Gli Usa commemorano le vittime dell'11 settembre. Obama: il nemico è al Qaeda, non
l'Islam
Oggi, 11 settembre, tutta l’America ricorda gli attentati che nove anni fa sconvolsero
la storia del Paese e del mondo. Una data, quest’anno, costellata da varie vicende.
Tra queste, quella del pastore evangelico della Florida, che nei giorni scorsi aveva
annunciato di voler bruciare, proprio oggi, copie del Corano in segno di protesta
per la costruzione di una Moschea vicino a Ground Zero. Il pastore poche ore fa ha
annunciato di voler rinunciare al suo gesto, che aveva suscitato critiche in tutto
il mondo. E ieri, alla vigilia delle cerimonie per l’11 settembre, il presidente
Obama ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha sottolineato che il nemico degli
Stati Uniti non è l’Islam, ma Al Qaeda e che bisogna catturare il suo capo, Osama
Bin Laden:
11 Settembre
2001. Una data che rimarrà per sempre impressa nella memoria dell’umanità; gli Stati
Uniti colpiti al cuore; uno spartiacque epocale, che ha segnato un profondo cambiamento
nella società americana. Oggi, a distanza di 9 anni, che cos’è rimasto negli Stati
Uniti di quella tragedia? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Fernando Fasce, docente
di Storia degli Stati Uniti presso l’Università di Genova:
E sulla vicenda
del rogo del Corano è intervenuto ieri il direttore della Sala Stampa vaticana, padre
Federico Lombardi. “Bruciare il Corano – ha affermato – sarebbe stato non solo un
segno di mancanza di rispetto, ma anche un gesto di follia”. E l’iniziativa del pastore
evangelico ancora ieri ha suscitato forti proteste nei Paesi musulmani: in Afghanistan
una persona è morta davanti ad una base della Nato durante una manifestazione.