Il re di Giordania: conseguenze mondiali da un fallimento dei negoziati per il Medio
Oriente
Se i negoziati falliranno, sarà il mondo intero a pagarne le conseguenze: a una settimana
esatta dalla ripresa del dialogo israelo-palestinese il re di Giordania, Abdallah,
lancia un chiaro monito ai negoziatori auspicando che si giunga finalmente a una soluzione
con due Stati. Intanto, fa discutere l’apertura del premier israeliano Netanyahu che
si è detto pronto a un compromesso storico con i palestinesi. Stefano Leszczynski
ha intervistato Eric Salerno, giornalista esperto di Medio Oriente per il quotidiano
"Il Messaggero":
R. –
Visto il personaggio Netanyahu, bisognerebbe guardare con una certa
dose di cautela a quello che lui ha in mente. Direi anche che è chiaro che ha deciso
di emergere da questo negoziato comunque come una persona disponibile su tutto per
andare avanti. Vedremo tra qualche settimana, quando scade questa moratoria sulla
costruzione degli insediamenti, quale tipo di compromesso troverà per accontentare
anche i palestinesi.
D. – Questa ripresa del dialogo diretto tra Israele
e Palestina viene definita veramente come l’ultima chance. È un modo per drammatizzare
gli eventi o è effettivamente così?
R. – È così per vari motivi. Da
una parte, perché se tradisce il negoziato e gli israeliani continuano a costruire
nei Territori occupati, è chiaro che resterà poco da negoziare per un futuro, pur
disponibile leader israeliano. Dall’altra parte, la crisi che verrà fuori da un nuovo
fallimento è una crisi che toccherà anche la leadership palestinese. È chiaro che
poi "salterà in aria" tutta l’Autorità nazionale palestinese e probabilmente si andrà
ad una situazione che sarà difficilmente gestibile dalle due parti.
Trovato
decapitato noto giornalista afghano È stato trovato ieri notte il corpo decapitato
del noto giornalista afghano, Hamid Noori, nei pressi della sua casa a Kabul. Noori,
45 anni, era un volto popolare nel Paese, conduttore della Tv di Stato Rta Tv, ma
anche vicepresidente dell’Associazione nazionale dei giornalisti. Secondo Zahir, il
giornalista potrebbe essere stato assassinato da una persona che conosceva: infatti
intorno alle 20.30 di ieri era stato chiamato fuori dal suo appartamento ed era uscito
senza manifestare resistenze o timori. Il corpo di Noori decapitato è stato trovato
poco dopo lontano dall’appartamento. Nel frattempo sale a 500 il numero dei morti
stranieri caduti nel Paese nel 2010. La maggior parte delle vittime sono statunitensi
rimasti uccisi dalle sempre più frequenti esplosioni dei cosiddetti Ied, Improvised
Explosive Device, gli ordigni artigianali usati dai talebani che sono la causa delle
oltre 58% delle morti di quest’anno.
Accordo tra Russia e Israele in campo
militare I ministri della Difesa russo Anatoli Serdiukov e israeliano Ehud
Barak hanno firmato oggi a Mosca un accordo a lungo termine sulla cooperazione in
campo militare. Lo hanno reso noto i due ministri in una conferenza stampa al termine
dei colloqui. Serdiukov ha ricordato che “Mosca aveva già acquistato dodici droni
israeliani, e 50 soldati russi vengono ora addestrati per utilizzarli”. Barak, arrivato
stamane a Mosca per una visita di due giorni, dovrebbe incontrare anche il premier
Vladimir Putin.
Nullo il referendum in Moldova: troppo bassa l’affluenza Il
referendum in Moldova sulla riforma costituzionale per l'elezione diretta del presidente
della Repubblica è stato giudicato ufficialmente non valido a causa della bassissima
affluenza di elettori, appena poco più del 29 per cento, mentre era richiesto un minimo
del 33 per cento. Il referendum era destinato a risolvere un'impasse politica che
dura dalla primavera del 2009. Da circa 18 mesi il piccolo Paese situato tra la Romania
e l'Ucraina, non riesce a eleggere il capo dello Stato.
Ahmadinejad torna
ad attaccare gli Usa Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha nuovamente
messo in dubbio la versione ufficiale sugli attentati dell'11 settembre 2001, in un
incontro con i giornalisti ieri sera in Qatar dove è in visita, e ha accusato gli
Stati Uniti di averli utilizzati come pretesto per l'intervento in Afghanistan.
Il
Fmi rileva una crescita economica ancora fragile in Ue e Usa La crescita economica
negli Usa e in Europa resterà fragile. Lo ha detto il capo economista del Fondo Monetario
Internazionale, Olivier Blanchard, in una intervista a Le Figaro, ripresa da Bloomberg.
Anche se la crescita in Europa nel secondo trimestre si è rivelata superiore alle
stime, i consumi e gli investimenti sono ancora fermi, ha spiegato Blanchard.
Hu
Jintao celebra “30 anni di riforme” Il presidente cinese Hu Jintao ha partecipato
oggi alla celebrazione del trentesimo anniversario della Zona Economica Speciale di
Shenzhen, da dove partì la politica di “apertura e riforme” che ha portato la Cina
a diventare una potenza globale. Nel suo discorso Hu, che è anche il segretario del
Partito Comunista Cinese, ha lodato il ruolo “guida” che Shenzhen ha avuto nel miracolo
economico cinese ed ha sostenuto che il governo centrale “sosterrà sempre” le sue
“coraggiose esplorazioni”. Hu non ha fatto cenno alla necessità di una riforma politica
in senso democratico, che era stata al centro del discorso tenuto in agosto, sempre
a Shenzhen, dal premier Wen Jiabao. In quell'occasione, Wen aveva affermato che “senza
una riforma politica, la Cina potrebbe perdere quello che ha ottenuto attraverso la
ristrutturazione dell'economia e gli obiettivi della modernizzazione potrebbero non
essere raggiunti”, senza specificare in cosa debba consistere la “riforma”. Trent'anni
fa, Shenzhen era un piccolo villaggio di pescatori quando l'allora leader Deng Xiaoping
decise di fare la sede del primo esperimento “capitalistico” della Cina. Oggi è una
metropoli industriale con oltre otto milioni di abitanti. L'imprenditore di Hong Kong
Li Ka-shing, che ha partecipato alle celebrazioni, ha sottolineato che la metropoli
ha svolto “un ruolo pilota” nell'apertura dell'economia cinese all'estero.
Il
presidente del Guatemala parla di tragedia nazionale: almeno 40 le vittime finora
del maltempo Una valanga di fango ha travolto ieri un centinaio di soccorritori
che, in Guatemala, stavano cercando di portare in salvo i passeggeri di un autobus
rimasto intrappolato per una precedente frana dovuta alle forti piogge che da giorni
stanno imperversando sul Paese centro americano. Secondo la protezione civile, a livello
nazionale i morti accertati tra sabato e domenica sono almeno 40. Non è ancora possibile
stabilire invece quale sia il bilancio di quanto avvenuto ieri al 171/mo chilometro
dell'autostrada Panamericana nella regione montagnosa nella parte orientale del Paese,
dove due giganteschi smottamenti hanno travolto in successione un autobus e altri
autoveicoli e poi quanti erano accorsi sul posto per prestare aiuto. Il presidente
Alvaro Colon ha parlato di “tragedia nazionale” ed ha decretato lo stato d'emergenza
lanciando un drammatico appello alla comunità internazionale.
Stato d’emergenza
in Nuova Zelanda per le scosse di terremoto e il maltempo Continuano le scosse
di assestamento nella città neozelandese di Christchurch, colpita sabato da un terremoto
di magnitudo 7. Molti gli edifici distrutti. Le operazioni di soccorso sono rallentate
a causa del maltempo che in questi giorni ha colpito la zona. Il servizio di Elisa
Castellucci:
È stato esteso
fino a mercoledì lo stato di emergenza nella città neozelandese di Christchurch. Più
di 500 edifici sono rimasti distrutti e danneggiati e il centro della città è in gran
parte recintato. Mentre continuano i controlli di stabilità, centinaia di persone
sono alloggiate in rifugi d’emergenza, scuole e negozi restano chiusi, i trasporti
pubblici sono sospesi. Il bilancio, definito “miracoloso” dal premier Key, è di un
morto e di una decina di feriti, di cui alcuni gravi. Alle decine di scosse di assestamento
si è aggiunto il maltempo con venti fino a 130 chilometri orari, che sta rendendo
particolarmente difficili gli interventi di primo soccorso. C’è poi il timore di forti
alluvioni. Ottanta soldati hanno preso il controllo della città per dare sollievo
all’esausto personale di soccorso, mentre i servizi di elettricità, acqua e fognature
vengono gradualmente ripristinati. Il governo al momento rifiuta offerte di aiuti
militari Usa e quelle previste dai diversi programmi Onu. Il premier neozelandese
ha dichiarato di aver definito un dettagliato piano d’emergenza per riparare le infrastrutture
danneggiate. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 249
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