"Santi per vocazione": il cardinale Tettamanzi presenta il nuovo anno pastorale della
diocesi di Milano
Si intitola “Santi per vocazione” la lettera dell’arcivescovo di Milano, cardinale
Dionigi Tettamanzi, inviata a tutti i fedeli della diocesi per presentare il Percorso
pastorale del nuovo anno, aperto oggi, nella Festa del Duomo di Milano. Il servizio
di Fabio Brenna:
Chiama tutti
alla santità, l’arcivescovo di Milano, nel nuovo anno pastorale aperto oggi con la
celebrazione in Duomo della Festa di Maria Nascente. E’ una santità di popolo quella
che indica il cardinale, sull’esempio di San Carlo Borromeo, che esplicitò nella vita
di tutti i giorni quello che potrebbe sembrare un traguardo per pochi eletti e che
invece è presente ed operante nella Chiesa di oggi. Il cardinale Dionigi
Tettamanzi:
“Ispirandoci alla santità di San Carlo, vogliamo
rivivere la sua eroica dedizione di amore alle più diverse condizioni di vita provata,
ferita, sconvolta e sofferente. Un servizio ai piccoli, generato e portato all’estremo
dono di sé grazie alla contemplazione di Cristo Crocifisso”. Il
cardinale Tettamanzi chiama alla santità soprattutto le famiglie, che nella vita di
ogni giorno possono vivere gli ideali del Vangelo senza perdersi – come ha recentemente
detto il Papa ai giovani - nella normalità della vita borghese. Santità è mettersi
poi a servizio della vita - sottolinea l’arcivescovo - quella del nascituro in primo
luogo, ma non solo:
“Quella del nascituro, quella del bambino, del
bambino nei primi anni di vita, e piccolezza nel più ampio e vario senso di tutte
quelle forme di fragilità e solitudine, di disabilità fisica e mentale, di disagio
che rendono faticosa, incompresa, trascurata e perfino rifiutata la vita umana”.
Di
qui l’impegno per una fede che si rende operosa attraverso la carità, con il rilancio
del Fondo diocesano Famiglia-Lavoro, che sostiene le persone toccate dalla crisi:
“Sappiamo
di non poche imprese che rischiano la chiusura, di lavoratori il cui posto è a rischio.
Vogliamo sostenerli con la vicinanza umana, con la preghiera e con l’aiuto concreto
e discreto. Continuiamo ad educarci ad uno stile di vita segnato dalla giusta sobrietà
e proprio per questo aperto alla solidarietà”.
L’arcivescovo chiede
poi alle comunità di elaborare una Carta di comunione per la missione, che tenga conto
della concreta situazione sociale, culturale e pastorale del proprio territorio, non
cedendo alla tentazione - dice il cardinale Tettamanzi - di “misurare la fede e la
santità con i numeri e il confronto col passato”.