Solo l'amore dà valore ai precetti: alcune riflessioni del Papa sul Vangelo della
guarigione in giorno di sabato
La liturgia odierna ci riporta al centro del messaggio cristiano: Dio è amore, è potenza
di guarigione che salva. Il Vangelo ci parla di Gesù che guarisce, di sabato, un uomo
che ha la mano destra paralizzata e per questo viene criticato da scribi e farisei.
Ascoltiamo, in questo servizio di Sergio Centofanti, alcune riflessioni del
Papa su questo tema:
Gesù opera
spesso le guarigioni in giorno di sabato, giorno del riposo. “Si assume la responsabilità
dell’interpretazione del precetto – afferma il Papa - rivelandosi quale ‘Signore’
delle stesse istituzioni legali”. Mostra in questo modo quale sia il messaggio cristiano:
“La vera religione consiste nell’amore di Dio e del prossimo. Ecco
ciò che dà valore al culto e alla pratica dei precetti”. (Angelus, 8 giugno 2008)
Gesù
chiede a scribi e farisei se sia lecito di sabato fare del bene o fare del male. L’amore
è in continua azione, non si può fermare; il peccato invece “è una sorta di paralisi
dello spirito da cui soltanto la potenza dell’amore misericordioso di Dio può liberarci”.
Le guarigioni – sottolinea il Papa – sono allora i segni della potenza d’amore di
Dio:
“Queste guarigioni sono segni: non si risolvono in se stesse,
ma guidano verso il messaggio di Cristo, ci guidano verso Dio e ci fanno capire che
la vera e più profonda malattia dell’uomo è l’assenza di Dio, della fonte della verità
e dell’amore. E solo la riconciliazione con Dio può donarci la vera guarigione, la
vera vita, perché una vita senza amore e senza verità non sarebbe vita”. (Angelus,
8 febbraio 2009)
“La guarigione completa e radicale – dice il Papa
– è la salvezza … è la fede che salva l’uomo, ristabilendolo nella sua relazione profonda
con Dio, con se stesso e con gli altri”; non così la legge o le ideologie che tanto
attraggono gli uomini:
“E’ forte infatti nell’uomo la tentazione
di costruirsi un sistema di sicurezza ideologico: anche la stessa religione può diventare
elemento di questo sistema, come pure l’ateismo, o il laicismo, ma così facendo si
resta accecati dal proprio egoismo. Cari fratelli, lasciamoci guarire da Gesù, che
può e vuole donarci la luce di Dio! Confessiamo le nostre cecità, le nostre miopie,
e soprattutto quello che la Bibbia chiama il ‘grande peccato’ (cfr Sal 18,14): l’orgoglio”.
(Angelus, 2 marzo 2008)