13 anni fa moriva Madre Teresa di Calcutta: celebrazioni oggi a Roma, Calcutta, Skopje
Dopo l'apertura delle celebrazioni per i 100 anni dalla nascita, i luoghi più significativi
della vita di Madre Teresa di Calcutta tornano ad ospitare nuove cerimonie, in particolar
modo oggi, giorno in cui ricorre la festa liturgica della Beata, scomparsa il 5 settembre
1997. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Calcutta,
Skopje, Roma, senza contare le innumerevoli iniziative religiose e non solo con le
quali il mondo si è mobilitato per ricordare i 13 anni della nascita al cielo della
“madre dei poveri”. La chiesa romana di San Gregorio al Celio vedrà stasera, alle
19, il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale
Ivan Dias, presiedere la celebrazione della Messa in memoria di Madre Teresa: Messa
preceduta ieri sera da una Veglia di preghiera impreziosita dall’esecuzione dell’Oratorio
della Beata Teresa di Calcutta, composto dal maestro Marcello Bronzetti. Ma è la città
di Pristina, capoluogo del Kosovo, uno dei fulcri delle celebrazioni del 2010. A nome
del Papa, oggi è l’arcivescovo di Bar in Montenegro, mons.Zef
Gashi, a presiedere il solenne rito di dedicazione di una nuova Chiesa
al nome di Madre Teresa: con lui sull’altare saranno anche mons. Dodë Gjergji, amministratore
apostolico di Prizren, e i vescovi dell’Albania, con i fedeli di tutte le parrocchie
del Kosovo riuniti in un pellegrinaggio nazionale a fare da corona a questo avvenimento.
Lo stesso mons. Gashi, ne ha parlato con il responsabile del Programma albanese della
nostra emittente, don Davide Djudjaj:
R. – E’ un’occasione
molto felice, perché possiamo davvero celebrare questo avvenimento in un clima di
libertà religiosa e in circostanze abbastanza buone. E poi perché tramite un rappresentante
– in questo caso la mia persona – sarà avvertita anche la presenza del Santo Padre.
E’ una cosa molto importante per la nostra gente, per i nostri fedeli e questo sarà
per noi un incoraggiamento, un gesto di fiducia che stimolerà in tutti un comportamento
più intenso per il futuro della Chiesa nel Kosovo.
D. – Eccellenza,
i genitori di Madre Teresa sono nativi del Kosovo. In che modo, Madre Teresa insegna
a superare le divergenze, le differenze, e a ritrovarsi poi su quei valori intramontabili
e indispensabili per costruire una nuova società, un nuovo tessuto di convivenza tra
religioni ed etnie?
R. – Dopo un decennio di guerra, dopo tante ingiustizie,
sacrifici, odio, speriamo che questa festa e la stessa figura di Madre Teresa – come
Nobel per la pace, come una suora che ha fatto molto in tutto il mondo – sia un’occasione
privilegiata per cominciare a costruire una società fondata sulla convivenza tra la
gente, proprio grazie all’esempio che ci ha dato Madre Teresa.
Questi
stessi sentimenti sono condivisi da padre Lush Gjergji, biografo
della Beata, che al microfono di don Davide Djudjaj parla dell’intramontabile
eredità di Madre Teresa lasciata alla sua gente e non solo:
R. – Per
i cristiani, prima di tutto, lei è una testimone davvero straordinaria dell’amore
di Cristo per l’uomo, e soprattutto per l’uomo sofferente. Dunque, una sofferenza
motivata e offerta. Il nostro popolo e la nostra Chiesa da duemila anni hanno subito
diversi martirii, ci sono diverse ferite, storiche e attuali. Madre Teresa ha trovato
la medicina per sanare tutto, le ferite del corpo e dell’anima: l’amore. Per tutti
gli uomini di buona volontà Madre Teresa rappresenta una maestra e una madre, perché
lei ha molto da dire e da dare al mondo intero nel senso del dialogo interetnico,
interreligioso, della riconciliazione, del perdono. Lei diceva: piccole cose con grande
amore; se non possiamo fare altro che sorridere sorridiamo e con questo sorriso diamo
un segnale all’altro che lo apprezziamo, gli vogliamo bene e lo vogliamo aiutare.
Anche
Skopje, in Macedonia – città natale dell’Angelo dei poveri – la ricorda con una Messa
solenne nella cattedrale del Sacro Cuore, presieduta dal vescovo mons. Kiro Stojanov.
In Albania, invece, la Messa nella memoria di Madre Teresa è presieduta nella cattedrale
di San Paolo dall’arcivescovo di Tirana-Durazzo, Rrok Kola Mirdita, mentre a Scutari
è l’arcivescovo Angelo Massafra a officiare l’Eucaristia nel nome di Madre Teresa.
Ovviamente, al centro di queste celebrazioni internazionali sono l’India e Calcutta.
Una Messa solenne è stata celebrata nel Collegio di St. Xavier di Calcutta dal nunzio
apostolico in India, l’arcivescovo Salvatore Pennacchio. Nella città che vide la giovane
suora tendere per prima la mano ai più poveri dei poveri, oggi c’è il cuore della
Congregazione femminile delle Missionarie della Carità. Ma dal carisma femminile scaturirono
anche alcuni rami maschili, tra i quali nel 1984 quello dei Missionari della Carità
Contemplativi, fondati da Madre Teresa assieme al sacerdote indiano, padre
Sebastian Vazhakala, attuale superiore generale dell’Istituto. Fabio
Colagrande lo ha intervistato:
R. - Madre Teresa è madre
di tutti, madre per gli indù, per i musulmani, per i cristiani di tutte le religioni.
E questo perché è Madre Teresa, è una persona sopra ogni religione, ogni bandiera.
Quando qualcuno arrivava alla Casa, la Madre non chiedeva a quale religione appartenesse:
serviva tutti in egual modo, senza considerare niente, solo la fede in Dio. Tutti
considerano Madre Teresa una persona speciale, proprio perché la sua opera, che è
stata opera di Dio, è stata un’opera di amore e di carità.
D. - Com’è
cambiata in India la situazione sociale, economica e sanitaria rispetto all’epoca
in cui Madre Teresa iniziò la sua missione?
R. - E’ cambiato molto,
anche perché i ricchi hanno cominciato a condividere con i poveri molto più rispetto
a prima. Condividendo con i poveri hanno trovato la loro gioia, la loro felicità e
una maggiore realizzazione nella loro religione, perché la religione indù invita ad
aiutare i poveri. La condivisione di Madre Teresa ha aiutato molto, perché per lei
erano tutti uguali. Madre Teresa ha insegnato a vivere non “ieri”, non “domani”, ma
l’oggi. Madre Teresa diceva sempre: “Che cosa posso fare? Ma lo devo fare oggi”. (Montaggi
a cura di Maria Brigini)