Auguri del Papa agli ebrei in festa per il Capodanno: cresca in tutti noi la volontà
di promuovere giustizia e pace
Auguri del Papa alla comunità ebraica che oggi festeggia il Capodanno entrando nell’anno
5771 e per le ricorrenze di Yom Kippur e Sukkot. In un messaggio rivolto al Rabbino
capo di Roma, Riccardo Di Segni, Benedetto XVI auspica “che queste feste possano apportare
copiose benedizioni dall’Eterno ed essere fonte di intima gioia. Cresca in tutti noi
– scrive il Santo Padre – la volontà di promuovere la giustizia e la pace, di cui
tanto ha bisogno il mondo oggi”. “Con sentimenti di gratitudine e affetto” il Papa
ricorda la sua visita al Tempio maggiore di Roma, il 17 gennaio 2009, invocando: “Dio,
nella sua bontà, protegga l’intera comunità e ci conceda di crescere, a Roma e nel
mondo, nell’amicizia reciproca”. Buoni auspici sono arrivati, in Italia, dal presidente
Napolitano, che ha voluto sottolineare il contribuito offerto dalle comunità ebraiche
“al benessere e alla cultura” del Paese, auspicando che la “loro opera feconda” continui
negli anni a venire. Molte sono le tradizioni legate a questa festa. Roberta Gisotti
ne ha parlato con la prof.ssa Luciana Pepi, docente di cultura e lingua ebraica
all’Università di Palermo:
D. – Professoressa
Pepi, qual è il significato religioso ma anche laico di questa festa? Si può paragonare
al nostro Capodanno?
R. – Come è noto l’anno ebraico è un anno lunare
e il giorno di Capodanno, che in ebraico si chiama“Rosh Ha-Shanah”,
segna proprio l’inizio dell’anno. Quindi, in questo senso, è uguale al nostro, anche
se il nostro è un calendario solare. Il significato laico è proprio quello dell’anno
nuovo che inizia. Il significato religioso, invece, è legato al fatto che in questo
giorno nella tradizione ebraica si usa ricordare la creazione del mondo. E’ interessante,
a mio avviso, l’augurio che si scambiano gli ebrei tra di loro“Shanah
Tova Umettucka”, che letteralmente significa “Che sia un anno buono e dolce”, quindi
pieno di cose positive. Nell’ebraismo, come anche nella nostra tradizione culturale,
ogni festa è legata a un incontro a tavola, quindi anche a dei cibi particolari.
Il Capodanno è iniziato ieri sera perché le giornate nell’ebraismo iniziano dalla
sera al mattino, poiché in Genesi 1 è scritto: “E fu sera e fu mattina.” Quindi, ieri
sera in realtà si è già fatta la cena del Capodanno in cui si mangiano tantissimi
cibi dolci. Il miele è l’elemento principe, perché è un alimento di fondamentale importanza
anche nel testo biblico. La tradizione ebraica fa sempre riferimento in ogni suo aspetto
al testo biblico, alla Torah. "Rosh Ha-Shanah”, il Capodanno, è anche un momento in
cui bisogna riflettere sulla propria condotta morale, cioè fare un esame di coscienza,
fare un bilancio di come si è svolto l’anno passato e anche porsi dei buoni propositi
per l’anno che sta entrando. E, un augurio che gli ebrei religiosi fanno l’uno all’altro
in italiano suona così: "Che tu possa essere scritto nel libro dei buoni".
D.
– Professoressa Pepi, del mondo ebraico con il quale siamo da sempre in contatto di
convivenza, a dire la verità, si continua a conoscere poco?
R. – Sì
è vero. Diciamo che negli ultimi anni ci sono stati molti incontri, molti seminari
dedicati proprio alla conoscenza di questa cultura che, tra l’altro, bisogna ricordare
è alle radici della nostra cultura. Però, è vero, che si conosce ancora poco. Insegnando
all’università, mi capita spesso di chiedere agli studenti, con cui mi piace dialogare,
cosa sanno di questa tradizione culturale. Molto spesso gli studenti non hanno conoscenza
di nulla, delle tradizioni culturali, delle credenze religiose. Quindi, a mio avviso,
sarebbe molto importante proprio la reciproca conoscenza perché molti problemi di
incomprensione nascono proprio da queste lacune. Credo anche che conoscendosi meglio
si potrebbero approfondire gli aspetti in comune che sono ovviamente tanti. Io citerei
il fatto che il cristianesimo e l’ebraismo hanno in comune un testo, quello che noi
chiamiamo nella nostra tradizione Antico Testamento e che gli ebrei chiamano Torah.
E’ un unico testo, quindi, anche quando si parla di religioni monoteiste e si fa un
confronto tra religioni monoteistiche quali l’islam, il cristianesimo e l’ebraismo,
l’accento sul rapporto tra ebraismo e cristianesimo è molto più forte perché abbiamo
in comune un testo.