Referendum in Turchia per riformare la Costituzione: contrasti tra governo e opposizione
Urne aperte stamattina in Turchia per il referendum sulla riforma della Costituzione,
che riguarda settori nevralgici come giustizia e forze armate. In serata i risultati
della consultazione, che coinvolge circa 50 milioni di cittadini. Secondo il partito
governativo di radici islamiche Giustizia e Sviluppo al governo (Akp), la riforma
è necessaria a democratizzare il Paese e adeguarlo agli standard richiesti per aderire
all'Ue. L'opposizione teme, invece, un indebolimento della laicità dello Stato e del
peso politico degli ambienti militari. Ma quali sono i punti più controversi del referendum?
Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Lucio Leante, esperto di questioni
turche.
R. – La ragione
per cui il referendum è molto controverso è che tra i 26 emendamenti della Costituzione
sono previsti alcuni articoli che, in sostanza, modificano la struttura della Corte
Costituzionale e dell’equivalente Consiglio Superiore della Magistratura. Questi sono
i punti più controversi, perché gli oppositori dicono che il governo di Erdogan e
gli ambienti islamici che sono dietro di lui cercano di infiltrare la magistratura
in maniera tale da renderla meno sensibile al laicismo tradizionale della magistratura
dei militari.
D. – Erdogan si gioca un po’ la carta europea per parlare
di questo referendum?
R. – Sì, lui ha usato anche questo argomento,
forte anche dell’appoggio che l’Unione Europea gli sta dando su questo referendum.
Siccome qui in Turchia, però, l’argomento Europa non attira più molto ed è quasi messo
in sordina rispetto a qualche anno fa, la vera pressione che Erdogan sta facendo sull’elettorato
è di dire: “Se non mi fate passare questo pacchetto di emendamenti costituzionali,
io vado alle elezioni anticipate”. Questo viene visto dai turchi in maniera molto
negativa, perché tutto sommato Erdogan sta garantendo una stabilità economica e in
questo momento i turchi pensano soprattutto all’economia e alla stabilità.
D.
– C’è anche la questione relativa allo scioglimento dei partiti politici per attività
contro lo Stato. Questo è, forse, uno dei punti che mette più in agitazione alcuni
partiti confessionali...
R. – Certo, perché, tra l’altro, il partito
di Erdogan, un anno e mezzo fa, è stato processato per attività antilaiche e, solo
per una stretta minoranza di giudici della Corte Costituzionale, è stato assolto,
anche se gli è stato dato un forte avvertimento.
D. – Questo referendum,
a prescindere dal risultato, avrà delle conseguenze sul futuro della Turchia da un
punto di vista di tensioni interne o il risultato, quale che sia, verrà accettato
dalle parti?
R. – Il risultato è molto incerto e non mancano commentatori
che dicono che questi referendum costituzionali così importanti passano per un pugno
di voti e, quindi, probabilmente, l’opposizione, se dovesse perdere - cosa che non
è detta - ci sarebbero molte polemiche, perché l’opposizione farebbe valere il fatto
che il referendum è passato per pochi voti.