La Chiesa colombiana: il governo non prende sul serio le vittime del conflitto
armato
Il Governo colombiano non prende sul serio il problema delle vittime del conflitto
armato, che sono milioni di sfollati. A denunciarlo – riferisce l’agenzia Zenit -
è stato il segretario generale della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC), proprio
mentre è in corso la Campagna della Chiesa a favore delle vittime della violenza “Perché
nessuna violenza mi è estranea”, lanciata questo lunedì nella sede della Conferenza
Episcopale. Un’iniziativa, quest'ultima, ha spiegato il direttore del Snps/Caritas
Colombiana monsignor Héctor Fabio Henao, “iniziata vari anni fa, raccogliendo le espressioni
di diverse entità e persone che sostengono gli sforzi di pace in Colombia”. Nel 2010
si procede alla sua terza fase, in cui si vuole sottolineare il carattere etico della
situazione delle vittime e soprattutto degli sfollati. Secondo il segretario generale
della Conferenza Episcopale, monsignor Juan Vicente Córdoba, però, che ha rilasciato
alcune dichiarazioni alla Rcn Radio, il Governo “non prende sul serio” i 3,5 milioni
di persone che in base alle stime sono stati costretti ad abbandonare le proprie case
per il conflitto. Una cifra che ha definito “allarmante”. La Corte Costituzionale
colombiana, dal canto suo, ha avvertito la settimana scorsa che tra il 2004 e il 2009
il numero degli sfollati è passato da 1,5 a 4 milioni. Una cifra persino superiore,
secondo il Consultorio per i Diritti Umani e lo Sfollamento (Codhes). “Serve un progetto
consistente che il Paese veda", ha esortato monsignor Córdoba. “Si devono portare
avanti piani municipali, governativi e nazionali, e questo va bene, ma non si sta
prendendo sul serio il problema”, ha affermato il presule, che ha chiesto un piano
“consistente” che implichi progetti di alloggio, di azione sociale, di formazione,
lavoro, di accompagnamento e prevenzione della delinquenza. (L.G.)