2010-09-06 14:21:28

Il re di Giordania: conseguenze mondiali da un fallimento dei negoziati per il Medio Oriente


Se i negoziati falliranno, sarà il mondo intero a pagarne le conseguenze: a una settimana esatta dalla ripresa del dialogo israelo-palestinese il re di Giordania, Abdallah, lancia un chiaro monito ai negoziatori auspicando che si giunga finalmente a una soluzione con due Stati. Intanto, fa discutere l’apertura del premier israeliano Netanyahu che si è detto pronto a un compromesso storico con i palestinesi. Stefano Leszczynski ha intervistato Eric Salerno, giornalista esperto di Medio Oriente per il quotidiano "Il Messaggero": RealAudioMP3

R. – Visto il personaggio Netanyahu, bisognerebbe guardare con una certa dose di cautela a quello che lui ha in mente. Direi anche che è chiaro che ha deciso di emergere da questo negoziato comunque come una persona disponibile su tutto per andare avanti. Vedremo tra qualche settimana, quando scade questa moratoria sulla costruzione degli insediamenti, quale tipo di compromesso troverà per accontentare anche i palestinesi.

D. – Questa ripresa del dialogo diretto tra Israele e Palestina viene definita veramente come l’ultima chance. È un modo per drammatizzare gli eventi o è effettivamente così?

R. – È così per vari motivi. Da una parte, perché se tradisce il negoziato e gli israeliani continuano a costruire nei Territori occupati, è chiaro che resterà poco da negoziare per un futuro, pur disponibile leader israeliano. Dall’altra parte, la crisi che verrà fuori da un nuovo fallimento è una crisi che toccherà anche la leadership palestinese. È chiaro che poi "salterà in aria" tutta l’Autorità nazionale palestinese e probabilmente si andrà ad una situazione che sarà difficilmente gestibile dalle due parti.

Trovato decapitato noto giornalista afghano
È stato trovato ieri notte il corpo decapitato del noto giornalista afghano, Hamid Noori, nei pressi della sua casa a Kabul. Noori, 45 anni, era un volto popolare nel Paese, conduttore della Tv di Stato Rta Tv, ma anche vicepresidente dell’Associazione nazionale dei giornalisti. Secondo Zahir, il giornalista potrebbe essere stato assassinato da una persona che conosceva: infatti intorno alle 20.30 di ieri era stato chiamato fuori dal suo appartamento ed era uscito senza manifestare resistenze o timori. Il corpo di Noori decapitato è stato trovato poco dopo lontano dall’appartamento. Nel frattempo sale a 500 il numero dei morti stranieri caduti nel Paese nel 2010. La maggior parte delle vittime sono statunitensi rimasti uccisi dalle sempre più frequenti esplosioni dei cosiddetti Ied, Improvised Explosive Device, gli ordigni artigianali usati dai talebani che sono la causa delle oltre 58% delle morti di quest’anno.

Accordo tra Russia e Israele in campo militare
I ministri della Difesa russo Anatoli Serdiukov e israeliano Ehud Barak hanno firmato oggi a Mosca un accordo a lungo termine sulla cooperazione in campo militare. Lo hanno reso noto i due ministri in una conferenza stampa al termine dei colloqui. Serdiukov ha ricordato che “Mosca aveva già acquistato dodici droni israeliani, e 50 soldati russi vengono ora addestrati per utilizzarli”. Barak, arrivato stamane a Mosca per una visita di due giorni, dovrebbe incontrare anche il premier Vladimir Putin.

Nullo il referendum in Moldova: troppo bassa l’affluenza
Il referendum in Moldova sulla riforma costituzionale per l'elezione diretta del presidente della Repubblica è stato giudicato ufficialmente non valido a causa della bassissima affluenza di elettori, appena poco più del 29 per cento, mentre era richiesto un minimo del 33 per cento. Il referendum era destinato a risolvere un'impasse politica che dura dalla primavera del 2009. Da circa 18 mesi il piccolo Paese situato tra la Romania e l'Ucraina, non riesce a eleggere il capo dello Stato.

Ahmadinejad torna ad attaccare gli Usa
Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha nuovamente messo in dubbio la versione ufficiale sugli attentati dell'11 settembre 2001, in un incontro con i giornalisti ieri sera in Qatar dove è in visita, e ha accusato gli Stati Uniti di averli utilizzati come pretesto per l'intervento in Afghanistan.

Il Fmi rileva una crescita economica ancora fragile in Ue e Usa
La crescita economica negli Usa e in Europa resterà fragile. Lo ha detto il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, Olivier Blanchard, in una intervista a Le Figaro, ripresa da Bloomberg. Anche se la crescita in Europa nel secondo trimestre si è rivelata superiore alle stime, i consumi e gli investimenti sono ancora fermi, ha spiegato Blanchard.

Hu Jintao celebra “30 anni di riforme”
Il presidente cinese Hu Jintao ha partecipato oggi alla celebrazione del trentesimo anniversario della Zona Economica Speciale di Shenzhen, da dove partì la politica di “apertura e riforme” che ha portato la Cina a diventare una potenza globale. Nel suo discorso Hu, che è anche il segretario del Partito Comunista Cinese, ha lodato il ruolo “guida” che Shenzhen ha avuto nel miracolo economico cinese ed ha sostenuto che il governo centrale “sosterrà sempre” le sue “coraggiose esplorazioni”. Hu non ha fatto cenno alla necessità di una riforma politica in senso democratico, che era stata al centro del discorso tenuto in agosto, sempre a Shenzhen, dal premier Wen Jiabao. In quell'occasione, Wen aveva affermato che “senza una riforma politica, la Cina potrebbe perdere quello che ha ottenuto attraverso la ristrutturazione dell'economia e gli obiettivi della modernizzazione potrebbero non essere raggiunti”, senza specificare in cosa debba consistere la “riforma”. Trent'anni fa, Shenzhen era un piccolo villaggio di pescatori quando l'allora leader Deng Xiaoping decise di fare la sede del primo esperimento “capitalistico” della Cina. Oggi è una metropoli industriale con oltre otto milioni di abitanti. L'imprenditore di Hong Kong Li Ka-shing, che ha partecipato alle celebrazioni, ha sottolineato che la metropoli ha svolto “un ruolo pilota” nell'apertura dell'economia cinese all'estero.

Il presidente del Guatemala parla di tragedia nazionale: almeno 40 le vittime finora del maltempo
Una valanga di fango ha travolto ieri un centinaio di soccorritori che, in Guatemala, stavano cercando di portare in salvo i passeggeri di un autobus rimasto intrappolato per una precedente frana dovuta alle forti piogge che da giorni stanno imperversando sul Paese centro americano. Secondo la protezione civile, a livello nazionale i morti accertati tra sabato e domenica sono almeno 40. Non è ancora possibile stabilire invece quale sia il bilancio di quanto avvenuto ieri al 171/mo chilometro dell'autostrada Panamericana nella regione montagnosa nella parte orientale del Paese, dove due giganteschi smottamenti hanno travolto in successione un autobus e altri autoveicoli e poi quanti erano accorsi sul posto per prestare aiuto. Il presidente Alvaro Colon ha parlato di “tragedia nazionale” ed ha decretato lo stato d'emergenza lanciando un drammatico appello alla comunità internazionale.

Stato d’emergenza in Nuova Zelanda per le scosse di terremoto e il maltempo
Continuano le scosse di assestamento nella città neozelandese di Christchurch, colpita sabato da un terremoto di magnitudo 7. Molti gli edifici distrutti. Le operazioni di soccorso sono rallentate a causa del maltempo che in questi giorni ha colpito la zona. Il servizio di Elisa Castellucci:RealAudioMP3

È stato esteso fino a mercoledì lo stato di emergenza nella città neozelandese di Christchurch. Più di 500 edifici sono rimasti distrutti e danneggiati e il centro della città è in gran parte recintato. Mentre continuano i controlli di stabilità, centinaia di persone sono alloggiate in rifugi d’emergenza, scuole e negozi restano chiusi, i trasporti pubblici sono sospesi. Il bilancio, definito “miracoloso” dal premier Key, è di un morto e di una decina di feriti, di cui alcuni gravi. Alle decine di scosse di assestamento si è aggiunto il maltempo con venti fino a 130 chilometri orari, che sta rendendo particolarmente difficili gli interventi di primo soccorso. C’è poi il timore di forti alluvioni. Ottanta soldati hanno preso il controllo della città per dare sollievo all’esausto personale di soccorso, mentre i servizi di elettricità, acqua e fognature vengono gradualmente ripristinati. Il governo al momento rifiuta offerte di aiuti militari Usa e quelle previste dai diversi programmi Onu. Il premier neozelandese ha dichiarato di aver definito un dettagliato piano d’emergenza per riparare le infrastrutture danneggiate. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 249

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