Iran: prosegue la mobilitazione internazionale sul caso Sakineh
C’è preoccupazione ma anche speranza nel mondo per la sorte di Sakineh Mohammadi Ashtiani,
l’iraniana condannata a morte per adulterio e complicità nell’omicidio del marito,
dopo che Teheran ha dichiarato di “non aver ancora preso alcuna decisione” sul caso.
Prosegue, intanto, la mobilitazione internazionale. Condanna dal capo della diplomazia
europea, Catherine Ashton, che ha definito le esecuzioni con lapidazione come “pratiche
di altri tempi”. Sulle ultime dichiarazioni della Repubblica islamica, Linda Giannattasio
ha raccolto il commento di Riccardo Noury, portavoce di "Amnesty International
Italia:
R. – Non
c’è da essere molto tranquilli perché sono arrivate nel corso di queste settimane
dichiarazioni di segno spesso contraddittorio. Prendiamo per buona questa cosa: sappiamo
che Sakineh è ancora viva e che c’è possibilità di salvarla.
D. – Il
suo è diventato un caso internazionale: quanto è importante, quindi, che il mondo
sappia perché questo tipo di condanne venga sospeso ed eventualmente annullato?
R.
– È fondamentale che il mondo sappia e ancora più fondamentale che l’Iran sappia che
il mondo sa. Tante vite sono state salvate grazie alla mobilitazione di cittadine
e cittadini. Ai governi dà fastidio che il mondo sappia e quando c’è molto 'non-governativo'
che esercita pressioni, sembra quasi che questa azione sia più efficace.
D.
– Qual è lo stato della pena di morte in Iran, in particolare per i casi di adulterio
per cui è prevista la lapidazione? E qual è la situazione in altri Paesi?
R.
– L’adulterio è un reato punibile con la pena capitale in diversi altri Paesi, anche
se per fortuna sono rarissime le esecuzioni. Ci sono state lapidazioni fino a tre
anni fa, nonostante in Iran fosse stata istituita una moratoria su questo tipo di
esecuzioni. E poi ci sono Paesi di religione islamica che prevedono che l’adulterio
sia un reato penale. L’Iran, insieme alla Cina, rappresenta la vera e propria emergenza
internazionale in tema di pena di morte: dell’Iran sappiamo che sicuramente c’è, in
media, più di un’esecuzione al giorno; si è intensificata la pena di morte anche per
reati di opinione; c’è una donna giornalista che il 4 settembre potrebbe essere messa
a morte per aver denunciato le violazioni dei diritti umani … Naturalmente, non è
soltanto una "prerogativa" di questi Paesi che violano sistematicamente i diritti
umani: la pena di morte è prevista e applicata anche in Paesi del G8: gli Stati Uniti,
il Giappone … nonostante il suo uso sia sempre più ristretto e siano 140 Paesi che
non la applicano più, nel mondo …
Pakistan: scende il livello dei fiumi
dopo le inondazioni Le autorità annunciano che in Pakistan il livello dei fiumi
nella provincia meridionale dell'Indo sta lentamente scendendo. Ci vorranno almeno
10 giorni perché rientrino nei livelli normali e perché si possa avere un quadro chiaro
del bilancio delle vittime che oggi è fermo a 1.600, senza tenere conto dei dispersi.
L'emergenza continua per cercare di “salvare” i centri abitati che non sono ancora
stati inondati. La situazione è ancora critica per la città storica di Thatta, un
importante centro a est del porto di Karachi, ormai deserta dopo l'evacuazione di
quasi tutti gli abitanti. In totale sono 6 milioni le persone che hanno dovuto abbandonare
le proprie abitazioni.
Nella capitale afghana, ucciso un funzionario del
distretto di Nangarhar All’esterno della sede del governatore della provincia
afghana di Nangarhar che si trova nel cuore di Jalalabad, la capitale, si è fatto
esplodere un attentatore suicida uccidendo il capo del distretto. Il governatore è
rimasto illeso. L’attacco è avvenuto, nell’ora di punta mentre alcuni funzionari stavano
entrando nell’edificio. Il governatore, Gul Agha Sherazi è stato in passato bersaglio
di altri attacchi dei talebani. Il suo portavoce, Esmatullah, ha dichiarato che “è
stato un attacco suicida”.
Fermento nel mondo politico israeliano per la
prospettiva dei negoziati Nell'imminenza della ripresa dei negoziati diretti
con i palestinesi il premier Benyamin Netanyahu incontra oggi a Tel Aviv i membri
del Likud in un clima di tensione dovuto alle pressanti richieste di chiarimenti avanzate
da alcuni dirigenti del partito. L'occasione del convegno è di carattere festivo.
"Si tratta di un incontro abituale alla vigilia del Capodanno ebraico (che inizia
l'8 settembre, ndr)", ha spiegato un portavoce del Likud. Ma alcuni esponenti del
partito - fra questi l'ex ministro Silvan Shalom e il deputato Dany Danon - si attendono
oggi da Netanyahu alcune delucidazioni circa le modalità e gli obiettivi delle trattative.
Sudafrica:
Zuma chiede ai ministri trattative contro lo sciopero Il presidente sudafricano
Jacob Zuma ha detto ai suoi ministri di avviare immediatamente le trattative per porre
fine allo sciopero dei lavoratori del settore pubblico. Finora, il governo ha detto
di non poter far fronte alle richieste per un aumento salariale che corrisponde al
doppio dell'inflazione per porre fine allo sciopero di 1,3 milioni di lavoratori,
entrato ormai nella terza settimana e che minaccia di estendersi. La protesta coinvolge
insegnanti, infermieri e segretari e oltre alla chiusura di scuole, ha fermato il
lavoro degli obitori con pesanti conseguenze. Il portavoce di Zuma ha detto che il
presidente è particolarmente preoccupato.
In Sudan rapiti tre piloti russi,
liberata l’operatrice americana rapita cento giorni fa Tre piloti russi sono
stati rapiti da un gruppo di uomini armati nel Darfur sudanese, precisamente a Nyala,
capitale dello stato del Darfur del sud. L’inviato speciale del Cremlino in Sudan,
Mikhail Margelov, ha specificato che gli uomini rapiti sono il capitano dell’elicottero
e due membri dell’equipaggio, aggiungendo che l’elicottero stava trasportando cibo
e altre forniture civili per la missione delle Nazioni Unite in Darfur. Sempre in
Darfur questa mattina è stata invece liberata un’operatrice umanitaria americana rapita
più di cento giorni fa. L’operatrice, che lavora per l’organizzazione “Samaritan’s
Purse” nella travagliata regione del Sudan, sembra sia in buona salute.
Fallito
attentato al presidente della Cecenia, uccisi 12 ribelli All’alba di ieri,
dodici ribelli islamici e due agenti delle forze di sicurezza sono morti in una sparatoria
nel villaggio di Tsentoroi, in Cecenia, dove si trovava il presidente Ramzan Kadyron.
Un commando di una trentina di insorti ha compiuto un’incursione al convoglio su cui
viaggiava il presidente, in visita nella sua città natale. Kadyron è rimasto illeso
dall’agguato, ma nella sparatoria sono rimasti feriti 17 civili. Negli ultimi tempi
la guerriglia, non solo cecena, ha ripreso slancio; la settimana scorsa almeno 10
ribelli sono stati uccisi in alcuni scontri con le forze di sicurezza, cinque in Kabardino-Balkaria,
dove sono morti due agenti russi.
Evacuate 34 mila persone a Sumatra per
il vulcano Sinabung Continua lo stato di grande allerta nel nord dell”isola
di Sumatra, in Indonesia, dove, dopo 400 anni di inattività, il vulcano Sinabung è
tornato ad eruttare. Almeno 34 mila le persone che, per sicurezza, sono state evacuate.
Il servizio di Salvatore Sabatino:
Le eruzioni
del Sinabung sono di tipo esplosivo, cioè quasi senza colate laviche, ma con colonne
di fumo grigio e cenere che si alzano in cielo per centinaia di metri dense di vapori
bollenti che si riversano a valle distruggendo tutto ciò che incontrano. Dopo quella
di ieri, stamani all’alba una nuova forte eruzione, con colonne di fumo alte 2000
metri. Confermata, dunque, l’evacuazione decisa dalle autorità di circa 34 mila abitanti
delle zone limitrofe al vulcano, che sono stati ricoverati in centri di accoglienza
allestiti per l’emergenza situati in zone più sicure. Vi dovranno rimanere sinché
non sarà sceso il livello di allarme, un dato per ora non prevedibile: l’attività
vulcanica potrebbe durare settimane e al momento non è possibile fare previsioni.
La nube di fumo e cenere che si è levata nell’atmosfera ha causato l’interruzione
di tutti i collegamenti aerei. La stessa situazione si era creata in Europa nei mesi
scorsi, per l’eruzione del vulcano in Islanda. Vulcani del tipo del Sinabung sono
il Vesuvio, in Italia, e il Pinatubo, nelle Filippine, la cui eruzione fu talmente
violenta da avere per vari mesi sensibili ripercussioni sul clima terrestre.
Ucciso
probabilmente dai narcotrafficanti il sindaco di Hidalgo in Messico In Messico
è stato ucciso da sconosciuti, probabilmente sicari dei narcotrafficanti, il sindaco
di Hidalgo, piccola città di 25.000 abitanti nella regione di San Fernando: Leal Garcia,
di 46 anni. Viaggiava con la figlioletta di 4 anni che è ora in gravi condizioni.
Il suo predecessore era stato gravemente ferito in un attentato un anno fa. Hidalgo
fa parte della stessa regione dove la scorsa settimana sono stati massacrati 72 emigranti
clandestini. Per questo massacro, al confine con il Texas, è stato arrestato un uomo
indicato quale leader del cartello del narcotraffico 'Los Zetas'.
28 immigrati
irregolari giunti sulle coste salentine in yacht Un gruppo di 28 immigrati
è stato stato rintracciato a nord di Gallipoli dai militari della Capitaneria di porto
- Guardia costiera di Gallipoli, impegnati in servizi di pattugliamento e perlustrazione
della costa salentina. Gli immigrati (sono in corso accertamenti per stabilire la
nazionalità) sono giunti nello Ionio a bordo di uno yacht, lungo 13 metri, che è stato
sequestrato. Sono stati anche individuati ed arrestati i tre presunti scafisti.
Slovacchia:
un drogato uccide sei persone e poi si suicida a Bratislava Si è suicidato
l'uomo che oggi ha aperto il fuoco con un mitra uccidendo sei persone e ferendone
20 in un quartiere della capitale slovacca Bratislava. Secondo quanto raccontano alcuni
testimoni l'aggressore che, oltre al mitra era in possesso anche di un fucile a pallettoni,
è apparso ubriaco e drogato. I soccorritori hanno confermato che fra i feriti c'è
anche un bimbo di cinque anni. Tuttora ignoto il movente.
“Panel on global
sustainability”: nuovo organismo Onu per lo sviluppo sostenibile Far uscire
i popoli dalla povertà rispettando e preservando i sistemi naturali e il clima. Questo
è l’obiettivo di “Panel in global sustainability”, il nuovo organismo creato dall’Onu,
che entro la fine del 2011 predisporrà proposte concrete di sviluppo sostenibile.
L’organismo, come ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, è formato
da 21 rappresentanti della società civile, organizzazioni politiche e imprenditoriali.
A guidarla in partnership con il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, è la presidente
della Finlandia, Tarja Halonen. Il Panel è stato creato, per fare il punto della situazione
climatica in vista della conferenza sui cambiamenti climatici dell’Unfcc del 2011
e della Conferenza dell’Onu sullo sviluppo sostenibile che si terrà a Rio de Janeiro
nel 2012. Dell’organismo fanno parte personalità politiche che rappresentano i punti
più esposti e impegnati del mondo dal Giappone alla Corea, dagli Emirati al Messico,
da numerosi partner europei alla Cina, dalla Russia agli Usa. (Panoramica internazionale
a cura di Fausta Speranza e Elisa Castellucci)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 242
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