Missionari e religiosi in prima linea nei soccorsi agli sfollati pakistani
In Pakistan, missionari e laici sono impegnati in prima linea, senza alcuna discriminazione,
nel soccorso agli sfollati. Aiutano cristiani, musulmani e indù mettendo in pratica
le parole di Gesù: “Amate il prossimo come io vi ho amato”. E’ quanto afferma all’agenzia
Fides padre James Channan, domenicano, presidente della Conferenza dei Superiori religiosi
maggiori nel Paese asiatico. Sono 43 le Congregazioni religiose presenti in Pakistan
ed oltre 100 i religiosi che partecipano alle operazioni di soccorso. Nove missionari
della Società di San Colombano per le Missioni estere si trovano, in particolare,
nell’area di Hyderabad dove resta alta l’allerta in seguito alle alluvioni dei giorni
scorsi. In questa zona i missionari aiutano oltre 18 mila sfollati giunti dalle aree
circostanti. Più a nord nell’area di Quetaa sono i missionari Oblata di Maria Immacolata
a prendersi cura di coloro che sono sopravvissuti alle inondazioni. “Nella scuola
gestita dai religiosi – spiega padre Aloysius Roy – sono attualmente ospitati oltre
1500 profughi”. In questa regione offrono il loro prezioso contributo anche i salesiani.
Sono almeno 50 mila le famiglie a ricevere aiuto e cibo grazie all’aiuto della “Jugend
Eine Welt”, Ong salesiana austriaca. Nell’area di Faisalabad i domenicani hanno inoltre
stabilito una partnership con una Ong locale di medici per portare medicine e assistenza
agli sfollati. Campagne di soccorso, promosso dai gesuiti e dai frati francescani
cappuccini, sono poi in corso nelle zone di Lahore e Multan. Sono diverse, infine,
anche le Congregazioni femminili che stanno aiutando migliaia di persone colpite dal
dramma delle alluvioni. Tra queste, vi sono le suore di Gesù e Maria, le domenicane,
e le suore della Carità. Dopo un mese dalle inondazioni, intanto, la situazione resta
drammatica. L’acqua sta cominciando a ritirarsi ma sono milioni i sopravvissuti in
pericolo di vita per malattie e mancanza di cibo. (A.L.)