La pace e l’autentico sviluppo umano nelle intenzioni di preghiera di Benedetto
XVI per il mese di settembre
Pace e sviluppo: è il binomio delle intenzioni di preghiera di Benedetto XVI per il
mese di settembre. Nell’intenzione generale, il Papa chiede ai fedeli di pregare affinché
l’annuncio della Parola di Dio “rinnovi il cuore delle persone, incoraggiandole ad
essere protagoniste di un autentico progresso sociale”. In quella missionaria, invece,
il Papa auspica che aprendo il cuore, si ponga fine alle tante guerre che insanguinano
il mondo. Sulla pace e lo sviluppo umano, riascoltiamo alcune riflessioni di Benedetto
XVI nel servizio di Alessandro Gisotti:
“Lo sviluppo
è il nuovo nome della pace”: la celebre affermazione di Paolo VI viene fatta propria
da Benedetto XVI, che fin dal frontespizio dell’Enciclica “Caritas in Veritate” sottolinea
la necessità di “uno sviluppo umano integrale nella carità e nella verità”. Per costruire
la pace, è il suo monito, bisogna combattere la povertà:
“Faccio
volentieri mio quantoPapa Montini esprimeva con chiarezza appassionata
nella sua Enciclica ‘Populorum Progressio’: ‘ Se il perseguimento dello sviluppo richiede
un numero sempre più grande di tecnici, esige ancor più uomini di pensiero capaci
di riflessione profonda, votati alla ricerca di un umanesimo nuovo, che permetta all’uomo
moderno di ritrovare se stesso, assumendo i valori superiori di amore, amicizia, di
preghiera e di contemplazione”. (Discorso alla Fondazione Centesimus Annus, 19 maggio
2007)
Il Papa sottolinea, dunque, che alla base di un autentico
progresso sociale sta la persona, “che Cristo svela nella sua dignità più profonda”.
Come l’ultima crisi finanziaria ha dimostrato, avverte il Pontefice, non si può privilegiare
“ciò che è materiale e tecnico rispetto a ciò che è etico e spirituale”:
“In
tale contesto è importante saper vincere quella mentalità individualistica e materialistica
che suggerisce di distogliere gli investimenti dell’economia reale per privilegiare
l’impiego dei propri capitali nei mercati finanziari, in vista di rendimenti più facili
e più rapidi”. (Discorso agli imprenditori romani, 18 marzo 2010)
Serve,
afferma il Papa, un umanesimo cristiano anche nelle scelte economiche. Quello stesso
umanesimo che dovrebbe essere guidato dall’apertura del cuore. L’amore non la corsa
agli armamenti, sostiene con forza Benedetto XVI, è la “via per conservare saldamente
la pace”:
“L’autentica conversione dei cuori rappresenta la via giusta,
la sola che possa condurre ciascuno di noi e l’intera umanità all’auspicata pace.
E’ la via indicata da Gesù: Lui – che è il Re dell’universo – non è venuto a portare
la pace nel mondo con un esercito, ma attraverso il rifiuto della violenza”. (Discorso
ai giovani del Servizio Civile, 28 marzo 2009)
Il Papa chiede di
partire dal cuore, dalla sua conversione per divenire autentici operatori di pace.
E invita soprattutto le giovani generazioni a farsi “strumenti di pace, rigettando
con decisione l’egoismo e l’ingiustizia, l’indifferenza e l’odio”. Da Assisi, città
simbolo del dialogo e della concordia, il Papa, sulla scia di San Francesco, leva
un vibrante appello affinché ognuno di noi, nella vita quotidiana, diventi un appassionato
promotore della pace:
“Considero mio dovere lanciare da qui un pressante
e accorato appello affinché cessino tutti i conflitti armati che insanguinano la terra,
tacciano le armi e dovunque l’odio ceda all’amore, l’offesa al perdono e la discordia
all’unione! (…) Voglia San Francesco, uomo di pace, ottenerci dal Signore che si moltiplichino
coloro che accettano di farsi 'strumenti della sua pace', attraverso i mille piccoli
atti della vita quotidiana; che quanti hanno ruoli di responsabilità siano animati
da un amore appassionato per la pace e da una volontà indomita di raggiungerla, scegliendo
mezzi adeguati per ottenerla”. (Angelus ad Assisi, 17 giugno 2007)