A Cuba la festa della Madonna della “Caridad del Cobre”
Migliaia di cubani, in particolare all’Avana e a Santiago de Cuba, hanno preso parte
ieri alla tradizionale processione con la quale, l’8 settembre, si celebra Nostra
signora della Caridad del Cobre, patrona nazionale, venerata come “Madre e Amica”.
La festa, quest’anno, ha avuto una solennità e una partecipazione speciali poiché
i cubani sono entrati nel triennio con il quale si preparano a ricordare il Quarto
centenario della scoperta della statuetta della “Virgen del Cobre” (località in cui
si trova il santuario), che in molti luoghi della parte orientale dell’isola si venera
con il nome di “Madonna di Mambisa”. A Santiago di Cuba, diocesi del santuario, la
festa è stata presieduta dall’arcivescovo Dionisio García, presidente dell’episcopato
cubano. In questo territorio si sta svolgendo un pellegrinaggio nazionale della statuetta
della Vergine Santa. All’Avana, ieri, con una partecipazione di massa impressionante
di fedeli, la festa e la processione sono state guidate dall’arcivescovo della capitale,
cardinale Jaime Ortega, il quale ha dedicato gran parte della sua omelia a ricordare
“che la Madre di Dio ci insegna la fedeltà a Gesù e ci mostra il cammino della riconciliazione”.
Parlando alla fine della processione, presso la Chiesa della Caridad, il porporato
ha affrontato diversi temi molto sentiti dai cubani in questi ultimi mesi: per esempio,
ha espresso grande fiducia e speranza nel fatto che, seppur gradualmente, alla fine
siano liberati tutti i dissidenti. Al tempo stesso, l’arcivescovo ha voluto ribadire
quanto aveva scritto nel febbraio scorso, ponendo alle autorità e al Paese “l’urgente
bisogno di cambiamenti rilevanti nell’economia, la politica e la cultura”. E proprio
in riferimento ad alcuni cambiamenti annunciati dal Presidente Raùl Castro alcune
settimane fa, il porporato ha osservato: “Quando arriveranno i cambiamenti buoni è
auspicabile che siano accettati, anche se potrebbero implicare alcuni aspetti difficili”,
riferendosi probabilmente alla riduzione sostanziale dell’apparato burocratico statale,
cosa che ovviamente comporterà licenziamenti di massa, uno degli argomenti più discussi
nell’isola in questi giorni, dopo l’annuncio del presidente. Il governo, a questo
proposito, ha più volte rassicurato il Paese, affermando che i licenziati non saranno
lasciati senza mezzi di sopravvivenza. “In questi ultimi tempi – ha precisato il cardinale
Jaime Ortega - abbiamo ascoltato molto la parola ‘cambiamenti’ qui, a Cuba. In diverse
occasioni il nostro popolo si è dimostrato favorevole a tali cambiamenti, anzi, da
molto tempo attende che si realizzino queste riforme necessarie”. (L.B.)