2010-09-02 12:15:20

Un tifone non ferma il Congresso di Seoul sull'impegno dei laici cattolici in Asia


Proseguono a Seoul, in Corea del Sud, i lavori del Congresso dei laici cattolici dell’Asia. L'incontro non è stato fermato da un tifone che si è abbattuto stamani sulla capitale provocando almeno 3 vittime e numerosi danni materiali. Al centro della riflessione odierna, il tema della formazione cristiana dei laici e della loro missione nel mondo. Sulle prospettive e le difficoltà di questa missione nel continente asiatico ci parla dalla capitale sudcoreana il direttore dell’agenzia AsiaNews padre Bernardo Cervellera, al microfono di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

R. - Questa missione dei laici nel mondo asiatico è talvolta un po' frenata dal clericalismo dei preti e, allo stesso tempo, dal clericalismo dei laici che spesso - visto anche che sono una minoranza all’interno del mondo asiatico - preferiscono stare al chiuso delle parrocchie, non affrontando il mondo. Ci sono state, invece, delle belle testimonianze che dicono che è ormai tempo che questo “gigante dormiente” - rappresentato dai laici cattolici dell’Asia - affronti la testimonianza nel mondo e soprattutto con una umanità nuova, nel mondo del lavoro ed anche nel mondo della politica e, quindi, nella società in genere, in modo tale che vedendo la diversità di vita e lo stile più amabile della vita dei cristiani, si domandino cos’è che li rende così diversi e comincino così ad avvicinarsi alla fede.

D. - Quali gli interventi più significativi di oggi?

R. - Ci sono state in particolare tre testimonianze molto importanti. Quella di mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, che ha evidenziato tutto lo spessore che ha la “Christifideles laici”, l’Esortazione apostolica scritta dopo il Sinodo sui laici 22 anni fa e tuttora molto attuale, evidenziando anche il contributo che Josef Ratzinger, al tempo cardinale, ha dato anche per questo documento. C’è stato poi il primo sacerdote asiatico che ha parlato nel Congresso, mons. Dinh Duc Dao, che ha sottolineato come per i laici sia tempo di impegnarsi proprio nella missione ad gentes, a contatto cioè con il mondo, con il mondo non cristiano. C’è stato, infine, il racconto dell’esperienza di Jess Estanislao, che è membro dell’Opus Dei e che è stato anche membro del governo filippino, che ha parlato proprio della sua vita all’interno della politica e poi come imprenditore, dimostrando che è possibile vivere come laici cattolici, trasformando la società.

Sull’andamento dei lavori del Congresso, Lisa Zengarini ha intervistato il prof. Thomas Hong Soon Han, membro del Pontificio Consiglio per i Laici, dicastero che ha organizzato l’evento:RealAudioMP3

R. - Io penso che questo Congresso sia proprio un momento di grande grazia del nostro Signore per tutto il popolo dell’Asia. Il popolo dell’Asia ha davvero sete della verità, della vita e della via alla salvezza. L’evangelizzazione del Primo millennio era focalizzata sull’Europa, quella del secondo millennio sul continente africano e sull’America. Allora, il Terzo millennio tocca all’Asia: l’Asia sta crescendo a un ritmo rimarchevole; però se noi guardiamo alla Chiesa, siamo solo il 3 % di tutta la popolazione asiatica che rappresenta più dei due terzi della popolazione mondiale. E l’evangelizzazione è iniziata più di 2000 anni fa! Quindi dobbiamo, nel Nuovo millennio, impegnarci a un’evangelizzazione più rapida.

D. - Qual è lo spazio riservato ai laici nella Chiesa coreana oggi?

R. - I fedeli laici in Corea sono veramente fieri della storia della loro Chiesa, perché sono stati loro stessi a fondarla. Quindi siamo fieri di questa storia. Ma è stata la grazia di Dio che ci ha condotti a questa via di salvezza. Quindi, i laici coreani cercano di fare del loro meglio per rendere la testimonianza cristiana nella loro vita, nella loro quotidianità, sempre in comunione con i preti e i religiosi e le religiose, per servire meglio la causa dell’evangelizzazione di tutta la Corea.

D. – Quali altri temi sono al centro dei lavori del Congresso?

R. - Tratteremo le Piccole comunità di base, diventate popolari soprattutto a metà degli anni Novanta e man mano hanno dato buoni frutti per l’evangelizzazione in Corea. Queste comunità di base soprattutto hanno reso molti fedeli laici partecipi della vita della Chiesa. Quindi, in questo senso siamo riconoscenti per questa attività dei fedeli laici. Poi tratteremo anche il rinnovamento della parrocchia, la partecipazione dei laici al mondo politico, nel mondo del lavoro e dell’educazione cattolica, il loro ruolo nell’inculturazione. Vari campi dell’evangelizzazione saranno oggetto di discussione e condivisione delle esperienze.

D. - Quale spazio avrà al Congresso il tema del dialogo, che è un aspetto così importante in Asia in questi tempi difficili per la Chiesa in diversi Paesi dove le violenze anti-cristiane sono in drammatico aumento: penso in particolare al Pakistan o all’India?

R. - Il dialogo è importante e necessario oggi in Asia, soprattutto per promuovere la comprensione reciproca tra i fedeli delle varie religioni. È una cosa molto importante per promuovere la pace. Quindi per noi il dialogo non è altro che una forma di evangelizzazione.







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