Il Congresso dei laici cattolici asiatici affronta il tema del martirio
Il tema del martirio è stato al centro dell’odierna giornata del Congresso dei laici
cattolici dell’Asia in corso a Seoul, in Corea del Sud. L’evento, che si concluderà
domenica prossima, si svolge sotto l’egida del pontificio Consiglio per i Laici. Al
simposio è intervenuto stamani il direttore dell’agenzia missionaria AsiaNews, padre
Bernardo Cervellera. Sergio Centofanti lo ha intervistato:
R. – Questa
mattina, ho presentato al Congresso il martirio delle Chiese dell’Asia e anche la
persecuzione religiosa che è molto diffusa in moltissimi Paesi dell’Asia: su 52 Paesi
asiatici, almeno 32 soffrono di mancanza di libertà religiosa o di freni alla libertà
religiosa, quindi con le relative persecuzioni. Questo pomeriggio, tutti i membri
di questo Congresso partecipano alla visita e alla Messa nel Santuario dei Martiri
coreani.
D. – Quali soluzioni sono state proposte per sostenere le Chiese
perseguitate in Asia?
R. – Anzitutto, bisogna informarsi ed informare
su ciò che avviene, perché attraverso l’informazione si crea un legame di partecipazione
alle sofferenze di questi nostri fratelli e sorelle e diventa anche un legame di condivisione
della loro fatica evangelizzatrice. La seconda cosa è la preghiera, ma occorre anche
visitare queste comunità cristiane in segno di solidarietà. E su questo, veramente,
i cattolici coreani danno un esempio molto grande, perché cercano in tutti i modi
di incontrare i loro connazionali del Nord, che vivono veramente una situazione di
aspra persecuzione.
D. – Nonostante ci siano, in Asia, queste comunità
cristiane perseguitate, la Chiesa appare molto viva …
R. – Questo è
il miracolo grandissimo del martirio, perché di fatto proprio grazie ai martiri ci
sono tantissime persone che magari vivono nella loro religione tradizionale oppure
vivono nel secolarismo, che ormai è sempre più diffuso anche nelle grandi città asiatiche,
e che rimangono stupiti che ci possa essere qualcosa o qualcuno per cui dare la vita.
E quindi, questo martirio è davvero anche una fonte di nuove conversioni.
D.
– Oggi si è parlato anche della missione verso i giovani asiatici …
R.
– I giovani sono la forza portante dell’Asia, del presente e del futuro, perché se
l’Asia comprende la metà della popolazione del mondo, i giovani sono il 50 per cento
della popolazione asiatica; il che vuol dire che il 25 per cento di tutta la popolazione
mondiale è fatta di giovani asiatici. Per questo si sono presentate tante esperienze
e tante proposte su come aiutare i giovani a scoprire il messaggio della fede e come
renderli partecipi della missione evangelizzatrice della Chiesa in Asia e nel mondo.
Devo dire che sono state presentate anche moltissime esperienze: qui a Seoul sono
presenti tanti gruppi, movimenti, associazioni, oltre a quelli “grandi”, “importanti”
che noi conosciamo come Comunione e Liberazione, Focolari, Cammino Neocatecumenale,
Comunità di Sant’Egidio e così via: ci sono tantissimi gruppi e gruppetti nati proprio
in Asia e che si stanno diffondendo, anche loro, in tutti i Paesi asiatici sia come
risposta a bisogni che vedono - malati di Aids, drogati, povertà eccetera - ma dentro
questi bisogni c’è proprio uno slancio evangelizzatore, veramente profondo.