Ratzinger, un professore attento e gentile: il ricordo degli anni accademici di mons.
Jaschke, ex allievo del Papa
Con la celebrazione della Messa e un successivo momento conviviale, è terminato domenica
scorsa a Castel Gandolfo il “Ratzinger Schülerkreis”, ovvero il tradizionale incontro
estivo degli ex studenti di Benedetto XVI. Il seminario, durato tre giorni a porte
chiuse, ha trattato dell’interpretazione del Concilio Vaticano e ha visto la partecipazione
di una quarantina di ex allievi. Uno di loro, il vescovo ausiliare di Amburgo, mons.
Hans-Jochen Jaschke, ne ha parlato con padre Bernd Hagenkord, responsabile
della redazione tedesca della nostra emittente, rievocando gli anni del suo dottorato
assieme al prof. Ratzinger:
R. – Also,
als ich anfing zu promovieren – 1970 – war so… Quando ho cominciato il
dottorato di ricerca, era il 1970. Sono arrivato a Ratisbona per lavorare con il prof.
Ratzinger, ero particolarmente interessato della pneumatologia. Poi, in un corso con
lui mi sono appassionato di Ireneo di Lione, il grande teologo del secondo secolo
cristiano e padre della dogmatica. Noi dottorandi eravamo tanti, più o meno venti
persone, e abbiamo incontrato il prof. Ratzinger una volta al mese. Cominciavamo sempre
con la Santa Messa, poi ci riunivamo fino a mezzogiorno e uno di noi raccontava dei
progressi del suo lavoro. Ecco, questa era la forma principale del suo accompagnamento
professionale per noi. Naturalmente, potevamo rivolgergli delle domande. Da parte
mia, sono sempre stato una persona abbastanza discreta. Sono andato da lui solo quando
avevo quasi finito. Mi ha dato qualche suggerimento, ha tagliato un po’ il lavoro.
Insomma, mi ha detto ogni volta: “Vada pure” in un modo sempre molto gradevole. E
penso che non l’ho deluso…
D. – Il “Ratzinger Schülerkreis” ormai esiste
da tanti anni. Come possiamo immaginarlo, come un incontro accademico oppure un incontro
di vecchi amici?
R. – Wir bilden eine Mischung aus einem “Veteranenklub”
und einem… È un misto tra "club dei veterani" e incontro accademico. Siamo
tutti cresciuti, ci conosciamo da tanto tempo. Questo “Schülerkreis” originalmente
l’abbiamo fondato noi studenti. Poi, un giorno abbiamo invitato il professore ed arcivescovo
di Monaco, Joseph Ratzinger. Da quando è Papa, ha preso lui l’iniziativa e ha cominciato
a invitarci a Roma. Anche se oggi parliamo con il Santo Padre, sempre in modo amichevole,
a un certo punto ridiventa il nostro vecchio professore… I nostri incontri hanno sempre
un tema: questa volta il tema è stato il Concilio Vaticano II e la sua interpretazione,
nel senso di una riforma e non della discontinuità. Abbiamo sentito relazioni su questo
tema, abbiamo discusso con lui e tra di noi. Sabato scorso, il Santo Padre ha avuto
un po’ di tempo per noi, abbiamo fatto due gruppi, uno la mattina, uno il pomeriggio.
E’ stato quasi come tornare a tanto tempo fa, a uno dei corsi che abbiamo fatto con
lui. Ha condotto l’incontro, ha ascoltato molto attentamente e ogni tanto è intervenuto.
È stata una discussione molto piacevole, sobria e amichevole.
D. – Questa
volta c’erano anche giovani teologi che, se ho letto bene, non hanno mai studiato
con il prof. Ratzinger …
R. – Ja. Seit einigen Jahren sind wir dabei,
den Kreis etwas zu erweitern… Sì, da alcuni anni ci impegniamo ad allargare
lo Schülerkreis, lo vogliamo rendere più “giovane”. Ma con una distinzione: gli incontri
col Papa li hanno solo i vecchi membri del gruppo. Non vogliamo che il vecchio “Schülerkreis”
perda la sua identità originaria. In questi tre giorni, abbiamo incontrato i giovani
teologi a Roma. Abbiamo discusso intensamente sul Vaticano II e ci siamo piuttosto
avvicinati nelle posizioni. Certo, se ci sono dieci nuovi giovani, allora è necessario
conoscersi bene e vedere se teologicamente possa nascere un dialogo. Domenica scorsa,
infine, il Santo Padre ha presieduto la Santa Messa e dopo abbiamo fatto colazione
insieme. I giovani teologi hanno partecipato alla colazione, erano quindi inclusi
nel gruppo. E durante l’Angelus, brevemente, hanno incontrato il Papa che ha stretto
la mano a ognuno di loro.