20 anni fa entrava in vigore la Convenzione Onu per i diritti dell’infanzia
“I bambini, a causa della loro immaturità psichica e intellettuale, necessitano di
tutele e attenzioni particolari. Nello specifico, di garanzie giuridiche, che li proteggano
fin da prima della nascita”. A ricordarlo è l’introduzione della Convenzione, ratificata
da oltre 190 paesi, con le eccezioni illustri di Stati Uniti e Somalia ed entrata
in vigore il 2 settembre 1990. In 54 articoli e due protocolli opzionali, vengono
enumerati i diritti fondamentali di tutti i bambini, dagli 0 ai 18 anni. Il diritto
alla vita e alla sopravvivenza, il diritto allo sviluppo, il diritto ad essere protetti
e tutelati e infine il diritto a partecipare alla vita familiare, culturale e sociale.
A vent’anni dall’adozione della Convenzione, si può tentare un bilancio sommario.
I progressi più sensibili si sono registrati nel campo sanitario. Nel 2008 - riporta
Euronews - quasi 9 milioni di bambini sono morti prima dei 5 anni. Ma nel 1990 erano
12.5 milioni. L’Unicef smorza gli entusiasmi. Le vaccinazioni hanno consentito di
debellare numerose malattie virali, ma l’Aids resta ancora molto diffuso. Oltre due
milioni i minori di 15 anni che oggi convivono con il virus dell’Hiv. Una piaga, che
si aggiunge a quella della malnutrizione. Per garantire la sopravvivenza a se stessi
e alle loro famiglie, oltre 158 milioni di bambini fra i 5 e 14 anni sono costretti
a lavorare. Una pratica molto diffusa, soprattutto nell’Africa subsahariana Altro
problema è poi la guerra. Circa 300.000 i bambini soldato, che si combattono gli uni
contro gli altri nei 30 conflitti ancora in corso. Ishmael Beah viene dalla Sierra
Leone. Era uno di loro, prima che l’Unicef lo prendesse in carico e ne facesse uno
dei suoi ambasciatori. “Quando si parla con la gente – racconta -, sembra che i diritti
siano un concetto astratto. Servono invece a proteggere le vite umane. Ma se non si
riesce a tutelarle quando sono più vulnerabili, è difficile che poi si possa davvero
parlare di ‘vita’…”. In questo senso molti Stati che approvano l'aborto, sembrano
dimenticare questa Convenzione. Matrimoni precoci, infibulazione, nascite non registrate,
sfruttamento sessuale… La lista sarebbe ancora lunga. La prova che i principi sanciti
dalla Convenzione sono ancora lontani dal potersi considerare affermati. In 20 anni,
il numero dei bambini non scolarizzati è sceso da 115 a 95 milioni. Un progresso,
sottolinea l’Unicef, che non deve però far dimenticare come a terminare gli studi
siano ancora in troppo pochi. (R.P.)