevano capito che stava cambiando strada e poi dopo la hanno
seguita.