Il Papa alla Messa per i suoi ex allievi: imparare da Dio lo stile della gratuità
Il Papa ha ricevuto oggi in udienza l’arcivescovo Kurt Koch, presidente del Pontificio
Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che ha partecipato in questi
giorni al tradizionale incontro estivo degli ex studenti di Benedetto XVI, il cosiddetto
Ratzinger Schülerkreis. L’appuntamento si è concluso ieri, con una Messa presieduta
dal Pontefice presso il Centro Mariapoli a Castel Gandolfo: al centro del seminario,
iniziato venerdì scorso, è stato il tema dell’interpretazione del Concilio Vaticano
II. Ha tenuto l’omelia il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, anch’egli
ex allievo del prof. Ratzinger. Il servizio di Sergio Centofanti.
Il Papa
all’inizio della Messa, ha salutato i partecipanti al seminario, circa una quarantina,
facendo riferimento al Vangelo della liturgia domenicale sulla scelta dei primi posti
nei banchetti, con l’esortazione di Gesù all’umiltà e all’amore gratuito, a invitare
cioè, quando offriamo un pranzo, quanti non ci possono ricambiare. Ascoltiamo le parole
di Benedetto XVI:
“Liebe Freunde, am Ende des heutigen Evangeliums
… Cari amici, nel Vangelo di oggi il Signore ci fa notare come in
realtà continuiamo a vivere alla maniera dei pagani: invitiamo per reciprocità soltanto
chi ricambierà l’invito, doniamo solo a chi ci restituirà. Ma lo stile di Dio è diverso:
lo sperimentiamo nella Santa Eucaristia. Egli invita alla sua mensa noi, che davanti
a lui siamo zoppi, ciechi e sordi; egli invita noi, che non abbiamo nulla da dargli”.
In
particolare durante la Messa – ha proseguito il Papa – siamo chiamati a farci toccare
dalla gratitudine per il fatto che, nonostante non abbiamo nulla da dare a Dio e,
anzi, siamo pieni di colpe, Egli ci inviti alla sua mensa e vuole stare a tavola con
noi:
“Aber wir wollen doch auch uns davon berühren lassen … Ma
vogliamo imparare anche a sentirci in colpa perché usciamo così poco dallo stile pagano,
perché viviamo così poco la novità, lo stile di Dio. E per questo iniziamo la Santa
Messa chiedendo perdono: un perdono che ci cambi, che ci faccia diventare più simili
a Dio, a sua immagine e somiglianza”.
Nella sua omelia, il cardinale
Schőnborn ha ripreso il tema dell’umiltà, ricordando
che Gesù ha affidato il Regno del Padre agli Apostoli, ma affinché questa grande vocazione
non li renda presuntuosi li ha messi, e soprattutto il primo degli Apostoli, all’ultimo
posto. Quindi ha spiegato quale è l’atteggiamento dei cristiani davanti alle umiliazioni
e agli insulti: disprezzati, benedicono…
“Die Demut wendet diese Beschimpfungen
in Segen. … L’umiltà trasforma gli insulti in una grazia! Grazie, Santo
Padre, perché lei incarna per noi l’atteggiamento di Cristo, che è mite e umile di
cuore. Non è questa una cosa meravigliosa, nella fede cristiana e nell’esperienza
cristiana? La gioia per il fatto che i parametri del Cielo siano così diversi dai
nostri …”.