2010-09-02 14:41:11

Proteste in Mozambico contro il carovita: almeno 6 morti tra cui 2 bambini


Almeno sei morti in Mozambico, e oltre una decina di feriti. Questo il bilancio degli scontri scoppiati ieri nella capitale Maputo, fra dimostranti e polizia. Tra le vittime, anche due bambini che tornavano a casa da scuola. A scatenare le proteste di piazza è stato il rincaro del costo della vita, divenuto insostenibile per gli strati più deboli della società mozambicana. Sulla situazione nel Paese sentiamo Valentino Piazza, direttore di “Progetto Mondo Mlal”, raggiunto telefonicamente a Maputo da Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

R. - La protesta è partita dalle periferie, fondamentalmente con il blocco delle strade: quindi barricate, copertoni bruciati in mezzo alla strada, autobus bloccati ed incendiati e molta, molta gente che cercava di avvicinarsi verso il centro della città.

D. - Qual è la realtà sociale oggi del Mozambico?

R. - La situazione è proprio quella che è comune a molti Paesi africani. Se uno sta a Maputo vede dei grandi, grandissimi investimenti, la Cina in particolare sta entrando con investimenti molto, molto pesanti, ma la condizione media del mozambicano è, però, di fortissima povertà.

D. - Il Mozambico è uscito da una situazione di guerra civile e di instabilità politica molto difficile…

R. - Sicuramente, fino ad oggi, la pace resta in questo Paese perché si sono mantenute condizioni di sopravvivenza per la popolazione. Questo è solamente l’ultimo passo di una serie di aumenti che colpiscono proprio - come dire - beni e servizi di prima necessità per la popolazione.

D. - Qual è la situazione in Mozambico per quanto riguarda lo sviluppo democratico delle istituzioni e il rispetto dei diritti umani?

R. - Ho l’impressione che sia ancora un progetto in corso e che c’è ancora molta strada da fare. Proprio in questi giorni, nel rapporto con le istituzioni, si vede come l’eredità del passato pesa ancora molto. Il sistema è culturalmente ancora un po’ militare. La relazione tra le istituzioni e il cittadino e viceversa risente ancora di quel passato. Quindi, anche se progressi ne sono stati fatti, le Organizzazioni specializzate in diritti umani continuano a rilevare ancora pesanti deficit da questo punto di vista.

D. - Si può immaginare che si tratti di un peggioramento della situazione economica e di una crisi dovuta agli effetti - ovviamente ritardati, così come ci si aspettava - della crisi economica che ha colpito il mondo occidentale o sono due cose distinte, secondo lei?

R. - Sicuramente, ed è quello che la gente racconta, si comincia a percepire che c’è un po’ un disincanto ed una disillusione riguardo alla possibilità di sviluppo del Paese e di miglioramento quindi delle condizioni di vita, il fatto che il governo non riesca più ad avere il controllo sulle questioni di costo, di prezzo e di fattori che sono fondamentali per garantirsi poi il consenso della popolazione. C’è da dire anche che ci sono evidentemente delle difficoltà economiche che vengono sicuramente anche dalle congiunture internazionali.







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