2010-09-02 14:31:10

Il cardinale Sandri: “Riscoprire il contributo dei melchiti alla Chiesa orientale”


Un’esortazione alla Chiesa affinché riscopra il contributo dei melchiti è risuonata durante l’omelia del prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, cardinale Leonardo Sandri, che ha presieduto martedì scorso la celebrazione eucaristica a Córdoba, in Argentina, alla presenza del Patriarca di Antiochia dei greco-melchiti, Sua Beatitudine Gregorios III Laham, di mons. Abdo Arbach, esarca apostolico dei melchiti d’Argentina e dell’arcivescovo di Córdoba, mons. Carlos José Ňáňez. L’esortazione, specifica l’agenzia Zenit, era rivolta in particolar modo ai melchiti cattolici della diaspora presenti in Argentina, in vista del Sinodo del Medio Oriente che avrà luogo a ottobre in Vaticano. “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola – ha detto il porporato – questo è l’impegno di ogni comunità cristiana, in ogni luogo e in ogni tempo della storia cristiana, ma non si deve dare per scontato. Deve, piuttosto, rappresentare uno stimolo al quale non possiamo essere estranei”. Il cardinale Sandri ha insistito molto su questo concetto di comunione: “Noi vescovi non possiamo sottrarci a questo mandato: il mandato della comunione interna alla Chiesa, perché essa si diffonda in modo sempre più deciso. L’unità parte sempre da Cristo – ha sottolineato – ma esige la nostra particolare conversione all’unità. La conversione alla comunione è una croce quotidiana che bisogna portare affinché la Chiesa sia fermento di unità per tutto il genere umano”. La Chiesa orientale cattolica di rito bizantino, nella sua variante greca, è una Chiesa particolare della Chiesa cattolica, che gode di autonomia ed è in piena comunione con il Papa. Essa ha origine in Medio Oriente e attualmente conta un milione e mezzo di fedeli, di lingua araba, e la sede del loro Patriarcato è a Damasco. “I cattolici melchiti sono molto radicati nel mondo orientale – ha ripercorso la loro storia il porporato – ma anche tradizionalmente uniti alla sede di Pietro, alla quale riconoscono la responsabilità che le è propria: quella della comunione”. Infine il cardinale ha fatto presente la priorità della Pastorale familiare, giovanile e vocazionale e l’esigenza di raggiungere una profonda conoscenza dottrinale anche per affrontare il problema delle sette. (R.B.)







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