2010-09-04 14:15:59

Cile: la Chiesa invoca una rapida soluzione allo sciopero della fame dei 32 mapuches


"La situazione è preoccupante e dunque urge un dialogo per cercare, con razionalità e buona volontà, una soluzione al problema". Così ieri l'arcivescovo di Concepciòn, mons. Riccardo Ezzati, ha commentato la situazione dei 32 detenuti “mapuches” che hanno raggiunto i 54 giorni di sciopero della fame. Il presule ha fatto visita ad alcuni di loro, rinchiusi nelle carceri di concepciòon e Lebu: “Di fronte a un problema estremo occorre un dialogo immediato – ha detto ai giornalisti che lo attendevano - perciò sono felice che il nostro governo abbia annunciato un progetto di legge per modificare l'attuale ordinamento che prevede l’applicazione della normativa antiterrorismo ai loro casi. “Penso - ha aggiunto - che ci sia una speranza, anche se i detenuti chiedono garanzie precise. Mi auguro che queste garanzie possano essere date". I contadini della minoranza etnica “mapuches" oggi in carcere, sotto accusa per violazione dell'ordine interno e della legge antiterrorista e gran parte dei quali sono in sciopero della fame dal 12 luglio, si ritengono “prigionieri politici” e rifiutano categoricamente che nei loro casi siano applicati questi dispositivi di legge perché violano i diritti umani. In concreto, non accettano di essere processati due volte per lo stesso reato, sia da parte dell'ordinamento giudiziario ordinario sia da quello militare. Mentre la Chiesa si è offerta ancora una volta per facilitare un dialogo, il governo cileno ha annunciato l'intenzione di introdurre modifiche alla legge antiterrorismo e all'ordinamento della giustizia militare. Questo fatto ha aperto uno spiraglio di dialogo, ma i “mapuches” chiedono garanzie sull'adempimento delle promesse e non ritengono sufficiente le parole del ministro degli Interni, Rodrigo Hinzpeter, il quale ha promesso che l'iniziativa sarà pronta già la prossima settimana. Intanto mons. Ezzati ha confermato di aver preso contatto, dopo la visita ad alcuni detenuti, con le autorità di governo per accelerare il dialogo, sottolineando che i “mapuches” chiedono un giudizio giusto. “Si tenga in considerazione che le cose possono diventare più gravi”, ha precisato mons. Ezzati, ricordando che ore prima, due scioperanti, Héctor Llaitul y Ramón Llanquileo, erano stati ricoverati. "Non abbiamo molto tempo. È un problema che dobbiamo affrontare con coscienza e capacità per riuscire a intervenire il prima possibile", ha osservato l'arcivescovo. (A cura di Luis Badilla)







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