2010-08-31 14:38:00

Sarà pubblicata domani la Lettera pastorale dei vescovi messicani per il Bicentenario


“Commemorare la nostra storia dalla fede per impegnarci oggi con la nostra patria”: così s’intitola la Lettera pastorale dei vescovi del Messico, di 74 pagine, che sarà resa pubblica domani nel corso di una solenne concelebrazione eucaristica nel santuario della Madonna di Guadalupe. L’ampio documento percorre a grandi linee la storia della nazione messicana in questi ultimi 200 anni, soffermandosi “sull’evento fondante della nostra identità nazionale”, scrivono i presuli: cioè, l’apparizione della Madonna di Guadalupe, “che ebbe una profonda eco nel popolo che nasceva, quale seme di riconciliazione e fraternità”. In seguito, il documento riflette sul contributo del cristianesimo alla “costruzione di un progetto culturale dalla fede”, capace di privilegiare “il legittimo anelito di libertà e giustizia in favore della promozione umana, individuale e sociale, con una prospettiva trascendente, in dialogo pluralista con l’insieme delle ideologie che cercano anche lo sviluppo umano integrale”. I vescovi messicani chiedono ad ogni cittadino di diventare “protagonisti della costruzione di un futuro di speranza”. Al riguardo il documento propone tre priorità: lotta frontale alla povertà, educazione di qualità e integrale per tutti e lavoro incessante “in favore della riconciliazione, dell’armonia e integrazioni dei diversi attori sociali”. Tutto ciò però, avvertono i vescovi messicani, deve avere sempre una premessa: “Porte chiuse a qualsiasi tentazione che possa far intraprendere sentieri violenti che causano solo morte, arretratezza e distruzione. A coloro che cercano di seminare uno stato di paura e di morte, tramite attività delinquenziali, mettendo a repentaglio – sottolineano i presuli - tutto ciò che abbiamo raggiunto nel nostro cammino storico, come la libertà e le istituzioni democratiche, dobbiamo dire ad alta voce che l’autentica società messicana” rifiuta questi sentieri” Dunque la Chiesa, conclude il documento, chiama questi gruppi “alla conversione affinché possano ritrovare il bene e la giustizia”. Ringraziando Dio per i doni che ha dato al Messico e ai messicani, i presuli si congedano rilevando che il Paese “è una grande nazione, benedetta da Dio” chiamata oggi “a continuare il suo cammino verso lo sviluppo, mai completato, in collaborazione fraterna con altre nazioni del continente americano e del mondo”. (A cura di Luis Badilla)







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