2010-08-30 15:04:20

Iran: prosegue la mobilitazione internazionale sul caso Sakineh


C’è preoccupazione ma anche speranza nel mondo per la sorte di Sakineh Mohammadi Ashtiani, l’iraniana condannata a morte per adulterio e complicità nell’omicidio del marito, dopo che Teheran ha dichiarato di “non aver ancora preso alcuna decisione” sul caso. Prosegue, intanto, la mobilitazione internazionale. Condanna dal capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, che ha definito le esecuzioni con lapidazione come “pratiche di altri tempi”. Sulle ultime dichiarazioni della Repubblica islamica, Linda Giannattasio ha raccolto il commento di Riccardo Noury, portavoce di "Amnesty International Italia: RealAudioMP3

R. – Non c’è da essere molto tranquilli perché sono arrivate nel corso di queste settimane dichiarazioni di segno spesso contraddittorio. Prendiamo per buona questa cosa: sappiamo che Sakineh è ancora viva e che c’è possibilità di salvarla.

D. – Il suo è diventato un caso internazionale: quanto è importante, quindi, che il mondo sappia perché questo tipo di condanne venga sospeso ed eventualmente annullato?

R. – È fondamentale che il mondo sappia e ancora più fondamentale che l’Iran sappia che il mondo sa. Tante vite sono state salvate grazie alla mobilitazione di cittadine e cittadini. Ai governi dà fastidio che il mondo sappia e quando c’è molto 'non-governativo' che esercita pressioni, sembra quasi che questa azione sia più efficace.

D. – Qual è lo stato della pena di morte in Iran, in particolare per i casi di adulterio per cui è prevista la lapidazione? E qual è la situazione in altri Paesi?

R. – L’adulterio è un reato punibile con la pena capitale in diversi altri Paesi, anche se per fortuna sono rarissime le esecuzioni. Ci sono state lapidazioni fino a tre anni fa, nonostante in Iran fosse stata istituita una moratoria su questo tipo di esecuzioni. E poi ci sono Paesi di religione islamica che prevedono che l’adulterio sia un reato penale. L’Iran, insieme alla Cina, rappresenta la vera e propria emergenza internazionale in tema di pena di morte: dell’Iran sappiamo che sicuramente c’è, in media, più di un’esecuzione al giorno; si è intensificata la pena di morte anche per reati di opinione; c’è una donna giornalista che il 4 settembre potrebbe essere messa a morte per aver denunciato le violazioni dei diritti umani … Naturalmente, non è soltanto una "prerogativa" di questi Paesi che violano sistematicamente i diritti umani: la pena di morte è prevista e applicata anche in Paesi del G8: gli Stati Uniti, il Giappone … nonostante il suo uso sia sempre più ristretto e siano 140 Paesi che non la applicano più, nel mondo …

Pakistan: scende il livello dei fiumi dopo le inondazioni
Le autorità annunciano che in Pakistan il livello dei fiumi nella provincia meridionale dell'Indo sta lentamente scendendo. Ci vorranno almeno 10 giorni perché rientrino nei livelli normali e perché si possa avere un quadro chiaro del bilancio delle vittime che oggi è fermo a 1.600, senza tenere conto dei dispersi. L'emergenza continua per cercare di “salvare” i centri abitati che non sono ancora stati inondati. La situazione è ancora critica per la città storica di Thatta, un importante centro a est del porto di Karachi, ormai deserta dopo l'evacuazione di quasi tutti gli abitanti. In totale sono 6 milioni le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni.

Nella capitale afghana, ucciso un funzionario del distretto di Nangarhar
All’esterno della sede del governatore della provincia afghana di Nangarhar che si trova nel cuore di Jalalabad, la capitale, si è fatto esplodere un attentatore suicida uccidendo il capo del distretto. Il governatore è rimasto illeso. L’attacco è avvenuto, nell’ora di punta mentre alcuni funzionari stavano entrando nell’edificio. Il governatore, Gul Agha Sherazi è stato in passato bersaglio di altri attacchi dei talebani. Il suo portavoce, Esmatullah, ha dichiarato che “è stato un attacco suicida”.

Fermento nel mondo politico israeliano per la prospettiva dei negoziati
Nell'imminenza della ripresa dei negoziati diretti con i palestinesi il premier Benyamin Netanyahu incontra oggi a Tel Aviv i membri del Likud in un clima di tensione dovuto alle pressanti richieste di chiarimenti avanzate da alcuni dirigenti del partito. L'occasione del convegno è di carattere festivo. "Si tratta di un incontro abituale alla vigilia del Capodanno ebraico (che inizia l'8 settembre, ndr)", ha spiegato un portavoce del Likud. Ma alcuni esponenti del partito - fra questi l'ex ministro Silvan Shalom e il deputato Dany Danon - si attendono oggi da Netanyahu alcune delucidazioni circa le modalità e gli obiettivi delle trattative.

Sudafrica: Zuma chiede ai ministri trattative contro lo sciopero
Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha detto ai suoi ministri di avviare immediatamente le trattative per porre fine allo sciopero dei lavoratori del settore pubblico. Finora, il governo ha detto di non poter far fronte alle richieste per un aumento salariale che corrisponde al doppio dell'inflazione per porre fine allo sciopero di 1,3 milioni di lavoratori, entrato ormai nella terza settimana e che minaccia di estendersi. La protesta coinvolge insegnanti, infermieri e segretari e oltre alla chiusura di scuole, ha fermato il lavoro degli obitori con pesanti conseguenze. Il portavoce di Zuma ha detto che il presidente è particolarmente preoccupato.

In Sudan rapiti tre piloti russi, liberata l’operatrice americana rapita cento giorni fa
Tre piloti russi sono stati rapiti da un gruppo di uomini armati nel Darfur sudanese, precisamente a Nyala, capitale dello stato del Darfur del sud. L’inviato speciale del Cremlino in Sudan, Mikhail Margelov, ha specificato che gli uomini rapiti sono il capitano dell’elicottero e due membri dell’equipaggio, aggiungendo che l’elicottero stava trasportando cibo e altre forniture civili per la missione delle Nazioni Unite in Darfur. Sempre in Darfur questa mattina è stata invece liberata un’operatrice umanitaria americana rapita più di cento giorni fa. L’operatrice, che lavora per l’organizzazione “Samaritan’s Purse” nella travagliata regione del Sudan, sembra sia in buona salute.

Fallito attentato al presidente della Cecenia, uccisi 12 ribelli
All’alba di ieri, dodici ribelli islamici e due agenti delle forze di sicurezza sono morti in una sparatoria nel villaggio di Tsentoroi, in Cecenia, dove si trovava il presidente Ramzan Kadyron. Un commando di una trentina di insorti ha compiuto un’incursione al convoglio su cui viaggiava il presidente, in visita nella sua città natale. Kadyron è rimasto illeso dall’agguato, ma nella sparatoria sono rimasti feriti 17 civili. Negli ultimi tempi la guerriglia, non solo cecena, ha ripreso slancio; la settimana scorsa almeno 10 ribelli sono stati uccisi in alcuni scontri con le forze di sicurezza, cinque in Kabardino-Balkaria, dove sono morti due agenti russi.

Evacuate 34 mila persone a Sumatra per il vulcano Sinabung
Continua lo stato di grande allerta nel nord dell”isola di Sumatra, in Indonesia, dove, dopo 400 anni di inattività, il vulcano Sinabung è tornato ad eruttare. Almeno 34 mila le persone che, per sicurezza, sono state evacuate. Il servizio di Salvatore Sabatino: RealAudioMP3

Le eruzioni del Sinabung sono di tipo esplosivo, cioè quasi senza colate laviche, ma con colonne di fumo grigio e cenere che si alzano in cielo per centinaia di metri dense di vapori bollenti che si riversano a valle distruggendo tutto ciò che incontrano. Dopo quella di ieri, stamani all’alba una nuova forte eruzione, con colonne di fumo alte 2000 metri. Confermata, dunque, l’evacuazione decisa dalle autorità di circa 34 mila abitanti delle zone limitrofe al vulcano, che sono stati ricoverati in centri di accoglienza allestiti per l’emergenza situati in zone più sicure. Vi dovranno rimanere sinché non sarà sceso il livello di allarme, un dato per ora non prevedibile: l’attività vulcanica potrebbe durare settimane e al momento non è possibile fare previsioni. La nube di fumo e cenere che si è levata nell’atmosfera ha causato l’interruzione di tutti i collegamenti aerei. La stessa situazione si era creata in Europa nei mesi scorsi, per l’eruzione del vulcano in Islanda. Vulcani del tipo del Sinabung sono il Vesuvio, in Italia, e il Pinatubo, nelle Filippine, la cui eruzione fu talmente violenta da avere per vari mesi sensibili ripercussioni sul clima terrestre.

Ucciso probabilmente dai narcotrafficanti il sindaco di Hidalgo in Messico
In Messico è stato ucciso da sconosciuti, probabilmente sicari dei narcotrafficanti, il sindaco di Hidalgo, piccola città di 25.000 abitanti nella regione di San Fernando: Leal Garcia, di 46 anni. Viaggiava con la figlioletta di 4 anni che è ora in gravi condizioni. Il suo predecessore era stato gravemente ferito in un attentato un anno fa. Hidalgo fa parte della stessa regione dove la scorsa settimana sono stati massacrati 72 emigranti clandestini. Per questo massacro, al confine con il Texas, è stato arrestato un uomo indicato quale leader del cartello del narcotraffico 'Los Zetas'.

28 immigrati irregolari giunti sulle coste salentine in yacht
Un gruppo di 28 immigrati è stato stato rintracciato a nord di Gallipoli dai militari della Capitaneria di porto - Guardia costiera di Gallipoli, impegnati in servizi di pattugliamento e perlustrazione della costa salentina. Gli immigrati (sono in corso accertamenti per stabilire la nazionalità) sono giunti nello Ionio a bordo di uno yacht, lungo 13 metri, che è stato sequestrato. Sono stati anche individuati ed arrestati i tre presunti scafisti.

Slovacchia: un drogato uccide sei persone e poi si suicida a Bratislava
Si è suicidato l'uomo che oggi ha aperto il fuoco con un mitra uccidendo sei persone e ferendone 20 in un quartiere della capitale slovacca Bratislava. Secondo quanto raccontano alcuni testimoni l'aggressore che, oltre al mitra era in possesso anche di un fucile a pallettoni, è apparso ubriaco e drogato. I soccorritori hanno confermato che fra i feriti c'è anche un bimbo di cinque anni. Tuttora ignoto il movente.

“Panel on global sustainability”: nuovo organismo Onu per lo sviluppo sostenibile
Far uscire i popoli dalla povertà rispettando e preservando i sistemi naturali e il clima. Questo è l’obiettivo di “Panel in global sustainability”, il nuovo organismo creato dall’Onu, che entro la fine del 2011 predisporrà proposte concrete di sviluppo sostenibile. L’organismo, come ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, è formato da 21 rappresentanti della società civile, organizzazioni politiche e imprenditoriali. A guidarla in partnership con il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, è la presidente della Finlandia, Tarja Halonen. Il Panel è stato creato, per fare il punto della situazione climatica in vista della conferenza sui cambiamenti climatici dell’Unfcc del 2011 e della Conferenza dell’Onu sullo sviluppo sostenibile che si terrà a Rio de Janeiro nel 2012. Dell’organismo fanno parte personalità politiche che rappresentano i punti più esposti e impegnati del mondo dal Giappone alla Corea, dagli Emirati al Messico, da numerosi partner europei alla Cina, dalla Russia agli Usa. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Elisa Castellucci)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 242

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