2010-09-10 14:43:11

Costa Rica. I vescovi contro il progetto di legalizzazione delle unioni omosessuali


I vescovi del Costa Rica lanciano l’allarme di fronte all’affermarsi di un dibattito sociale circa l’eventuale concessione di uno status sociale e giuridico alle unioni tra persone omosessuali. Le preoccupazioni sono state espresse in un messaggio, a firma del presidente della conferenza episcopale, mons. Hogo Barrantes Urena, rivolto ai deputati del Congresso della Repubblica. Nel testo, ripreso dall’agenzia Zenit, i vescovi offrono “alcune considerazioni volte alla difesa della dignità del matrimonio, base della famiglia, e alla promozione e alla difesa del bene comune della società, della quale questa istituzione è parte costitutiva, tutto questo nel contesto dei diritti umani”. “Come Chiesa – proseguono i presuli – vediamo nel matrimonio, base della famiglia, un valore importantissimo che deve essere difeso da ogni minaccia che ne metta in discussione la solidità. Il matrimonio non è un’unione qualsiasi, è stato fondato dal Creatore che lo ha dotato di proprietà essenziali e di finalità innegabili”. Ciò, aggiungono, “ha portato a opporsi a vari progetti che vogliono equiparare le unioni tra le persone dello stesso sesso al matrimonio eterosessuale, perché la loro legalizzazione deforma la percezione dei valori morali”. Di conseguenza la famiglia naturale deve ricevere la massima difesa. I vescovi ricordano quindi che lo Stato deve farsi carico della difesa giuridica dell’istituzione famigliare e della fecondità di nuove vite”. La persona umana, “creata a immagine di Dio, è degna di ogni rispetto”, sottolineano i presuli. Per questo, “gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e bisogna evitare ogni discriminazione nei loro confronti”. Ad ogni modo, “la Chiesa distingue tra il rispetto per ogni persona, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, e il rifiuto delle pratiche omosessuali, come atto oggettivamente contrario al progetto di Dio per l'essere umano”. In questo senso, i vescovi esortano a riflettere “sulla differenza tra comportamento omosessuale come fenomeno privato e lo stesso come comportamento pubblico, legalmente previsto, approvato e trasformato in una delle istituzioni protette e promosse dall'ordinamento giuridico”. Ricordano anche che il principio di uguaglianza, contenuto nella Costituzione, “non implica che in tutti i casi si debba concedere un trattamento uguale prescindendo dai possibili elementi differenziatori di rilevanza giuridica che possano esistere; o, il che è lo stesso, non ogni disuguaglianza rappresenta necessariamente una discriminazione”. I vescovi sottolineano dunque che, anche se recentemente sono state rese note diverse inchieste in cui “la stragrande maggioranza dei costaricani esprime la propria opposizione al riconoscimento legale delle unioni omosessuali”, “le organizzazioni gay-lesbiche, che si profilano come un vero movimento politico (lobby gay), continuano a promuovere, con il sostegno di alcuni mezzi di comunicazione e di alcuni membri di partiti politici, varie iniziative a favore del riconoscimento legale delle unioni tra omosessuali come il disegno di legge per l'Unione Civile tra persone dello stesso sesso o il disegno di legge sulle Società di Convivenza”. I vescovi concludono quindi esortando i membri del Congresso, “in particolare quanti confidano in Cristo”, “a consacrarsi con sincerità, rettitudine, carità e forza alla missione a voi affidata da Paolo, cioè legiferare sulla base dei principi etici e a beneficio del bene comune”. (M.G.)







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