Regno Unito: mons. Nichols presenta la mostra “Raffaello: cartoni e arazzi per la
Cappella Sistina”
Una metafora della visita del Papa nel Regno Unito: così mons. Vincent Nichols, presidente
della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, definisce la mostra “Raffaello:
cartoni e arazzi per la cappella Sistina” che verrà inaugurata domani a Londra, presso
il Victoria ed Albert Museum. Realizzata dalla struttura museale londinese in collaborazione
con i Musei Vaticani, l’esposizione avviene in concomitanza del Viaggio apostolico
di Benedetto XVI nel Regno Unito, che avrà luogo dal 16 al 19 settembre. Per la prima
volta, verranno presentati insieme i cartoni preparatori - ideati e realizzati interamente
da Raffaello nel 1515-1516 e in seguito conservati presso il Victoria and Albert -
e i relativi arazzi, tessuti a Bruxelles nella bottega di Pieter van Aelst, tuttora
conservati in Vaticano. “La giustapposizione creativa di arazzi e cartoni – afferma
mons. Nichols – è una metafora della visita stessa del Santo Padre. Ogni elemento,
infatti, getta nuova luce sugli altri e insieme portano un arricchimento. Quando Benedetto
XVI arriverà, la settimana prossima, la mia speranza è che la gente ascolti davvero
le sue parole, con un cuore aperto a sperimentare la forza creativa di una fede viva”.
“La fede, come l’arte – continua il presidente dei vescovi inglesi – ci mostra come
essere aperti nei pensieri e nelle opere, poiché tutti noi abbiamo la capacità di
essere creativi, in modo da scoprire la trascendenza, qualunque siano i nostri limiti”.
Quindi, l’arcivescovo di Westminster ribadisce: “La nostra società ha molto da guadagnare
dal recupero di un modo di intendere la fede. Una cultura che ha spazio per l’anima
e valorizza il dono della fede non solo dà valore alla vita, ma offre anche a noi
uno spazio in cui diventare davvero umani”. Sottolineando che “la grande arte ci impone
di essere aperti”, mons. Nichols aggiunge: “Credo che la stessa esperienza può accadere
in un incontro con il cristianesimo, in particolare con il cattolicesimo. Naturalmente,
i secoli, i conflitti ed i peccati dell’uomo possono soffocarlo e sfigurarlo, ma la
vitalità creativa della cristianità non è mai debole”. “Come per l’arte – dice il
presule – il problema sta nel riuscire a comprendere”, evitando “sospetti e fonti
riduzioniste”. Poi, il presule conclude: “Questi arazzi sono opere significative di
per sé, ma sono anche una forma espressiva potente” in quanto “sono riflessioni sulla
missione degli Apostoli Pietro e Paolo, non solo nel prendersi cura della Chiesa,
ma anche nel testimoniare il dono di Cristo in un mondo che non ha ancora un linguaggio
in grado di parlare di Lui”. Infine, da ricordare che la mostra potrà essere visitata
fino al 17 ottobre prossimo. (A cura di Isabella Piro)