2010-08-30 14:40:42

Gheddafi in Italia. Islam e immigrazione: intervista con mons. Mogavero


Il leader della Libia, Muammar Gheddafi, incontrerà nel pomeriggio il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi in occasione di un convegno, che si terrà nella sede dell'Accademia libica in Italia. In serata prenderà poi parte alle celebrazioni del secondo anniversario del Trattato italo-libico. Durante le celebrazioni, Gheddafi incontrerà anche mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e presidente del Consiglio della Conferenza episcopale italiana per gli affari giuridici. Hanno suscitato vasta eco, intanto, le parole pronunciate ieri da Gheddafi nella sede dell’Accademia libica di Roma: “L'Islam - ha detto - dovrebbe diventare la religione di tutta Europa”. Il primo passo - ha aggiunto - potrebbe essere l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea. Su queste dichiarazioni si sofferma al microfono di Fabio Colagrande proprio mons. Mogavero:RealAudioMP3

R. - Io credo sia una parola provocatoria che per noi europei dovrebbe suonare molto positivamente: finiamola di considerare la religione un aspetto secondario della nostra identità e soprattutto finiamola di tentare di relegare il patto religioso all’ambito meramente privato, come se ostacolasse il progresso e lo sviluppo delle persone. Il patto religioso, la religiosità è un aspetto integrante e fondamentale dell’identità di una persona e dell’identità di un popolo. Purtroppo noi, in Europa, a tutto questo abbiamo rinunciato da tempo e ne è una testimonianza significativa il rifiuto del riferimento alle radici cristiane dell’Europa nel Trattato dell’Unione.

D. - Passando ad altro argomento, lei ha espresso preoccupazione per la sorte dei migranti, dei rifugiati africani che sono detenuti in Libia. Perché?

R. - Perché nessuno mai ha avuto la possibilità di verificare quali erano le condizioni nelle quali questi poveri immigrati venivano mantenuti. Non ci sono state mai ispezioni, né da parte dell’Italia - che pure ha un protocollo d’intesa con la Libia al riguardo -, né da parte delle organizzazioni internazionali e quindi, in mancanza di notizie, credo che la preoccupazione sia più che legittima.

D. - Perché, secondo lei, la Chiesa ha voce in capitolo su questi temi?

R. - Perché la Chiesa è amica dell’uomo. Noi guardiamo l’uomo che è nel bisogno. Se non c’è nessun’altra normativa o istituzione che ne tuteli i diritti, noi dobbiamo essere i paladini della dignità e del rispetto dei diritti fondamentali della persona. Ne va di mezzo la nostra identità e la nostra accettazione coerente del messaggio evangelico. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







All the contents on this site are copyrighted ©.