Preoccupazione dell’Acnur per l’espulsione di cittadini iracheni da alcuni Paesi
europei
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) denuncia la preoccupante
situazione dei rimpatri di cui sarebbero oggetto alcuni cittadini iracheni residenti
in Paesi europei. Il primo settembre scorso, infatti, all’aeroporto di Baghdad è atterrato
un volo charter con a bordo 61 persone che risiedevano in Svezia, Norvegia, Danimarca
e Regno Unito. In base alle linee guida dell’Acnur per l’Iraq, infatti, i governi
non possono costringere al rimpatrio cittadini iracheni provenienti dai governatorati
di Baghdad, Dyala, Kirkuk, Ninewa e Salah Al-din, le zone dove più frequenti sono
le violazioni dei diritti umani. In particolare a Baghdad la situazione è molto critica
e si stanno moltiplicando gli scontri: il 25 agosto, in una serie di attacchi coordinati,
sono morte 62 persone e ne sono rimaste ferite 250. Chi è originario di queste aree,
in base alla Convenzione di Ginevra del 1951, può godere della protezione internazionale
attraverso il riconoscimento dello status di rifugiato. Tra le persone a bordo dell’aereo,
l’Acnur ha individuato 10 persone originarie di Baghdad e un cristiano di Mosul, nel
governatorato di Ninewa. In Iraq - sono i dati dell’agenzia Onu - oltre un milione
e mezzo di persone è ancora sfollato all’interno del Paese, mentre centinaia di migliaia
hanno trovato rifugio nei Paesi confinanti, soprattutto Siria e Giordania. (R.B.)