2010-09-06 14:23:33

Il messaggio finale del pellegrinaggio ecologico dei vescovi europei


Si è concluso ieri con un “appello ai giovani, alle famiglie, alle comunità parrocchiali, ai monasteri, alle scuole, ai seminari e alle università affinché rinnovino il loro impegno nei confronti della vocazione di avere cura della nostra dimora terrena”, il pellegrinaggio per la salvaguardia del creato, partito il primo settembre dalla Basilica di Esztergom, in Ungheria, e arrivato, appunto, ieri, nel santuario di Mariazell in Austria. All’esperienza di fede hanno preso parte una cinquantina di delegati delle Conferenze episcopali europee provenienti da oltre 15 Paesi. “Senza Dio la cura del creato diventa un’ideologia o frutto dell’utilitarismo – ha detto al Sir padre Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa – e non rispetto per ciò che è un valore in sé”. In queste giornate, come racconta padre Duarte, i partecipanti non si sono limitati a parlare, ma hanno condotto un’esperienza concreta d’incontro personale tra loro, vivendo insieme in diversi ambiti della natura. Come si legge nel messaggio finale, infatti, particolare attenzione è stata dedicata al tema dell’acqua, elemento della creazione ricco di significati biblici e sacramentali, e anche al problema dell’energia e al bisogno di risparmiarla, evidenziando l’importanza dell’uso delle fonti rinnovabili. Nel testo, anche un invito a dar vita a preghiere e azioni comuni con altre Chiese e l’impegno a promuovere un dialogo più ampio all’interno della comunità politica. “I cristiani hanno una responsabilità particolare verso il creato alla luce della ragione e della fede – conclude padre Duarte – la fede porta la speranza, ed è per questa speranza che vale la pena di migliorare il mondo”. (R.B.)







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