Inaugurato in Svezia il primo Istituto universitario cattolico dopo 500 anni: gli
auguri del Papa
E’ stato inaugurato oggi in Svezia l’Istituto Newman di Uppsala, il primo centro universitario
cattolico del Paese dai tempi della Riforma. La cerimonia è stata aperta da una Messa
presieduta da padre Adolfo Nicolás, preposito generale della Compagnia di Gesù. Nell’occasione
il Papa, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone,
ha espresso la sua gioia e la sua ammirazione per quanto compiuto e prega che docenti,
studenti e ricercatori dell’Istituto possano dedicarsi “con cuori e menti completamente
aperti al perseguimento della sapienza divina e umana”, auspicando inoltre che quest’opera,
intitolata al cardinale Newman, potrà rafforzare “le relazioni intellettuali e spirituali
tra i Paesi nordici e l’intera Europa, come fece una precedente università fondata
ad Uppsala da Papa Sisto IV“. Quindi il messaggio conclude: “Possano la tradizione
illustre di studio, la ricerca disinteressata della conoscenza in tutti i campi e
un forte impegno alla fede divina e all'umana ragione, essere le caratteristiche di
questo nuovo centro di umana e cattolica eccellenza”. Da Uppsala il servizio di Angela
Ambrogetti:
La libertà della coscienza si raggiunge attraverso la ricerca
della verità. Questa la riflessione del preposito dei Gesuiti, padre Adolfo Nicolás,
ai partecipanti alla Messa con la quale è stata inaugurata, questa mattina, l’Università
dell’Istituto Newman. Per la prima volta, dopo 500 anni, un’Università cattolica è
stata riconosciuta dallo Stato svedese. Filosofia e teologia, queste le facoltà principali,
ma anche arte e cultura scandinava ed europea. L’Istituto Newman ha un’ampiezza di
sguardo sulla realtà della società svedese in particolare e ad Uppsala, proprio in
questi giorni, si apre l’anno accademico. Per questo l’inaugurazione ha un significato
molto profondo ed importante nella stessa società scandinava e di questo ha parlato
il preposito generale nella sua omelia, riferendosi anche alla difficoltà di dover
essere ricercatore della verità e di seguire la propria coscienza alla sequela dell’amore
di Dio, proprio come successe al cardinale Newman, che il prossimo 19 settembre sarà
proclamato Beato da Benedetto XVI. L’Istituto Newman offre programmi di studio per
il Baccellierato in filosofia e teologia, per il Diploma di educazione superiore e
corsi a livello individuale anche in letteratura, arte e musica. Nel pomeriggio si
svolgerà una conferenza accademica sul tema “Newman e l’idea di università”.
Al
centro dell’omelia di padre Adolfo Nicolás è stato dunque il tema della ricerca
della verità: ascoltiamo, al riguardo, il preposito generale dei Gesuiti al microfono
di Angela Ambrogetti:
R. - Noi
dobbiamo cercare sempre la verità e per questo dobbiamo andare contro i pregiudizi,
contro tutto ciò che la gente nemmeno mette in discussione, assumendo come presupposti
di un argomento le asserzioni più deboli perché sono basate su opinioni generali,
sulla superficialità di giudizi che non sono sempre esatti. Quindi, la ricerca della
verità avrà sempre la necessità di confrontarsi con quanti si trovano comodi nell’opinione
comune. Se adesso non ci sono difficoltà - perché vediamo che c’è un grande appoggio
da parte delle autorità - le difficoltà si troveranno quando ci confronteremo con
la verità. Questo è accaduto sempre: è accaduto a Gesù, a San Paolo e accadrà anche
a noi.
D. – Dopo 500 anni la Chiesa cattolica ha una università riconosciuta
dallo Stato in un Paese protestante. Che cosa significa questo?
R. –
Per me questa è una testimonianza in più che il Paese è aperto alla pluralità, che
la pluralità non è soltanto qualcosa che noi accettiamo perché non c’è altro rimedio
ma è qualcosa che si accetta positivamente come una possibilità di offrire il proprio
contributo. La possibilità non è soltanto che vengano migranti a lavorare ma che vengano
anche altri che pensano in maniera diversa e che hanno una tradizione diversa. Ho
salutato una pastora della Chiesa luterana e mi ha detto che gruppi con spiritualità
ignaziana stanno crescendo in Svezia come funghi e questo è sommamente moderno, questo
è ciò che la gente sta cercando. I tesori della Chiesa sono tesori che alle volte
diventano nascosti e poi tornano fuori di nuovo e credo che sant’Ignazio ha trovato
una tradizione spirituale molto profonda che ha saputo elaborare in un sistema e questo
sistema adesso si sta valutando qui. Credo che questo sia un passo molto importante.
D.
– Quindi, Newman e Ignazio offrono insieme un messaggio forte...
R.
– Sì, Newman non ha avuto paura di confrontarsi con i paradossi e le difficoltà e
ha scoperto tutta una linea di sviluppo del dogma e della verità che ha contribuito
alla teologia cattolica, e sant’Ignazio ha contribuito, attraverso un processo spirituale
interno, a scoprire che il Regno di Dio è sempre più grande di noi. E questo era già
patrimonio della Chiesa cattolica, sant’Agostino e i grandi teologi l’avevano già
detto, però il mistico ha il talento di fare di questo un cammino spirituale. E’ bene
riscoprire nella storia della Chiesa questi tesori nascosti che vengono fuori e credo
che la Svezia sia in un buon momento per accettare la pluralità delle culture e la
pluralità della collaborazione anche nell’ambito religioso. (Montaggio a
cura di Maria Brigini)