Madrid: insufficiente l'annuncio dell'Eta sulla rinuncia alle azioni armate
L'Eta non intende più “compiere azioni armate” per l'indipendenza. Lo hanno annunciato
alcuni membri del gruppo armato separatista basco, in un video trasmesso dalla Bbc.
L’Eta - che è ritenuta responsabile della morte di 829 persone dagli anni ’60 ad oggi
e che negli ultimi tempi è stata falcidiata da molti arresti - ha spiegato di aver
preso la decisione per “mettere in moto un processo democratico”. Il governo spagnolo
del premier Jose' Luis Zapatero ha fatto sapere però che non intende cambiare la propria
politica antiterrorismo e - attraverso il ministro degli Interni Alfredo Rubalcaba
- ha giudicato l'annuncio dell'Eta come ''insufficiente''. Sulla decisione dei separatisti
baschi, Giada Aquilino ha raccolto il commento del giornalista spagnolo Antonio
Pelajo, corrispondente da Roma di Antena Tres:
R. - Purtroppo
l’esperienza indica che bisogna prendere questo annuncio con molta cautela, perché
mancano due elementi fondamentali per renderlo credibile. Il primo è la durata di
questa nuova tregua: non dicono se si tratta di una tregua permanente, quindi duratura
e per sempre, o se si stratta di una cosa limitata ad alcuni mesi o ad alcune settimane.
Il secondo elemento, a mio avviso ancora più importante del primo, è che manca la
verificabilità di questo annuncio e cioè il controllo internazionale da parte di una
autorità che possa appurare che si tratti di un annuncio serio e non di una trappola.
D.
- In passato l’Eta aveva dichiarato tregua: poi, però, è stata rotta…
R.
- E’ per tale motivo che c’è un certo scetticismo negli ambienti ben informati su
questo movimento terrorista. Già in almeno altre due occasioni l’Eta aveva annunciato
una tregua, che è stata poi rotta - l’ultima volta - due anni fa. Forse è stato fatto
questo annuncio per permettere ai movimenti politici vicini, quelli che si chiamano
“Izquierda abertzale”, la sinistra più estremista basca, di riorganizzarsi
in modo che si possano presentare alle prossime elezioni.
D. - Il partito
basco Batasuna ha già parlato di un apporto indiscutibile alla pace, ma il governo
spagnolo del premier Zapatero ha fatto sapere che non cambierà la propria politica
antiterrorismo. Quale sarà la linea dell’esecutivo?
R. - Sappiamo, già
da alcuni anni, che Zapatero ha cercato di fare la pace e gli spagnoli sarebbero veramente
grati al premier se riuscisse ad ottenerla. Zapatero, però, deve essere molto cauto,
perché ha già pagato in credibilità, negoziando con l’Eta, senza però arrivare ad
un risultato. Anche perché l’ultimo attentato grave, la bomba all’aeroporto di Madrid-Barajas,
ha inciso sulla sua credibilità. Io credo che non ci sia più tempo e non ci sia spazio
possibile, in un Paese come la Spagna, per un movimento così sanguinario come quello
dell’Eta.