Congresso dei laici cattolici in Asia. il cardinale Rylko: rilanciare l'evangelizzazione
nel continente
“Proclamare Gesù Cristo in Asia oggi”: questo il titolo del Congresso dei laici cattolici
dell’Asia che si apre domani a Seoul, nella Corea del Sud. I lavori, che proseguiranno
fino a domenica prossima, vedranno la presenza di 400 partecipanti, membri sia delle
Conferenze episcopali asiatiche che di movimenti ecclesiali e nuove comunità. Sul
significato del titolo scelto, Isabella Piro ha chiesto una riflessione al
cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per il Laici,
che ha promosso l’evento:
R. - Con
questo tema abbiamo voluto mettere in evidenza ciò che costituisce il cuore stesso
della missione evangelizzatrice della Chiesa: annunciare Gesù Cristo come unico Salvatore
dell’umanità. La questione è particolarmente viva proprio in Asia: questo immenso
continente, abitato da quasi quattro miliardi di persone, di cui solo 120 milioni
sono cristiani, ha il diritto di ascoltare l’annuncio della buona novella di Cristo
Redentore dell’uomo.
D. - Qual è l’obiettivo principale del Congresso?
R.
- Stimolare i laici cattolici in Asia a riscoprire l’importanza e la bellezza della
loro vocazione e della loro missione nella Chiesa e nel mondo. Ci preme, infine, destare
una maggiore apertura delle Chiese locali in Asia alla “nuova stagione aggregativa
dei fedeli”. Oggi lo Spirito sta suscitando tanti nuovi carismi che danno origine
a movimenti ecclesiali e nuove comunità. Questo Congresso vuole essere per tutti i
partecipanti - laici, vescovi, sacerdoti e religiosi - una vera scuola di speranza
cristiana.
D. - Sono trascorsi 16 anni dal precedente Congresso asiatico:
cosa è cambiato nel mondo laico di quel continente nel frattempo?
R.
- Se osserviamo con attenzione la vita della Chiesa in Asia in questi 16 anni, possiamo
vedere chiaramente come questa Chiesa - nonostante le molteplici sfide e difficoltà
- sia piena di zelo missionario. È una Chiesa che cresce in media del 4-5% all’anno
e può vantare schiere di Santi, soprattutto di martiri della fede, tra cui non pochi
laici. Certo, si tratta di una Chiesa minoritaria, ma non è una minoranza timida.
Ci troviamo, infatti, davanti ad una Chiesa piena di vitalità e animata dalla grande
speranza che scaturisce dalla fede.
D. - Quali sono i punti critici
dell’evangelizzazione in Asia oggi?
R. - Si diffonde sempre più il fondamentalismo
integralista che impone drastici limiti alla libertà religiosa in molti paesi asiatici.
Non mancano casi di discriminazione o vere e proprie persecuzioni religiose. I vescovi
di alcuni Paesi asiatici denunciano il triste fenomeno di una “emorragia della presenza
cristiana”. Altra sfida per l’opera dell’evangelizzazione è costituita dall’incontro
con le grandi tradizioni religiose asiatiche. Tale incontro crea il pericolo della
diffusione di una mentalità relativista e sincretista che deforma addirittura il vero
senso dell’evangelizzazione. Si tende, ad esempio, a rimpiazzare la missione con un
vago dialogo all’interno del quale tutte le posizioni si equivalgono; si tende a ridurre
l’evangelizzazione a semplice opera di promozione umana. Infine, la globalizzazione
porta anche in Asia la mentalità post-moderna che rifiuta Dio e da questi influssi
non sono esenti i laici cattolici in Asia. Tutte queste sfide dimostrano un’urgente
necessità di un serio lavoro di formazione, di una approfondita iniziazione cristiana
dei battezzati, sia nelle parrocchie sia nelle aggregazioni laicali.