Un tifone non ferma il Congresso di Seoul sull'impegno dei laici cattolici in Asia
Proseguono a Seoul, in Corea del Sud, i lavori del Congresso dei laici cattolici dell’Asia.
L'incontro non è stato fermato da un tifone che si è abbattuto stamani sulla capitale
provocando almeno 3 vittime e numerosi danni materiali. Al centro della riflessione
odierna, il tema della formazione cristiana dei laici e della loro missione nel mondo.
Sulle prospettive e le difficoltà di questa missione nel continente asiatico ci parla
dalla capitale sudcoreana il direttore dell’agenzia AsiaNews padre Bernardo Cervellera,
al microfono di Sergio Centofanti:
R. - Questa
missione dei laici nel mondo asiatico è talvolta un po' frenata dal clericalismo dei
preti e, allo stesso tempo, dal clericalismo dei laici che spesso - visto anche che
sono una minoranza all’interno del mondo asiatico - preferiscono stare al chiuso delle
parrocchie, non affrontando il mondo. Ci sono state, invece, delle belle testimonianze
che dicono che è ormai tempo che questo “gigante dormiente” - rappresentato dai laici
cattolici dell’Asia - affronti la testimonianza nel mondo e soprattutto con una umanità
nuova, nel mondo del lavoro ed anche nel mondo della politica e, quindi, nella società
in genere, in modo tale che vedendo la diversità di vita e lo stile più amabile della
vita dei cristiani, si domandino cos’è che li rende così diversi e comincino così
ad avvicinarsi alla fede.
D. - Quali gli interventi più significativi
di oggi?
R. - Ci sono state in particolare tre testimonianze molto importanti.
Quella di mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, che
ha evidenziato tutto lo spessore che ha la “Christifideles laici”, l’Esortazione
apostolica scritta dopo il Sinodo sui laici 22 anni fa e tuttora molto attuale, evidenziando
anche il contributo che Josef Ratzinger, al tempo cardinale, ha dato anche per questo
documento. C’è stato poi il primo sacerdote asiatico che ha parlato nel Congresso,
mons. Dinh Duc Dao, che ha sottolineato come per i laici sia tempo di impegnarsi proprio
nella missione ad gentes, a contatto cioè con il mondo, con il mondo non cristiano.
C’è stato, infine, il racconto dell’esperienza di Jess Estanislao, che è membro dell’Opus
Dei e che è stato anche membro del governo filippino, che ha parlato proprio della
sua vita all’interno della politica e poi come imprenditore, dimostrando che è possibile
vivere come laici cattolici, trasformando la società.
Sull’andamento dei
lavori del Congresso, Lisa Zengarini ha intervistato il prof. Thomas Hong
Soon Han, membro del Pontificio Consiglio per i Laici, dicastero che ha organizzato
l’evento:
R. - Io penso
che questo Congresso sia proprio un momento di grande grazia del nostro Signore per
tutto il popolo dell’Asia. Il popolo dell’Asia ha davvero sete della verità, della
vita e della via alla salvezza. L’evangelizzazione del Primo millennio era focalizzata
sull’Europa, quella del secondo millennio sul continente africano e sull’America.
Allora, il Terzo millennio tocca all’Asia: l’Asia sta crescendo a un ritmo rimarchevole;
però se noi guardiamo alla Chiesa, siamo solo il 3 % di tutta la popolazione asiatica
che rappresenta più dei due terzi della popolazione mondiale. E l’evangelizzazione
è iniziata più di 2000 anni fa! Quindi dobbiamo, nel Nuovo millennio, impegnarci a
un’evangelizzazione più rapida.
D. - Qual è lo spazio riservato ai laici
nella Chiesa coreana oggi?
R. - I fedeli laici in Corea sono veramente
fieri della storia della loro Chiesa, perché sono stati loro stessi a fondarla. Quindi
siamo fieri di questa storia. Ma è stata la grazia di Dio che ci ha condotti a questa
via di salvezza. Quindi, i laici coreani cercano di fare del loro meglio per rendere
la testimonianza cristiana nella loro vita, nella loro quotidianità, sempre in comunione
con i preti e i religiosi e le religiose, per servire meglio la causa dell’evangelizzazione
di tutta la Corea.
D. – Quali altri temi sono al centro dei lavori del
Congresso?
R. - Tratteremo le Piccole comunità di base, diventate popolari
soprattutto a metà degli anni Novanta e man mano hanno dato buoni frutti per l’evangelizzazione
in Corea. Queste comunità di base soprattutto hanno reso molti fedeli laici partecipi
della vita della Chiesa. Quindi, in questo senso siamo riconoscenti per questa attività
dei fedeli laici. Poi tratteremo anche il rinnovamento della parrocchia, la partecipazione
dei laici al mondo politico, nel mondo del lavoro e dell’educazione cattolica, il
loro ruolo nell’inculturazione. Vari campi dell’evangelizzazione saranno oggetto di
discussione e condivisione delle esperienze.
D. - Quale spazio avrà
al Congresso il tema del dialogo, che è un aspetto così importante in Asia in questi
tempi difficili per la Chiesa in diversi Paesi dove le violenze anti-cristiane sono
in drammatico aumento: penso in particolare al Pakistan o all’India?
R.
- Il dialogo è importante e necessario oggi in Asia, soprattutto per promuovere la
comprensione reciproca tra i fedeli delle varie religioni. È una cosa molto importante
per promuovere la pace. Quindi per noi il dialogo non è altro che una forma di evangelizzazione.