Il cardinale Rodríguez Maradiaga sulla strage dei 72 migranti: crimine abominevole
Dopo che giorni fa in El Salvador, le autorità e l'arcivescovo della capitale, mons.
Escobar Alas, avevano accolto le salme di 11 salvadoregni uccisi fra le 72 vittime
dell’ormai nota strage di Tamaulipas, in Messico, lo scorso 22 agosto, anche in Honduras
sono rientrate le salme dei 16 connazionali trucidati nella stessa occasione. L'arcivescovo
di Tegucigalpa, cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, esprimendo il dolore e
la costernazione dell'intero Paese, ha osservato che quest'orrendo crimine dovrebbe
spingere tutti a riflettere sull'importanza e sulla sacralità della vita. "Com’è possibile
- si è chiesto il porporato - che esistano persone senza scrupoli fino a questo punto?
Persone capaci di estorcere denaro a chi è tanto disperato da mettersi alla ricerca
di un futuro altrove, e capace, poi, di togliergli la vita, prezioso dono di Dio?
Agire in questo modo è la cosa più abominevole che si possa fare in situazione di
questo tipo", ha rilevato il cardinale, ricordando il racconto biblico di Caino e
Abele. "Dio chiederà conto a queste persone, chiederà dove sono i loro fratelli",
quelli che di loro si sono fidati di loro, di individui che poi hanno "agito come
carnefici spietati". Una tragedia che "ci deve spingere a recuperare con urgenza il
rispetto della vita umana", che spesso manca perché "non si conosce la Parola di Dio"
che ci insegna proprio ciò che oggi non c'è più: "Amore e rispetto per la vita". "Speriamo
che si riesca a individuare e arrestare i colpevoli. Aspettiamo fiduciosi che questi
paghino il loro debito con la giustizia umana, così come dovranno pagarlo con quella
di Dio, alla quale nessuno può sfuggire". Infine, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez
si è augurato che nel futuro nessun honduregno sia costretto a cercare fortuna fuori
dal Paese: "È molto triste il nostro Paese non riesca a garantire condizioni sufficienti
alla vita di tutti i suoi figli, il diritto di restare a vivere nel proprio territorio
dove avere la possibilità di dare ai propri figli dignità, cibo, educazione e serenità".
Intanto, ieri il procuratore di Tamaulipas ha confermato che due persone che stavano
indagando sulla strage, avvenuta nel municipio di San Fernando, e che erano scomparsi
alcuni giorni fa, sono stati trovati morti. Era stato il presidente del Messico in
persona, Felipe Calderón, a denunciare queste due sparizioni, rivelando di temere
che fossero cadute nelle mani della banda di narcotrafficanti, dedita anche alla tratta
degli umani, nota come "Los Zetas". (L.B.)